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Presa Diretta - generazione sfruttata

La puntata sul precariato tra i giovani, non poteva che partire con le parole del Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, rivolve il14 giugno ai precari "voi siete l'Italia peggiore'. 

Come si sono permessi, questi precari, questi ragazzini, di intralciare la mia conferenza, di chiedere conto a me della loro situazione? Perché della condizione dei precari, da schiavi del lavoro, non se ne deve parlare. Tabù. Non se ne deve parlare, nemmeno quando muoiono perché, arrivati all'età di 40 anni non riescono più a sopportare una vita senza prospettive. 

Chissà se Brunetta sapeva chi fosse Pierpaolo Faggiano: un giornalista precario che si è impiccato il giugno passato, dopo 12 anni da giornalista senza contratto. Anni in cui ha scritto di cronaca e di musica jazz, la sua passione, che non è riuscito a trasformare in un lavoro remunerativo. Alla Gazzetta del Mezzogiorno era uno dei 25 colaboratori esterni: la "spina dorsale" del giornale, a detta del caporedattore. Così spina dorsale da essere pagati 10-15 euro a pezzo. 

Ma questo non succede solo nei quotidiani localicome ha raccontato Luciana, precaria del giornalismo. E' una free lance, tecnicamente potrebbe vendere i suoi pezzi al miglior offerente. Nella pratica il suo è un lavoro subordinato con una testata nazionale che le paga il pezzo (quando esce) 20-25 euro in media. Per arrivare a 700 euro al mese: sei costretto a fare altri lavori, se vuoi vivere. 
Possibile che in Italia il giornalismo sia una questione ereditaria, o per persone con una famiglia ricca alle spalle? si chiedeva: "noi giornalisti ci svegliamo pensando di fare il mestere più bello del mondo e andiamo a dormire col fegato ingrossato".
 
E i precari sono anche dentro la Rai: Presa Diretta, Report, Annozero (quando andava in onda). 

Silvia Bencivelli, è una giornalista di radio rai, conduce il programma Radio scienza, con un contratto da free lance in scadenza. La Rai e i colleghi hanno investito molto su di lei, una risorsa che poi potrebbero perdere. Ha seguito per la Rai la conferenza scientifica di Lindau con 20 premi nobel: per andarci è stata accompagnata dai genitori, poichè non ha diritto a nessun rimborso. 
In Germania, alla conferenza era l'unica giornalista precaria presente. 

Perché le statistiche parlano chiaro: dopo la Grecia abbiamo il più alto numero di partite Iva (9 milioni): di queste almeno 1,5 milioni sono false secondo lo studio della Cgil. Sono contratti subordinati mascherati, fatti apposta per pagare meno il costo del lavoro. 
 
Gli archeologi di Roma
A Roma, come scavi sotto terra , salta fuori una tomba, un reperto: è importante il lavoro degli archeologi, che devono valutare, portare alla luce, preservare. Peccato che molti di loro siano partite Iva che devono pagarsi di tasca propria gli strumenti per lavorare nei cantieri. Con uno stipendio inferiore spesso, a quello dei muratori. Per 200 giorni di lavoro prendono 20000 euro: tolte il 46% di tasse, rimangono 977 euro al mese

E poi ci sono gli architetti: anche loro partite Iva, pagati 10 euro all'ora negli studi. Negli annunci di lavoro viene chiesta loro "totale disponibilità per orari non canonici". 
 
A volte anche la bella presenza: ma non partite Iva, cioè rapporti saltuari, una tantum senza vincoli di orario? 

In uno studio, per un colloquio ti dicono che "in generale non ti assume più nessuno" e che al massimo, visto che molti sono senza esperienza, sarebbero loro , i ragazzi a dover pagare per lavorare. Come ai tempi di Ciaula, della novella di Verga. Massimiliano Fuksas, uno dei più importanti architetti italiani nel mondo, era molto pessimista: in Italia c'è burocrazia senza Stato, burocrazia che blocca i lavori in un paese in cui da anni non si fa edilizia pubblica. 

Questo succede in Italia: medico, ingegnere, insegnante, architetto, archeologo diventano non professioni, non lavori.Non lavori perché viene svilita la professione di questi ruoli, con stipendi che mortificano i loro curricula, gli anni di studio. 


I precari nell'editoria
Chissà se Brunetta sa che a Torino, al salone del libro, tutto si poggia sul lavoro dei giovani, negli stand. 
 
Come in altri settori, anche l'editoria si appoggia al lavoro di precari, di persone che lavorano con contratti a progetto e che, come Simona Incervo, correggono le bozze di un libro in uscita in una trattoria sotto casa. Chiara Di Domenico è stata licenziata (non le hanno rinnovato il contratto) e ora dovrà sloggiare dall'appartamento in cui ha vissuto, perché non se lo può più permettere. A 35 anni, precaria dell'editoria, con alle spalle anche lavori in nero, affitti in nero, contratti a progetto. 
 
Di questo passo, che futuro si prospetta tra 20 anni? 

Gli stagisti in Italia
Riuniti attorno al sito "La repubblica degli stagisti", gli stagisti si trovano dappertutto, anche nella pubblica amministrazione. Anche dentro il Ministero degli Esteri (saprà anche questo Brunetta?). 
 
Per fare poi, senza stipendio, con un minimo di rimborso, il lavoro di un impiegato qualsiasi, vista la carenza di organico. 
I contratti atipici sono stati introdotti nel 1998 dal pacchetto Treu (governo di centrosinistra): ma oggi gli stage hanno sostituito il contratto di apprendistato. Presa Diretta ha raccontato storie ai limiti della follia: come quella delle ragazze della statale, che hanno accettato un lavoro di stage, per una fondazione culturale, nel mondo delle mostre. E anzichè fare un lavoro di tirocinio, si sono ritrovate a lavorare per la fondazione, anche la domenica, con un orario di lavoro 8-20. Ricattate dal datore di lavoro (perché come voi ne troviamo tante), sono state le uniche a denunciare la situazione, a volto coperto. Per paura di ritorsioni. 

O anche come la storia dei contratti da stagisti per alcuni negozi della catena Blockbuster . Contratti che avrebbero sostituito i commessi che sarebbero stati licenziati dall'azienda, per risparmiare sui costi. Questa è la risposta alla crisi? Licenziare persone e assumerne altre ricattabili e senza diritti (malattie, maternità...)?
Alla società interinale, che ha trovato le persone per la catena, rispondono che il compito di controllare le norme spetta agli ispettori del lavoro, alla giustizia, al sindacato. 

E nei negozi è pure peggio: lì puoi trovarti di fronte a contratti in associazione in partecipazione: una finta partecipazione agli utili dell'azienda che nasconde, al solito, un lavoro subordinato. 
 
Un contratto da finto imprenditore, com' è stato raccontato da Tamara Casula
Oggi lo sanno tutti qual' è la situazione del precariato: l' ha spiegato Draghi nella sua relazione. Con tutto questo precariato, l'Italia non cresce. 
 
Lo ha anche raccontato il presidente Napolitano nel discorso di fine anno "Senza un futuro ai giovani è in scacco la democrazia ". Ma non è stato ascoltato: forse perché chi governa appartiene ad una generazione vecchia. Forse perché oggi la politica non sa guardare avanti. E i giovani, 70000 ogni anni, se ne vanno all'estero. Come gli italiani in spagna, dove ritrovi finalmente, speranza e entusiasmo.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.43) 9 ottobre 2011 12:38

    I BoccAperta >

    Da un paio di settimane Tremonti sventola con orgoglio la bandiera dell’avanzo primario in crescita. Cioè del saldo positivo tra entrate e spese pubbliche.
    Si tralascia di precisare che dal calcolo resta escluso il Debito con i relativi interessi.

    Viene così “schivato” il primo problema da risolvere: come riuscire a pagare almeno gli interessi maturati sul Debito.
    Con un Debito salito sopra i 1900 miliardi gli attuali interessi superano i 90 miliardi.
    Non saldare tutti gli interessi significa generare altro debito con ulteriori interessi da pagare. Salvo “soccorsi” esterni il rendimento dei nuovi interessi, lo spread, non potrà non salire.
    Stando alle ultime previsioni governative l’avanzo primario del 2011 varrà circa 15 miliardi che dovrebbero salire a 60 a fine 2012.
    E’ di tutta evidenza che, con una crescita del Pil che tende allo zero, contare soltanto sull’apporto dell’avanzo primario significa veder aumentare ancora il Debito.

    Una situazione che, fin dai prossimi mesi, renderà inevitabili altre manovre di “aggiustamento” per una ventina di miliardi.
    Intanto la crisi, ex ripresa passata a semi crescita e poi a ricaduta, continua a gravare sul paese come Se fosse stagnazione

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