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Postini precari: dalla periferia in marcia verso Montecitorio

Nel silenzio della politica, dei sindacati, della stampa nazionale, continua la protesta dei postini precari a Montecitorio. Un silenzio che fa rumore

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Lottiamo Insieme, conferenza stampa alla Camera dei deputati

La scorsa primavera, per la prima volta, i postini precari di Poste Italiane si sono organizzati in un movimento, denominato Lottiamo Insieme, per rivendicare e dare voce alle proprie istanze in termini di stabilità e dignità del lavoro. “La stabilizzazione di tutte le precarie e i precari di Poste Italiane” è stato il tema della conferenza organizzata il 20 febbraio scorso presso la sala stampa della Camera dei deputati, promossa dall’onorevole Aboubakar Soumahoro.

Purtroppo, la mancanza di una stabilità lavorativa non permette di progettare un futuro per sé e per la propria famiglia. Nella speranza di ottenere un posto fisso, migliaia di giovani rispondono agli illusori annunci di lavoro, continuamente diramati dall’azienda, per poi vedersi dopo pochi mesi sostituiti da nuovi precari, a cui toccherà la stessa triste sorte: usati, sfruttati e gettati. Una fabbrica di precarietà alle dipendenze dello Stato. Che troppo spesso, nella ricerca del massimo profitto, stritola i diritti dei lavoratori.

Come spiegano gli avvocati di Avellino presenti Rocco Bruno e Giovanna Pennacchio: «Il contratto a termine diventa strumento di ricatto. Apprendiamo dai giovani precari che il loro rapporto di lavoro, invece di attenersi agli orari prestabiliti, si trasforma in modo illegittimo in una sorta di cottimo senza alcuna maggiorazione salariale per gli straordinari. L’azienda si trincera dietro la mancata autorizzazione allo straordinario e i lavoratori sono costretti a ricorrere alle vie legali per il recupero delle somme dovute».

La privatizzazione del 35% realizzata nel 2015 ha segnato una netta contrazione occupazionale, andata di pari passo con la crescente precarizzazione del lavoro. «Il precario, a differenza del lavoratore stabile, garantisce maggiore flessibilità e non rivendica il rispetto delle regole per non correre il rischio della mancata riconferma. Ciò si ripercuote in primo luogo sulla sicurezza dei lavoratori», fa notare Francesco Sciarra del sindacato Cobas poste di Roma.

Insomma, dietro un’eccellenza come Poste Italiane si nasconde un mondo d’invisibilità che sta venendo alla luce – per la prima volta – nei suoi strati più crudi grazie all’impegno e al percorso portato avanti dal deputato Aboubakar Soumahoro insieme alle precarie e ai precari del movimento Lottiamo Insieme, per ribadire l’urgenza di stabilizzare i circa 10 mila (dimenticati) lavoratori parcheggiati nella graduatoria di Poste Italiane.

Il tema è delicato e di grande attualità, soprattutto in vista di un’ulteriore privatizzazione a cui il governo è intenzionato a ricorrere. Ma, la politica tutta continua ad ignorare le richieste dei giovani precari. E anche i sindacati non sono da meno: il silenzio della triplice Cigl, Cisl e Uil inizia a fare molto rumore. Nonostante la stampa nazionale sia stata finora particolarmente benevola nei confronti di Poste Italiane.

«Fare pubblicità all’azienda vuol dire avere un ritorno economico che impedisce loro di raccontare la verità», ritengono plausibile Carmine Pascale e Andrea Fasano responsabili del Movimento. Concludono, appellandosi giustamente al buon senso delle lavoratrici e dei lavoratori affinché partecipino il più possibile agli eventi e alle iniziative che si terranno nelle prossime settimane a Roma.

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