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Piazzapulita, la "Dispar Condicio" televisiva di Formigli

Intendiamoci non parliamo di un evento al di fuori di una routine che coinvolge più o meno tutti i format televisivi nei quali si mischiano i fatti con la politica. Pretendere l'assoluto rispetto della "par condicio " è esercizio di pura utopia, dal momento che chi conduce il programma, non può totalmente dissociarsi dai suoi personali convincimenti politici, religiosi o quant'altro.

Il pluralismo dell'informazione quindi non si identifica con un format che tratti tutti esattamente allo stesso modo, bilancino alla mano, ma si estrinseca in una pluralità di format che complessivamente offrano un quadro d'insieme rispettoso delle diverse opinioni. Se poi ci si ritrova a ridosso di elezioni politiche particolarmente travagliate come quella del 4 marzo prossimo, è chiaro che tutto diventa ancora più complicato. Ma veniamo al caso specifico.

Sulla La 7 è andata in onda la tradizionale puntata del giovedi "Piazzapulita" di Corrado Formigli. Ospiti alcuni politici in corsa per le elezioni; solita litania di promesse che puntualmente non verranno mantenute, analisi di teorici programmi a bassa probabilità di riuscita, tentativo di prevedere l'esito del turno elettorale e le varie configurazioni di ipotetiche maggioranze di governo. Quindi nulla di nuovo sotto il sole. Poi, siccome le trasmissioni di Formigli hanno anche un respiro mondialista allo scopo di contestualizzare i fatti di casa nostra con quello che accade nel resto del mondo, verso la mezzanotte va in onda un servizio sui rigurgiti neonazisti e neofascisti in Europa, in particolare il caso Polonia. Viene mandata in onda una sfilata di nazifascisti di varia estrazione geografica, italiani compresi, con tanto di saluti romani, soli neri, croci uncinate e tutto l'armamentario di simbolismi che contraddistingue la follia umana. Sfila persino una rappresentanza del KuKus clan proveniente dagli Stati Uniti, tanto per non farsi mancare nulla.

In studio il giornalista di Repubblica Vittorio Zucconi ed Emanuele Fiano, deputato del PD notoriamente molto sensibile al tema del risorgente "pericolo nazifascista", essendo di origine e religione ebraica e figlio di un deportato ad Auschwitz dove fu sterminata l'intera famiglia. In collegamento esterno Daniela Santanché, candidata nelle liste di Fratelli d'italia, e Vittorio Feltri direttore del quotidiano Libero. Ospite in studio anche una signora con un foglio in mano.

E' a questi punti che parte il colpo basso, se proprio non vogliamo chiamarlo marchetta politica, approntato da Formigli con la solita maestria. La signora legge una lettera indirizzata a Matteo Salvini (Lega), nella quale descrive quanto subito dal figlio dodicenne di colore "marrone", come lui stesso si autodefinisce, fatto oggetto di pesanti attacchi verbali a sfondo razzista da parte di alcuni adulti. Un fatto di una gravità assoluta, che non meriterebbe commenti, se non una condanna "tout court". Appare invece subito chiaro l'intento di associare la Lega di Salvini a questo grave episodio di intolleranza a sfondo razzista. Matteo Salvini quale istigatore, seppur indirettamente, di episodi di rigurgiti neofascisti e razzisti.

Parte la discussione, con il duo Fiano - Zucconi in perfetta sintonia con Formigli in una sorta di sonata in re minore contro i populismi, entro i quali ovviamente ascrivere oltre alla Lega pure il M5S, nonché gli aderenti dei centri sociali, Forza Nuova e Casa Pound. Tutti responsabili " pro quota" e a vario titolo e ragione di questi odiosi rigurgiti di stampo razzista. Il teorema è chiaro, chi si allontana dal PD, inteso come unica forza politica di garanzia democratica, è corresponsabile di questi fatti. Interviene Santanché che obietta sul fatto che la lettera della signora avrebbe dovuto in realtà essere indirizzata all'altro Matteo, ovvero Renzi, a suo avviso responsabile in solido con altri, di una immigrazione di clandestini palesemente fuori controllo, che sta trasformando gli italiani in razzisti.

Quindi condanna, senza se e senza ma, l'episodio incriminato e chiede conto a Formigli del perché non sia stata girata al ministro degli interni Minniti, nelle sue abituali comparse televisive, la domanda del perché esponenti politici, chiaramente nostalgici del fascismo, abbiano ottenuto il "pass" alla presentazione delle liste elettorali. Stigmatizza poi come poveri imbecilli quei fanatici che sfilano come mostrato nel servizio sulla Polonia. Pressoché identico l'intervento di Feltri che, essendo di Bergamo ( Crozza docet) , non vede altro che poveri imbecilli in libera circolazione, ma nel contempo non rileva nulla che possa far pensare a rigurgiti neo fascisti o tanto meno razzisti, tali da mettere in pericolo la tenuta democratica del paese. S

piegazioni che evidentemente non soddisfano il duo Fiano - Zucconi che a questi punti si infervora, con il giornalista che tenta di superare nell'enfasi dell'attacco all'arma bianca il politico. E' chiaro e lampante che tutto si incentri su l'obiettivo di sfruttamento politico elettorale. Quando Formigli ripassa la parola a Feltri questi non c'è più, è sgusciato via dal collegamento. E' evidente che da vecchio lupo di mare aveva perfettamente capito dove andava a parare l'intera manfrina. Rimane a strillare inviperita la Santanché, ma la trasmissione ormai volge alla fine.

Questo il sintetico resoconto della puntata, spero fedele a discapito della memoria. Adesso dire che Formigli è un giornalista fazioso mi sembra del tutto eccessivo. Probabilmente, ritengo consapevolmente, che abbia fornito un " assist " a due giorni dal turno elettorale al PD dato in forte calo di consensi, secondo un clichè che fu appannaggio ben oliato della vecchia Democrazia cristiana, oggi reincarnata a pieno titolo nel PD. E' il teorema di sempre, a destra e a sinistra ci stanno i cattivi populisti a turno pericolosi quanto basta, nel centro guarda caso proprio il PD di Matteo Renzi in versione di rassicurante equilibrio democratico cristiano del premier Gentiloni , dove regna la pace sociale, il rispetto della democrazia ed un futuro radioso per tutti. Una metodica che ha sempre funzionato e quindi non si vede perché non dovrebbe funzionare anche questa volta, a discapito di fatti e misfatti. Al diavolo i fritturi alla De Luca, mafia capitale, il disastro delle banche, l'occupazione " manu militari " di tutte le istituzioni e di quasi tutta l'informazione mediatica, al diavolo le traversie legate al Jobs act piuttosto che la riforma Fornero, al diavolo tutto. La sintesi è racchiusa nello spot " Pensaci " del Renzi ciclista che tenta di convicere il padre riottoso che, alla guida dell'auto con l'intera famiglia a bordo, dichiara la sua ferma indisponibilità a votare PD, mentre i suoi famigliari gli ricordano gli innumerevoli successi renziani. Alcuni malandrini hanno pensato di modificarne il supposto felice esito finale con il padre, evidentemente tutt'altro che convinto, che ingrana la marcia e travolge il povero Renzi.

Tra poco più di due giorni vedremo se verrà o meno confermata.

 

 

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