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Popolo viola in piazza. Non tutte le speranze sono perdute …

La manifestazione del Popolo Viola di sabato ha messo in evidenza molte cose, specialmente il fatto che c’è una parte dell’Italia che non vuole vedere il proprio paese sprofondare in una sorta di regresso socio-culturale dovuto in gran parte alla sua classe politica. Ma non è solo la politica che andrebbe riformata e rifondata, il problema italiano è in parte di natura etico-morale.

Non importa quanti erano. Il numero in questo caso è relativo.

Quello che conta è che per la seconda volta in pochi mesi centinaia di migliaia di cittadini si sono dati appuntamento nella capitale per dissentire in modo democratico ed encomiabile contro un sistema politico che si sta solo accomodando sempre più per poter gestire la cosa pubblica a proprio piacimento e ad oltranza.

Così, mentre l’opposizione cessa di essere tale, perché nel bene e nel male è parte della casta anch’essa, c’è ancora una parte della gente che osa dissentire sul serio e con democrazia, usando l’arma del dissenso puro è semplice: la contestazione democratica.

La cosa che colpisce maggiormente è che il Popolo Viola ha capito che il Paese non ha bisogno di chissà quali riforme rivoluzionarie, ma soprattutto di mettere in atto quello che dice la nostra Costituzione, scritta giusto qualche anno fa.

E già! Basterebbe metterla un pochino più in pratica, e ci si renderebbe conto che cose come il Pacchetto Treu o la legge 30 erano e sono ampiamente anticostituzionali. Riforme e leggi non volute solo dalla destra, ma anche dalla sinistra. Sinistra che - a mio parere - ha cercato di mettere il cappello alla manifestazione. Infatti, alcuni politici dell’opposizione hanno smesso la sciarpa rossa per quella viola.

Erano l’unica nota che stonava nella marea viola, anche se avevano la sciarpetta dello stesso colore.


Tornando ai temi della manifestazione, la gente era in piazza per chiedere al governo di rispettare la Costituzione, la Legge, il diritto al lavoro, di smettere di occuparsi di una persona sola come se fosse questi il fulcro dell’intero ordine cosmico.

Ed è interessante vedere come, se da un lato una parte dell’Italia sta a guardare reality di turno, festival, isole ed altre baggianate che annebbiano e distruggono la coscienza politica collettiva, dall’altra c’è una parte che non vuole mollare, che non si rassegna.

È fa bene, perché l’Italia può essere un paese migliore di quello che questa casta di politici-lobbisti vorrebbe farne.

Ed il popolo ha da sempre il potere di cambiare lo status quo, il fatto è che ha bisogno di riappropriarsi di un diritto che i media gli sottraggono o influenzano.

Tuttavia ci sono due problemi di fondo.

Affinché il movimento sia veramente innovativo e “rivoluzionario” bisogna che gli attuali membri della nomenclatura politica siano tenuti fuori da questo movimento, poiché essi sono in parte responsabili del presente stato di cose.

Il secondo problema è socio-culturale, ossia bisogna che il movimento punti su un rinnovamento morale ed etico, portando avanti temi che partano dal singolo responsabilizzandolo nei confronti della collettività, solo così il movimento potrà essere davvero effettivo. Poiché, come dimostrano i fatti, vedi evasione fiscale capillare e corruzione diffusa e accettata, in Italia il problema morale è alla base di buona parte dei problemi del Paese.

La mia è solo un’opinione, certo, ma credo fermamente che, se si continuerà a guardare senza provare a fermare democraticamente questo stato di cose, l’Italia rischia di diventare un paese rurale e regredito.

Il movimento viola è una promettente risposta che ha bisogno di crescere in numero ed autorevolezza: un buon inizio per cambiare.

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