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Piccole storie di ordinaria follia – L’esito del reclamo a Trenitalia

Quanti hanno seguito l’ultima storia di ordinaria follia ricorderanno che, quella volta, Gino, l’amico di sempre del vostro cronista, si è trovato coinvolto in un viaggio in treno dalla Sicilia alla Val Padana. Nel corso della disavventura ha anche presentato un reclamo al competente ufficio delle Ferrovie presso la stazione di Firenze Santa Maria Novella, facendo presente di aver viaggiato in una vettura-cuccette di tipo comfort dotata di servizi igienici infrequentabili perché privi di acqua sanitaria (presumibilmente per un malfunzionamento dei rubinetti) e porta dello scompartimento priva di chiusura.

Ebbene, la cosa ha avuto un seguito: Gino ha ricevuto una e-mail da Trenitalia in risposta al suo reclamo!

Trenitalia ha trasmesso il reclamo di Gino ad una non meglio identificata “struttura incaricata della manutenzione e lavorazione delle carrozze”, ma questa non ha trovato altre segnalazioni riguardanti la chiusura dello scompartimento in questione. Insomma, la cosa Gino deve essersela sognata. Non la pensano così la moglie ed il figlio di Gino, che occupavano altri due dei quattro posti dello scompartimento.

Persino la mancanza di acqua nei bagni ed il relativo fetore sembrano una vaga fantasia di Gino (malgrado anche questo sia stato accertato dai familiari di Gino, costretti a migrare su un’altra vettura con bagni funzionanti): i sistemi informativi di Trenitalia non li hanno rilevati.

In testa alla nota una raccomandazione: la e-mail non consente repliche perché generata automaticamente dal sistema. Insomma, al caso in questione non va applicata né l’opzione exit né l’opzione voice di Albert Hirschman, bensì l’italica opzione quit! non presa in considerazione dal pensatore americano di origine germano/ebraica ed espressamente aggiunta per il Bel Paese. Ricorderete l’opzione exit con cui l’utente cambia Organizzazione (in questo caso di trasporto); l’opzione voice con cui l’utente protesta per i disservizi che subisce e riesce ad influire sulla governance dell’Organizzazione migliorandola; l’opzione quit!, inserita espressamente per l’italica penisola, con cui l’utente è zittito e si tiene i treni con le porte senza fermatura e senza acqua nei bagni.

A questo punto a Gino è sorto un dubbio: forse non è stato abile nella sua voice al punto di essere ridotto a quit! con irrisoria facilità e con uno sghignazzio satanico della potente controparte incaricata di pubblico servizio ma ben grande e grossa, nonché grondante di denari e di potere? Forse avrebbe avuto migliore sorte di una risposta generata automaticamente dal sistema se avesse contestato i disservizi al Personale Viaggiante? Di certo quest’ultimo, il Personale Viaggiante, lo ha visto alcune volte sul treno; e tutte le volte si è preoccupato solamente di controllare se aveva pagato il biglietto.

Perché nessuno del Personale Viaggiante può essere facilmente rintracciato quando la porta dello scompartimento si rivela rotta o quando i bagni si manifestano con fetore da fogna per mancanza d’acqua? Perché al cittadino che paga il biglietto non si chiede, oltre che di dimostrare di averlo fatto, se qualcosa non funziona nel posto, nello scompartimento, nel vagone in cui è costretto a viaggiare perché così è scritto proprio nel biglietto pagato, invece, con ottima moneta corrente di Stato?

Gino non ha trovato risposte a queste domande. Forse sbaglia perché il suo desiderio non è quello di essere risarcito per aver viaggiato in maniera indecorosa bensì quello di riuscire ad evitare quest’ultima evenienza; o perché non usa viaggiare con un addetto testimoniale, pronto a confermare che i bagni erano senza acqua e che la porta dello scompartimento era rotta. Forse qualche lettore potrebbe aiutarlo intervenendo sul forum, spiegandogli le ragioni di questa piccola storia di ordinaria follia che si chiama Italia, dove tutto bisogna fare tranne che disturbare i sonni dei potenti perché i bagni della vettura sono senza acqua e la porta dello scompartimento ha la fermatura rotta.

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