Presadiretta ci racconta la Tunisia: "Fratelli tunisini"
Un anno fa scoppiava la rivolta in Tunisia contro il governo Ben Ali: era l'inizio della primavera araba che avrebbe portato alla fine dei regimi nordafricani.
Ben Ali sarebbe scappato in Arabia, Gheddafi ucciso dopo la cattura, Mubarak deposto dai militari e processato. Presadiretta è andata in Tunisia per raccontare la Tunisia sotto il regime della famiglia allargata del Presidente Ben Alì (grande amico delle democrazia occidentali, in special modo dell'Italia) e per raccontare la Tunisia di oggi.
Ieri sera è andata in onda la cattiva coscienza di noi italiani: che tanti abbiamo fatto per la dittatura di una famiglia che controllava tutta l'economia del paese e che così poco stiamo facendo (in termini di aiuti economici) per il nuovo corso democratico del paese. La famiglia Ben Alì-Trabelsi controllava radio, televisioni, contrabbando (di sigarette per esempio), pesca, voli aerei. Il regime metteva le mani su tutti gli aiuti internazionali, dall'Europa: tutti soldi depretati al popolo tunisini dalle voraci mani del regime.
Quartieri abbattuti per fare spazio a nuovi palazzi, sempre per mostrare lo sfarzo e la ricchezza di questi moderni satrapi nordafricani. Palazzi dove alla fine, con la rivoluzione, sono stati trovati gioielli, mazzette di soldi (le banconote da 500 euro) e documenti che raccontano di come l'ex governo avesse le mani su tutta l'economia.
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