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Poste, in 10 mila attendono la stabilizzazione. Soumahoro interroga il Governo

Aboubakar Soumahoro (Misto) interroga, per la seconda volta, il Governo su stabilizzazione dei precari di Poste Italiane. La risposta è nuovamente insoddisfacente

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Roma, sit-in di protesta organizzato da una delegazione del movimento “Lottiamo Insieme” delle lavoratrici e dei lavoratori precari di Poste Italiane

Il 30 novembre scorso, il deputato Aboubakar Soumahoro del gruppo Misto della Camera ha rivolto al Ministro del lavoro e delle politiche sociali una precisa interrogazione parlamentare sulla stabilizzazione del personale precario di Poste Italiane SpA. L’onorevole ripropone le domande già poste nella precedente interrogazione del 17 maggio 2023. La risposta del Governo, oggi come allora, è stata totalmente insoddisfacente.

Aboubakar Soumahoro, replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta del rappresentante del Governo, dalla quale ritiene si desuma l’assenza di volontà dell’Esecutivo di porre realmente fine allo stato di precarietà che caratterizza certi rapporti di lavoro nell’ambito di Poste Italiane SpA. Ritiene grave che si sia instaurata presso un’impresa pubblica la prassi di ricorrere a contratti flessibili, che rischiano di condannare ad una situazione di precarietà esistenziale numerosi lavoratori.

Di seguito il testo integrale dell’interrogazione.

“Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali

Per sapere – premesso che:

Poste Italiane SpA è un’impresa pubblica che si occupa di servizi postali, bancari (tramite il Patrimonio BancoPosta), finanziari e di telecomunicazione, di telematica pubblica e di operazioni di riscossione e pagamento e di raccolta del risparmio postale emesso da Cassa depositi e prestiti (CDP), e assistita dalla garanzia dello Stato italiana;

Poste Italiane SpA è sottoposta al controllo dello Stato attraverso la partecipazione maggioritaria del Ministero dell’economia e delle finanze (MEF), e di Cassa depositi e prestiti SpA (Società a sua volta controllata dal “Ministero” stesso), che insieme detengono circa il 65 per cento del capitale sociale;

nel 2022 risultavano impiegate da Poste Italiane SpA circa 120 mila persone, di queste circa 7500 assunte con contratto di lavoro flessibile (dipendenti a tempo determinato e contratti di somministrazione lavoro);

secondo dati della Corte dei Conti nel quinquennio 2017-2021 Poste Italiane SpA ha stipulato 63.251 contratti di lavoro flessibile, mentre nel 2023, secondo quanto previsto da un accordo tra sindacati e azienda, sono state programmate quasi 5000 stabilizzazioni, in larga parte part-time;

le stabilizzazioni avvengono tramite lo scorrimento di una graduatoria il cui accesso è riservato ai dipendenti che abbiano prestato attività lavorativa per almeno sei mesi, ne consegue che molti dipendenti che abbiamo prestato attività lavorativa per un tempo inferiore ne risultano esclusi;

secondo l’ultimo aggiornamento del 2 agosto 2023 in graduatoria nazionale risultano 8.937 persone;

accanto alle citate stabilizzazioni Poste Italiane SpA continua, ad ogni modo, nella pratica oramai consolidata di ricorre al lavoro flessibile attraverso contratti a tempo determinato o di somministrazione anche di pochi mesi, due o tre mesi, che talvolta vengono prorogati fino a quattro volte;

questo continuo ricorso al lavoro precario e flessibile crea non pochi disagi e incertezze sul futuro per i dipendenti di Poste Italiane SpA;

in aggiunta, come denunciato dai lavoratori, sembrerebbe diffusa la pratica attuata da parte di Poste Italiane SpA di non retribuire le ore lavorative straordinarie del personale assunto con contratti flessibili, in particolare nel settore del recapito. Questi lavoratori sarebbero spesso “obbligati” a portare a termine il lavoro oltre il normale orario (una specie di cottimo), pena il non rinnovo del contratto –:

se il Ministro in indirizzo non intenda assumere iniziative di competenza rispetto a quanto riportato in premessa e in particolare affinché Poste Italiane SpA promuova una occupazione stabile e dignitosa limitando il ricorso al lavoro flessibile e precario.”

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