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Pomigliano D’Arco: un sito di compostaggio di ultima generazione

A Pomigliano D'arco, comune della provincia di Napoli, il progetto per il primo impianto di compostaggio a digestione anaerobica (vedi commenti ndr), cioè, interamente alimentato ad energia solare.

Nicola Di Raffaele, Top Manager dell’Enam Spa, società che gestisce anche il servizio di raccolta dei rifiuti nella città pomiglianese, illustrerà i dettagli del progetto durante la convention promossa dalla Enam spa il 28 gennaio a Pomigliano d’Arco; sarà presente Luigi Cesaro.

Pensare che solo pochi mesi fa la stessa azienda, la Enam spa, rischiava il fallimento dal tribunale nolano contando ben 37 esuberi: un fallimento scongiurato dalla volontà della giunta comunale di Pomigliano, unica azionista della Enam spa.

Una azienda piccola, pensate, è composta solo da un Presidente e due Consiglieri. Le nomine vengono effettuate dalla Assemblea dei Soci della Società. L’organo che svolge attività di controllo è il Collegio dei Revisori dei Conti, anch’esso nominato dalla stessa Assemblea. Spieghiamo il progetto: un impianto, il primo, in grado di trattare circa 30.000 tonnellate all’anno di frazione organica dei rifiuti solidi urbani prodotti nell’area nolana/pomiglianese consentendo di ridurre i costi del trasporto fuori regione. Un sito di compostaggio di ultima generazione il quale, grazie al fotovoltaico, si alimenterà con raggi solari fornendo addirittura acqua calda per le docce negli spogliatoi dell’impianto per il trattamento rifiuti; inoltre produrrà energia elettrica da vendere pari a 845.000 kWh/anno; un quartiere illuminato grazie a questo sito di compostaggio.

Il costo del progetto circa 2.500.000 euro. “Con questo impianto tratteremo la frazione organica dei rifiuti – ha affermato Nicola Di Raffaele – e contemporaneamente produrremo energia con vantaggi economici per i comuni che conferiranno e un considerevole impatto occupazionale per il territorio.'' La Enam spa, società interamente del comune di Pomigliano, usufruendo degli ultimi decreti legge emanati dal governo per uscire dalla eterna emergenza rifiuti in Campania, la legge che attribuisce ai Presidenti delle Province le funzioni spettanti agli organi provinciali in materia di programmazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti, si attiva potendo contare sull'aiuto politico e giurisdizionale di giunta comunale e presidente di provincia, progettando un lussuoso e tecnologico impianto di compostaggio.

Insomma, la Enam spa punta a coprire l'intera filiera dei rifiuti, affiancando la società provinciale, Sapna, nei servizi di trattamento e recupero dei rifiuti. Tutto seguendo attentamente le linee guida sancite dal governo e dallo stesso piano rifiuti della regione Campania che imporrebbero di arrivare al 60% di differenziata nel 2013. Tommaso Sodano, capogruppo Prc in consiglio provinciale affermava poco tempo fa a proposito della società Sapna: “Mi sembra molto strano che per completare un lavoro che una volta veniva svolto all’interno della struttura, ci si debba affidare a consulenze esterne pagate profumatamente, come avviene nel caso della preparazione delle buste paga e della gestione amministrativa, che pur dispondendo di 11 dipendenti e 3 dirigenti deputati, viene affidata a due società di consulenza. Catenacci sta trasformando la Sapna in una struttura ipertrofica, con una trentina tra dipendenti e consulenti. Un quadro preoccupante se si pensa che, per ammissione dello stesso Catenacci, la Sapna deve far fronte ogni anno a 3milioni e 700 mila euro di spese, ereditate dalle passate gestioni, di cui ben 2 milioni vengono utilizzati per lo smaltimento del percolato. Tutto in una fase in cui la Sapna gestisce solo indirettamente il ciclo. Mi sembra assurdo che in una società dove coesistono un amministratore unico, Catenacci, un direttore generale, un direttore amministrativo e trenta dipendenti diretti non si riesca a garantire neanche l’ordinaria amministrazione. Intanto – conclude Sodano – con la crescita delle consulenze e delle spese aumenta anche la tassa sui rifiuti, scaricando sui cittadini il peso di una gestione non oculata. Cesaro intervenga subito in consiglio per illustrare il Piano Rifiuti e la sua attuazione: ulteriori ritardi non ammissibili”.

Cesaro forse risponde appoggiando il progetto della Enam spa?

Si leggeva su L’Espresso, in un articolo firmato da Emiliano Fittipaldi e Claudio Pappaianni a proposito di Luigi Cesaro: ''I suoi primi approcci per aggredire l’emergenza appaiono quantomeno maldestri: i tentennamenti sull’apertura di una seconda discarica nel parco del Vesuvio, gli attacchi alla Iervolino incapace di aumentare la raccolta differenziata, la proposta-choc di ampliare gli sversatoi (anche quelli chiusi) in altri comuni già provati, come Chiaiano, Tufino, Giugliano e Acerra. Ipotesi che ha scatenato tensioni e immediate proteste da parte dei sindaci interessati. L’altra creatura made in Cesaro è la Sapna, la società che ha il compito di gestire l’intero ciclo dei rifiuti, competenza assoluta delle province dal primo gennaio 2011. Alla sua guida Gigino ha chiamato l’ex prefetto Corrado Catenacci, già commissario straordinario ai rifiuti tra il 2004 e il 2006, per il quale è stato staccato un assegno da 60 mila euro per il primo anno di lavoro. Affittati i nuovi uffici, a fine settembre è stato varato il nuovo statuto che prevede un consiglio di amministrazione con un numero di componenti compreso tra tre e cinque, un direttore generale, un comitato tecnico scientifico formato da cinque esperti e un collegio sindacale di tre: se in dieci mesi non sono stati trovati altri spazi per i rifiuti napoletani, sono stati rapidamente individuati nuovi incarichi e altrettante poltrone“.

Quindi la Sapna è di Luigi Cesaro ed appoggia il mega impianto di compostaggio, o fotovoltaico, della Enam spa. E i sette impianti di compostaggio, commissionati nel 2002 e pagati dai contribuenti? Che fine hanno fatto, non dovevano arrivare per i primi del 2011? Davvero si doveva progettare un simile e costoso colosso? Chissà poi che fine hanno fatto le indagini sulla P3 su Cosentino e le fonti di energia rinnovabili. Per non dimenticare le ultime sulla situazione rifiuti in Campania: cava Sari a Terzigno continua ad essere riempita con ogni sorta di rifiuto, soprattutto di natura ''speciale'', in barba ad appelli, denunce e leggi. Tutte le altre discariche aspettano una bonifica che sembra non debba avvenire mai. Il registro dei tumori, dimenticato, esportazione dei rifiuti urbani e importazione di rifiuti speciali provenienti da altre regioni, così decide Caldoro. Acerra non si sa bene cosa bruci, considerando che al momento quei pochi comuni che differenziano, non potendo usufruire di adeguati impianti di conferimento, finiscono con il mischiare nuovamente la spazzatura. Quello che non entra ad Acerra finisce in discarica. Siamo molto lontani dal risolvere la più grande emergenza di Italia, la Giustizia negata, asservita, corrotta.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.35) 10 gennaio 2011 20:01

    C’ è un errore madornale nell’attacco dell’articolo che dimostra chiaramente la non professionalità del giornalista che l’ha scritto : "impianto di compostaggio a digestione anaerobica, cioè, interamente alimentato ad energia solare".

    La digestione anaerobica non ha nulla a che fare con l’alimentazione dell’impianto con l’energia solare.
    m.b.

    • Di RobertaLemma (---.---.---.33) 10 gennaio 2011 20:43
      RobertaLemma

      Chiedo venia per il - madornale errore - di distrazione, causato dall’errato invio dell’articolo.
      Ringrazio la segnalazione doverosa e Di Morias per l’aver corretto.
      Tuttavia la notizia importante non voleva essere l’impianto di compostaggio ma la continuata gestione truffaldina dei rifiuti in Campania.
      Buonaserata.

  • Di morias (---.---.---.15) 10 gennaio 2011 20:31
    morias

    E’ vero, la digestione anaerobica non ha a che fare con l’energia solare. Si tratta di un processo biologico attraverso l’uso di batteri, in assenza di ossigeno la sostanza organica viene trasformata in biogas. In pratica la biomassa viene trasformata in biogas attraverso l’azione di gruppi specializzati di batteri, i quali agiscono all’interno dei digestori.

    Tale processo si conclude nella produzione di metano in una percentuale che varia tra il cinquanta e l’ottanta per cento, anidride carbonica (15% - 45%) e altri gas 5%.

    Questo non significa che il resto dell’articolo non sia meritevole di attenzione per il contenuto che esprime.

    Per quanto concerne poi la "professionalità" dell’autrice di certo è di gran lunga migliore dei vari Vespa e Minzolini.

  • Di (---.---.---.178) 11 gennaio 2011 12:32

    Bastava eliminare quel "cioè" di troppo...

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