• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Percorso di guerra?

Percorso di guerra?

«Le grandi guerre non si fanno più con i cannoni. Oggi si fanno con la finanza», ma non sono meno cruente. Infatti...


Monti ha detto che l’Italia deve affrontare un durissimo percorso di guerra. Monti non è uno che esagera, che annuncia mille per poi fare o presentare cento. Anzi, Monti è uno che sfuma, che sdrammatizza.

E penso che lo abbia fatto, un po’ troppo, anche questa volta. La mia convinzione è che l’Italia non debba affrontare un durissimo percorso di guerra, ma una guerra. Ovvero che quella in atto non sia una crisi, ma una vera e propria guerra: guerra all’euro, all’UE, all’Europa. 

Per vari motivi.
Il primo è che la parola guerra esce di bocca a troppa gente e troppo spesso. Hanno parlato di guerra, oltre a Monti, il Presidente Napolitano, alcuni altri politici non solo italiani e, pochi giorni fa, il megadirigente di una grande società di consulenza internazionale.

A dire il vero questo giovane signore ha anche specificato che le guerre oggi non si fanno più con i cannoni, che oggi si fanno con la finanza.
Come quella che c’è in corso.

Il grande nemico è l'euro?
Il secondo motivo è che sin dalla nascita l’euro è stato avversato e che ora mette a rischio la funzione di moneta di riferimento mondiale del dollaro. Non a caso l’unica arma distruzione di massa trovata in possesso di Saddam Hussein è stata la decisione di accettare, a fine embargo, l’euro come moneta di pagamento ed oggi l’Iran, che sta pensando di prendere la stessa decisione è sotto minaccia di attacco.
Sempre per lo stesso motivo, per paura che si procuri o produca un’arma di distruzione di massa.
Inoltre il tempismo perfetto con cui le agenzie di rating (anglo/americane) declassano Stati e grandi aziende europee ogni volta che la situazione migliora o lo spread scende, rende tutto ancora più evidente di quanto possa fare qualsiasi analisi.

Infine, fatto più importante di tutto, la condizione necessaria e sufficiente per l’inizio di una guerra esiste da tempo. Tutte le guerre perché inizino, perché uno o entrambi i concorrenti pensino sia conveniente iniziarla, richiedono la contrapposizione tra una potenza dominante e una emergente.

E questo è il caso tipico. Da una parte ci sono gli Usa, potenza dominante di questo emisfero da oltre mezzo secolo e del mondo da quasi venti anni (anche se in questi 60 anni sono riusciti a fare e a perdere almeno tre guerre), dall’altre c’è l’UE ormai affermata rivale in crescita di potere e di controllo economico che, creando la moneta unica, non ha nascosto le sue ambizioni di sempre maggiore indipendenza e potere.

Nel mondo c’è poi la Russia, principale fornitore di energia all’Europa, e la Cina ormai senza dubbio incontrollabile perché troppo grande e potente. E perché è lei che, comprando i titoli del debito Usa, presta all’America i soldi per comprare i beni da lei prodotti e grazie ai quali prospera. E’ chiaro che questa situazione rende la Russia alleata naturale dell’UE (e sua rivale) così come rende la Cina alleata naturale degli Usa.

In attesa, ognuna delle due, di fare in futuro i conti con l’alleato di oggi.

Ovviamente capisco che per Monti è necessario usare il linguaggio e le espressioni edulcorate del mondo politico e diplomatico, ma sono comunque certo che, se i governanti chiamassero le cose con il loro nome e dichiarassero ufficialmente che è in corso la “Grande Guerra Patriottica finanziaria” per l’indipendenza, le popolazioni coinvolte sarebbero molto più pronte a fare sacrifici e a difendersi l’un l’altra come è sempre avvenuto nelle guerre fatte con i cannoni. O con gli archi e le frecce.

Gli schieramenti in campo
Mi sembra il caso di far notare, tra l’altro, che in questa sorta di terza guerra mondiale (o forse di terzo atto della prima e unica guerra mondiale) gli schieramenti sono ancora e sempre gli stessi delle altre due fasi.
Più o meno.

Da una parte gli anglo/americani e dall’altra le potenze del centro Europa con accanto, più o meno, i soliti alleati.

Con l’unica eccezione rilevante della Francia oggi schierata, pare, dalla parte opposta a quella del passato.
Speriamo bene. Anche perché la situazione per l’Europa è complicata dal fatto che agli anglo/americani sono alleati i nostri ricchi, quelli veramente ricchi che vogliono darci un sistema sociale e politico ad immagine e somiglianza di quello Usa e GB che consente una maggiore concentrazione della ricchezza in poche mani.
Le loro. 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares