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“Politica elettorale”, l’agenda con tante questioni da risolvere

Sintesi semplificata su argomenti scottanti a poche settimane dalle elezioni

Politica elettorale e tante parole ma quali potrebbero essere gli argomenti cruciali verso cui ottenere un chiarimento politico? Il Prodotto Interno Lordo del Paese è in sofferenza, la competitività dell’Italia si è ridotta, l’inflazione ha preso a salire mentre il potere d’acquisto salariale è eroso dal costo dei prodotti sul mercato e dai minori guadagni in busta paga. L’occupazione è diminuita e molte imprese sono fallite, il reddito in Italia si presenta, agli analisti attenti, mal distribuito, la pressione del fisco schiaccia le famiglie e le imprese sono sommerse da burocrazia con i suoi numerosi adempimenti farraginosi. L’evasione è una piaga che sfregia moralmente chi onestamente paga le tasse e il cittadino vede anche “brutalmente” come sono spesi male i soldi pubblici attraverso fatti di mala-gestione nei vari Enti locali e in Parlamento.

Come riuscire a conciliare l’abbassamento delle tasse, con il reperimento di maggiori entrate per lo Stato e cambiare le aliquote IVA per non mortificare ancor più i consumi? Parlano di IMU e Redditometro, misurazione dei patrimoni delle famiglie, provvedimenti indigesti alle classi più ricche della popolazione ma, ad ogni modo, la trasparenza dovrà essere, comunque, condotta e garantita in futuro per evitare l’evasione d’ingenti capitali nascosti. La spesa corrente dello Stato va ridotta per rientrare con certezza e gradualmente dal debito pubblico maturato, adesso fuori controllo, che impedisce iniziative più coraggiose d’investimenti pubblici e contribuisce a trascinare il Paese in profonda depressione economica. Ricerca, sviluppo, educazione, sono temi sui quali c’è bisogno d’intervenire per non precludersi il futuro della conoscenza in grado di produrre nuove idee innovative e rilancio della competitività imprenditoriale. La fiducia dell’Italia in Europa è stata riconquistata, ma non lo è quella degli italiani verso la politica e le istituzioni. Le imprese chiedono più investimenti in edilizia e opere pubbliche, i sindacati chiedono una “patrimoniale” per redditi dei ricchi e un rafforzamento dello Stato Sociale, con le privatizzazioni che finanzieranno parte della crescita del lavoro. Il Paese si sente bloccato, la mente sociale non riesce a produrre impegno, energia, speranza per il futuro, l’economia è inciampata sulle certezze e sicurezze costruite su promesse fatte in passato crescendo a debito, ora tutto è crollato e il panico ha reso l’Italia paurosa e diffidente.

Ciò che si vuole si può migliorare e fare di nuovo, con mente più aperta e matura, pronta al rilancio, tornare a lavoro in modo proficuo e combattivo, rivedere i propri limiti, aumentare l’impegno delle forze per risanare il sistema. Ci vuole unità, un’Italia congrua con lo sviluppo sostenibile di una cultura allenata al cambiamento e a saper decidere al momento opportuno, senza rinvii. Il vero programma sarà dato dalla politica rinnovata nelle sue fondamenta morali, operative, di visione strategica nella soluzione dei problemi, di gestione del bene comune, di rapporto con la cittadinanza partecipativa, di mentalità votata alla collaborazione solidale con il popolo piuttosto che a personalizzazioni d’arricchimento egoistico. Nel valutare la scelta politica non sembra più il tempo di votare ognuno per qualcuno simpatico ma di esprimere tutti insieme una scelta che abbia la forza capace di rigenerare l’unità del Paese con uno slancio fresco di voglia d’agire bene e che sappia fare più di quanto promette. Il potere del voto sta nel segnare il tratto decisivo che possa sanare l’Italia e il suo vessillo di rinascita che porti con sé l’emblema della competenza e completezza politica fatta d’idee buone, realizzate bene e non del “nulla” che avanza per spirito d’inerzia.

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