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Petraeus a Palermo

 

Pare che l’Iraq stia diventando uno stato di dipendenti pubblici, e non solo per l’eredità socialista di Saddam Hussein:

«Il ruolo guida del governo nell’occupazione significa che esso stabilisce i salari e controlla il mercato del lavoro. Molti di questi lavoratori non hanno una reale posizione, ed esistono per mantenere il sostegno ai partiti politici e tenere la gente lontano dalle strade nel tentativo di controllare disordini sociali»

Questa descrizione ricorda moltissimo quella di una regione autonoma a statuto speciale (anzi, specialissimo) di un altro paese di tradizione socialista, situato nell’Europa meridionale. C’è una certa aria di famiglia, in effetti:

«Questo è simile a molti paesi in via di sviluppo, soprattutto quelli basati sul petrolio, poiché l’industria non è ad alta intensità di lavoro, quindi il governo finisce col creare posti di lavoro con i profitti. Il problema dell’Iraq è che il numero di dipendenti pubblici continua ad aumentare ogni anno. Ciò finirà col prosciugare il bilancio pubblico, se non cambiano le priorità. Sfortunatamente, Baghdad non sembra aver fretta di fare ciò, e probabilmente proseguirà su questo sentiero poiché i ricavi petroliferi sono attesi crescere con la produzione derivante da accordi conclusi con compagnie straniere»

Il petrolio, una benedizione levantina anche per la regione autonoma a statuto speciale di cui parlavamo sopra, pronta a gemellarsi con l’Iraq. Perché, dove non c’è estrazione, c’è almeno raffinazione:

«Le sole entrate fiscali derivanti dalla raffinazione del petrolio negli impianti di Gela, Milazzo, Au­gusta, Ragusa, Priolo e Melilli ci bastano e avanzano per essere autosufficienti insieme con altre regioni. Sa quanto incassa di accise lo Stato italiano sulla nostra pelle? Dieci miliardi di euro. Ci lascino quello che è dei siciliani e noi siamo a posto» – (Raffaele Lombardo, 28 ottobre 2010)

Ci vorranno quindi i marines, per impedire alla Regione Sicilia ed alla sua splendida autonomia di continuare a dilapidare denaro pubblico? Noi, per l’intanto, segnaliamo che la giunta di Lombardo è sostenuta anche dal partito che a Roma lotta indefessamente contro la “spesa pubblica improduttiva”, poi vedetevela un po’ voi con le dissonanze cognitive. Fatevi aiutare dai veri esperti in materia, quelli del Pd; non a caso sono anch’essi nella maggioranza siciliana.

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