Portogallo, la grande fuga dei giovani cervelli
Incentivi e disincentivi: il Portogallo affronta un grave problema di fuga di giovani qualificati, causato anche dal successo nell'attrarre nomadi digitali e pensionati benestanti. Ma ora cambia tutto, promette il governo
In Portogallo, il paese europeo che più di altri, negli anni del dopo Grande Crisi Finanziaria, ha cercato -con successo- di attrarre nomadi digitali e pensionati agiati, c’è un rilevante problema di brain drain di giovani locali, che continuano a lasciare il paese creando problemi alle aziende nazionali.
VALIGIA PER L’EUROPA
Il fenomeno è ben spiegato da questa inchiesta di Bloomberg. Le aziende lamentano la crescente difficoltà di reperire e trattenere giovani figure professionali tecniche, soprattutto nell’ambito digitale. Secondo la Business Roundtable Portugal, l’associazione delle maggiori imprese private del paese, ogni anno il 40% dei laureati cercano opportunità altrove, soprattutto in Irlanda, Belgio, Europa del Nord e persino Regno Unito, malgrado gli ostacoli posti dalla Brexit. In Danimarca negli ultimi quattro anni il numero di portoghesi è raddoppiato, a seimila unità: la maggior parte sono giovani e qualificati, e operano nell’ambito delle discipline STEM. Secondo uno studio dell’osservatorio sull’emigrazione, è due o tre volte più probabile che un giovane portoghese con qualifiche professionali elevate lasci il paese, rispetto a quelli privi di qualifiche.
Il Portogallo è paese di consolidata “tradizione” emigratoria, all’ottavo posto mondiale nel tasso di emigrazione. Il 25% della popolazione risiede all’estero. Malgrado i buoni risultati economici del dopo-crisi, i salari medi del paese restano tra i più bassi dell’Europa occidentale. Anche la struttura delle aliquote d’imposta rappresenta un disincentivo alla progressione retributiva: quando le aziende alzano le retribuzioni per incentivare e trattenere i giovani qualificati, l’aumento viene falcidiato dalla struttura ripida delle aliquote dell’imposta personale sui redditi, che vanno dal 14,5% al 48%.
Nei fatti, questo drenaggio di cervelli è stato esacerbato dal successo del Portogallo nell’attrarre i cosiddetti nomadi digitali e pensionati agiati. Il loro afflusso nel paese ha causato strappi ai prezzi degli immobili e agli affitti, avvicinandoli a quelli di altri paesi europei con salari ben maggiori. Secondo dati governativi, dall’inizio del boom turistico portoghese, nel 2015, gli affitti a Lisbona sono aumentati del 65%, circa il doppio degli incrementi medi europei. Nello stesso periodo, i prezzi degli immobili sono aumentati del 137%, secondo dati della società specializzata Confidencial Imobiliario. Lo scorso anno, sempre secondo dati governativi, oltre il 50% dei lavoratori portoghesi ha guadagnato meno di 1.000 euro mensili.
DAL 2024 CAMBIA TUTTO
Il governo di Lisbona, guidato per la terza volta dal socialista Antonio Costa, ha quindi deciso di muoversi per cambiare radicalmente il sistema di incentivi. Dal 2024 cesserà infatti l’attuale sistema di agevolazioni fiscali per i residenti non abituali, quelli che trascorrono nel paese almeno 183 giorni l’anno senza essere stati residenti negli ultimi cinque anni. Il regime attuale prevede un’imposta del 20% per 10 anni per redditi prodotti nel paese e derivanti da professioni qualificate, come medici, professionisti e insegnanti. Tra le altre agevolazioni fiscali figurano esenzioni su quasi tutti i redditi di fonte estera tassati nel paese di origine e una flat tax del 10% sulle pensioni estere. Queste agevolazioni resteranno in essere per chi ne è già beneficiario. Quest’anno il Portogallo ha terminato il programma dei cosiddetti “visti d’oro”, seguendo l’Irlanda.
Il governo ha poi annunciato misure per incoraggiare i giovani più qualificati a restare nel paese. Tra esse, sconti fiscali per i primi cinque anni di lavoro dei laureati e rimborso delle tasse universitarie per chi inizia la propria carriera lavorativa in Portogallo. Altre proposte recenti non ancora realizzate includono asili nido gratuiti, sostegno al pagamento degli affitti e aumenti delle retribuzioni di ingresso per i dipendenti pubblici.
Basterà, tutto ciò? Lo verificheremo. Per ora, portiamo a casa la lezione di questa vicenda: le persone rispondono a incentivi. Molto spesso, gli effetti collaterali di tali incentivi vengono del tutto ignorati. Anche il cosiddetto miracolo economico portoghese, che in misura significativa si può ricondurre ai flussi turistici (che sono registrati alla voce esportazioni), va inquadrato in modo meno acritico e tenendo presenti gli effetti disfunzionali di medio-lungo termine di alcune scelte pubbliche.
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