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Processo breve: a Montecitorio la timida protesta degli aquilani

Proteste ad oltranza prima alla Camera e poi al Senato

Roma, 13 apr 2011 - L'ormai rinominato "ddl prescrizione", vale a dire il provvedimento sul processo breve, è passato alla Camera dei deputati. Dopo la maratona della notte tra martedì e mercoledì, i deputati sono stati impegnati anche ieri per la votazione degli emendamenti e per il voto finale iniziato alle ore 20 a Montecitorio. Dopo il no all'emendamento Pd pro-L'Aquila, vale a dire la proposta di evitare la prescrizione per gli accusati dei crolli dell'Aquila, è durato tutto il pomeriggio il nutrito sit-in a piazza Montecitorio contro il ddl. Presenti un centinaio di manifestanti.

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La ristretta delegazione aquilana non è stata la sola a battersi contro l'approvazione del provvedimento, ma in piazza sono scesi anche i parenti delle vittime di altre stragi italiane: Antonietta Centofanti (Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente, L'Aquila) Sergio Bianchi (Associazione Vittime Universitarie del Sisma, L'Aquila), Loris Rispoli (Associazione '140' Familiari Vittime Moby Prince), l'Assemblea 29 giugno di Viareggio e Associazione 'Il mondo che vorrei' dei familiari delle vittime della strage di Viareggio. Si combatte per non far cadere in prescrizione grandi processi civili come il processo per gli 8 morti della ThyssenKrupp, il processo per i 23 mortidi Viareggio nell'incidente ferroviario, il processo per i morti del terremoto aquilano.

Le due associazioni aquilane nei giorni scorsi hanno protestato contro il processo breve attraverso una lettera aperta inviata ai parlamentari di maggioranza. «Il processo breve - hanno spiegato nella lettera- uccide di nuovo i morti aquilani. Il giorno in cui passerà la legge sarà un lutto cittadino, per noi aquilani e per tutti quei genitori che da tutta Italia avevano mandato i lori figli a studiare all'Aquila e non a morirvi». 

Cori, fischi, striscioni, bandiere partitiche e apolitiche hanno fatto da sfondo alle lunghe ore di attesa prima del verdetto finale. ‎"L'Aquila non muore, è qui nel nostro cuore. L'Aquila, Viareggio non valgono un vostro seggio": così i manifestanti hanno protestato contro il processo breve. Durante il sit-in non sono mancati insulti al presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, e agli altri membri della maggioranza. Secondo Beppe Giulietti di Articolo 21 "il provvedimento porterà la prescrizione per uno e la proscrizione per tutti gli altri processi - ha detto . Saranno migliaia i processi che verranno dimenticati. Si va verso la cancellazione di tutto il resto per il processo di uno solo, il processo Mills". "Vergogna, vergogna" questi i cori che si levano dal sit-in organizzato dal Popolo Viola contro "l'amnistia mascherata del processo breve". "Venduta, vergogna, fai il bunga bunga" sono stati poi gli insulti pesanti rivolti a Daniela Santanchè. Alla notizia, poi, dell'approvazione del taglio della prescrizione per gli incensurati i manifestanti hanno levato un boato in coro: "Vergogna, mafiosi". 

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Molti i deputati che nel corso del sit-in hanno parlato ai manifestanti. "La legge produrrà alcuni effetti sui grandi processi italiani - spiega l'on.Giovanni Lolli. La prescrizione dei processi dell'Aquila e di Viareggio potrà arrivare al massimo a 18 anni, e non a 33 anni come è stato detto". 

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"Vi apprestate a deliberare un'altra sconcezza, dopo quella secondo cui Ruby 'rubacuori' è la nipote di Mubarak". Lo ha detto il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, durante il sit-in. E ha aggiunto: "Berlusconi è come il marchese del Grillo che dice 'io sono io e voi... La verità è una e una sola: Berlusconi fa politica per motivi giudiziari. Ai tempi miei c'erano due tipi di imputati uno che veniva in procura e un altro che si dava latitante e scappava ad Hammamet. Berlusconi ha inventato il terzo tipo di imputato: tra San Vittore e Montecitorio lui ha pensato che si sta meglio a Montecitorio che a San Vittore". "Io chiedo che il popolo il 12 e 13 giugno possa votare nel referendum anche il processo breve. Vogliamo processi che danno ragione a chi ha ragione e danno torto a chi ha torto".

Scende in piazza anche Stefania Pezzopane, assessore alla ricostruzione partecipata e politiche sociali del comune dell'Aquila,

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con la fascia tricolore in rappresentanza dell'amministrazione aquilana. "Non mi vergogno della fascia tricolore. Il comune dell'Aquila è indignato e per questo si è costituito parte civile per verità e giustizia. Siamo indignati dal comportamento del presidente del Consiglio e della maggioranza, che per salvare se stesso e altri potenti mette in gioco un sistema già compromesso cioè quello della giustizia".

"Noi italiani vogliamo stare dalla parte delle vittime e non da quella dei carnefici, dei responsabili delle stragi del nostro paese", dice Gianfranco Mascia, portavoce del Popolo Viola. "Insieme alle altre associazioni siamo qui per chiedere al Parlamento di smetterla di occuparsi dei problemi di Berlusconi. La prescrizione breve permetterà a Berlusconi di scappare dai suoi processi". 

Al sit-in soprattutto i familiari delle vittime delle grandi stragi degli ultimi anni: Viareggio, ThyssenKrupp, L'Aquila. "Sono qui per ricordare mio figlio che ha perso la vita", dice Sergio Bianchi, padre di una delle giovani vittime universitarie, Nicola Bianchi, morto in una casa privata in via D'Annunzio. "Lo Stato ci abbandona e ci toglie la possibilità di avere giustizia dopo che sono state accertate gravi omissioni a L'Aquila". E poi la dura accusa di Antonietta Centofanti, presidente del comitato Familiari Vittime Casa dello Studente: "Qui dentro ci sono solo dei marchettari che servono il padrone".

Testo e foto di Eleonora Ferroni

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IL PROCESSO BREVE - La proposta prevede che la nuova norma sul processo breve si applichi a tutti i reati ma con diverse scansioni temporali, fino a un massimo di 6,5 anni per il primo grado per processi di mafia e terrorismo particolarmente complessi e con un elevato numero di imputati. Eliminate le esclusioni oggettive e soggettive dalla norma, e tutti i processi per reati commessi prima del 2 maggio 2006 e puniti con pena pecuniaria o fino ai 10 anni di reclusione che non siano arrivati a conclusione del primo grado verranno di fatto chiusi senza sentenza. 

La nuova legge si applicherà a tutte le tipologie di imputato e stabilisce che, per "violazione della durata ragionevole del processo", il procedimento per i reati sotto i 10 anni, dal momento in cui il pm "esercita l'azione penale", si estingue dopo 3 anni per il primo grado, 2 anni per il secondo e un anno e 6 mesi per la cassazione (non più, dunque, 2+2+2 ma 3+2+1). In caso di annullamento della cassazione con rinvio al tribunale o in appello si prevede un anno per ogni grado di giudizio.

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