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Phelpsotto e la vecchia Italia felice del quarto posto


Phlpesotto ce l’ha fatta. Dopo le vittorie al millesimo sulla Francia nella 4x100, sul serbo Cavic nei 100 farfalla e sull’Australia nella 4x100 misti, ha stabilito il record di medaglie d’oro vinte in una sola edizione dei giochi olimpici. È già un mostro, un cannibale, un miracolo, diventerà una leggenda, un ricordo, un marchio, un’industria, un evento. In America tutto questo ben di Dio sarà fagocitato e organizzato fin nei minimi dettagli. Phelps concederà interviste milionarie e magari sarà l’ospite d’onore in qualche reality in acqua. Esprimerà la sua sulla corsa alle presidenziali e affermerà che la politica estera di Bush è stata ottima. Vivrà con il suo mega-carrozzone altri cinque anni, poi un nuovo fenomeno prenderà il suo posto. A questo punto seguirà le gare come commentatore e spererà che qualcuno non gli tolga il record. In quel caso dirà che costui fa uso di doping. Si sposerà diverse volte, avrà figli sparsi in giro, quasi alla fine una televisione del Pakistan si ricorderà del suo record e correrà a Baltimora per intervistarlo. Morirà straricco e stanco. Si spera vecchio.

L’idea che l’Italia sia un gigante dello sport è stata prematuramente abortita su tutti i giornali italiani dopo la prima messe di medaglie nei giorni iniziali delle Olimpiadi. Una nazione che non ha un campione vero nell’atletica leggera, che rischia di non prendere nemmeno una medaglia negli sport di squadra, che in 14 sport o non esiste affatto oppure fa una presenza da pochi avvertibile, non può autodichiararsi nazione di santi, navigatori e sportivi. Lo sport in Italia è mal organizzato in diverse federazioni che non hanno fondi né know how adatto per reggere il talento olimpico. Resistono le federazioni che hanno una storia centenaria: scherma, arco e ciclismo. Ma gli altri anche qui ci stanno raggiungendo. Dopo l’illusione che il medagliere iniziale ci ha dato, finiremo questa Olimpiade in sordina tra le nazioni di fascia medio bassa.

Quello che l’Italia ha dimostrato soprattutto negli sport di squadra è l’insistere su atleti coperti di allori, ma ormai vecchi. La pallanuoto maschile non ha energie e schiera ancora Calcaterra centroboa e Angelini a metà vasca, quella femminile si è affidata sempre alle solite Di Mario e Miceli, quella di basket non qualificata ha giocato gli Europei con Marconato appannatissimo e Basile stanco, nella pallavolo stentiamo tra gli infortuni di Corsano e Fei. Insomma le squadre italiane vivacchiano ancora sugli spunti dei trentenni e più, mentre le altre nazioni hanno medie età molto più basse e gia lottano per l’oro. Serve un ricambio in tutte le squadre. 

L’Italia di calcio considerava la partita con il Belgio una passeggiata di salute, ancor di più dopo il vantaggio e l’espulsione di Vermaelen. Come sempre ci succede quando pensiamo che la partita è ormai vinta, la perdiamo per distrazione e ignoranza tattica. Gli allenatori in questo caso sbagliano tutti a non tenere sulla corda la squadra, perché anche loro tronfi della vittoria ormai in cassaforte. Il Belgio è una squadra pessima che verrà disintegrata dalla Nigeria in semifinale, noi siamo una squadra di gomma fatta di piccoli giocatori cullati dai club nel limbo del “non è ancora pronto”.

Altra cosa che si sottolinea poco dello sport italiano è la gioia del quarto posto. Grandi soddisfazioni e sorrisi eccessivi per i tanti quarti o quinti posti ottenuti dai nostri atleti in diverse discipline. Atleti di altre nazioni piangono amaramente e parlano dei loro piazzamenti con grande dolore. Noi ne parliamo come una gioia gustosa, tenendo a precisare sempre che non si poteva fare di più. Sarà pure lo spirito olimpico che incanala verso l’importante è partecipare, ma pensare di vincere non vincendo mi sembra una barzelletta che ci raccontiamo troppo spesso.


Bolt è il velocista del 2020. Ha vinto i 100 metri con una progressione spaventosa per leggerezza e fluidità Corre veloce, ma soprattutto corre con fascino da gazzella d’amianto. In allenamento fa ripetute di 9 secondi netti. A Pechino, il record gli è scappato. A lui bastava vincere da spaccone, fulminando gli altri. I record serve più batterli secondo per secondo nei diversi meeting in cui è previsto un premio in denaro.

Nel ciclismo su pista enorme predominio della Gran Bretagna che piazza quattro ori nei primi due giorni. A guardar bene la squadra dell’Union Jack tutta sta costruendo punte interessanti in molti sport in cui era molto indietro. Pensare che ad Atlanta la Gran Bretagna vinse solo due ori. L’obiettivo è emulare la Cina: costruire una grande squadra per le Olimpiadi di casa.

Nel tennis l’eterno sconfitto Federer ha intanto vinto con Warinka il suo oro nel doppio maschile. Nadal oggi ha un match molto facile sulla carta contro il cileno Gonzalez. Se Nadal dovesse perdere questa gara, si continuerebbe a parlare di un Federer ormai al tramonto e di un Nadal dominatore incontrastato del circuito? Sarebbe una goduria leggere che in fondo tutto questo non è poi così vero.

Mercoledì 15 agosto è andato in scena il match di baseball sempre bollente tra Cuba e Stati Uniti. A vincere netto sono stati i caraibici per 13-6. Negli States questa ennesima sconfitta contro il vicino poco simpatico, proprio nello sport nazionale, è stata presa molto male. Si parla di schierare un Dream Team di baseball nella prossima Olimpiade, interrompendo il campionato.

Nella pallanuoto uomini siamo andati alle Olimpiadi con una squadra effettivamente imbarazzante, capace nella sfida decisiva per accedere ai quarti contro la Germania di non segnare un goal in tutte e sette le possibilità in cui si è giocato con un uomo in più. Meglio non presentarsi affatto, giocando le qualificazioni con una squadra giovane, che fare questo schifo.

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