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Un nuovo incarico? Sì, a Papa Francesco

Un nuovo incarico? Sì, a Papa Francesco. Una favola. Come la Bella e la Bestia. Ma con la Bestia che alla fine rimane Bestia.

Dopo Bersani, Napolitano dovrà pensare ad una nuova soluzione, magari una persona stimata in Italia e all’estero, una persona che ispiri fiducia.

Queste caratteristiche escludono ogni politico di carriera sia perché sono tutti schierati sia perché pochi ispirano fiducia in Italia e all’estero. O anche solo in Italia. Io, naturalmente, non ho nomi da suggerire, io sono in grado solo di indicare un uomo che, per quel che si sa, ha tutte le caratteristiche necessarie: Papa Francesco.

Non perché è Papa, ma perché dall’insieme dei comportamenti e dello stile sembra una persona tesa proprio verso quello che il popolo italiano chiede: un regime di austerità tra i potenti, riduzione delle spese, pensiero prima ai più deboli, azione in spirito di servizio e niente paura a cambiare le cose in danno anche di se stessi.

Come fece, senza essere Papa, Antonio Segni che da Presidente del Consiglio varò una riforma agraria nella quale perse 112 ettari di terreno. Purtroppo non si può ricorrere a lui: perché è Papa, perché non è cittadino italiano e perché è già Capo di uno Stato stranero.

Ora è anche chiaro che nessuno dei potenti, politici o no, che abbiamo a disposizione ha quelle sue caratteristiche. Prima di tutto, sono tutti al posto che occupano perché hanno lottato con forza per appagare avidità e/o ambizione personale.

Uno dei cardinali elettori di Papa Francesco, entrando in conclave, ad un altro elettore che parlava del problema dello IOR, ha risposto “Pietro non aveva una banca”: ed è da gente così che Papa Francesco ha avuto i suoi voti ed è questo che, in fondo, va dicendo con i suoi comportamenti.

Analogamente De Gasperi, quando andò negli Usa a chiedere il primo prestito per l’Italia, 100 milioni di dollari (61 miliardi dell’epoca), si accorse di aver bisogno di un cappotto buono ché il suo era impresentabile in quell’occasione, ma non pensò di comprarne uno nuovo (magari a spese dello Stato), se lo fece prestare dal benestante ministro degli Esteri, Attilio Piccioni. Come farebbe Papa Francesco.

I politici, poi, usano della loro posizione per arricchirsi e per favorire i propri adepti. La storia della cosiddetta Seconda Repubblica è piena di esempi al riguardo, di destra e di sinistra, tanto piena che non serve far nomi: basta leggerli sui quotidiani. E anche quelli della terza non sembrano avviati su altra strada.

Uno dei nuovi deputati a 5 stelle ha già assunto, a spese dello Stato, come assistente il compagno della sorella. Ma dice che è giusto così perché lui di quell’uomo si fida. Un evidente déjà vu.
Lo farebbe Papa Francesco?

E l’attuale sindaco di Torino, Piero Fassino, megadirigente del partito dei lavoratori, si informava con passione dicendo “Abbiamo una banca?”, mentre il capo e padrone del partito liberista e liberale, multimiliardario è padrone pure di una banca e ha dedicato la vita ad accumulare ricchezze.
Che farebbe Papa Francesco? Pietro non aveva una banca.

A proposito del capo liberista noto, per inciso, per aver annunciato che se, vinte le elezioni, non avesse rimborsato l’IMU lo avrebbe fatto di tasca sua, mi viene una considerazione. Pur ipotizzando che abbia “solo” quei 4 miliardi e che fosse disposto a giocarseli tutti per onore di parola, quello che mi appare strano e che quei 4.000 milioni gli rendano solo 35 milioni l’anno (sua dichiarazione dei redditi): meno dello 1%.


Tenendoli in banca, una qualsiasi banca, anche la sua, gli renderebbero almeno il triplo. È un incapace o cosa? Mah, Papa Francesco riuscirebbe facilmente a pensare una soluzione così. Comunque sia si dirà che ormai siamo nella terza repubblica, quella dei 5 stelle, quella della gente pulita, onesta e nuova, e che ora tutto cambierà.

Una sorta di repubblica di “Papi Franceschi”. Non so se sarà così, ma ricordo che anche Berlusconi era nuovo nel ’94 e ci ha regalato un mare di leggi ad personam ed un Parlamento pronto a votare qualsiasi cosa, che era nuovo anche Bossi nel’92 e appena eletto ha preso 200 milioni di lire da Gardini (il resto lo conosciamo), che era nuovo Mussolini nel ’22 e poi ha fatto quello che ha fatto.

Si dirà: ma questi sono corretti. Ricordo che lo era anche Bossi, che lo era anche Mussolini, che lo era (e per quel che si è provato lo è ancora) anche Berlusconi. Il fatto è che non basta apparire nuovi e corretti (e restarlo) serve anche esserlo e essere anche capaci e competenti

E dei 5 stelle non si sa come sono, si sa solo che parlano solo quando ricevono un esplicito permesso dal loro Grande Capo, il loro “Conducator”. Papa Francesco parla per sua libera decisone e non solo per dire no. E ha già cominciato ad operare. Ma forse il Conducator non ha torto a volere che non parlino. In fondo lui li conosce meglio di noi, per noi sono solo delle figure anzi entità che hanno probabilmente dei nomi. Null’altro sappiamo.

Certo che le poche volte che aprono bocca fanno rimpiangere il loro silenzio. Penso sia per questo che, in barba alla richiesta trasparenza, le loro riunioni sono sempre segretissime e blindate. Papa Francesco quando parla dice cose chiare e sensate. Con delicatezza. E a tutti.

Tralasciando l’applauso al fascismo fatto da una di loro, poi corretto in modo da aggravarlo (spiegando che parlava di quello ante marcia su Roma ovvero delle squadracce di picchiatori e assassini, ché solo quello c’era prima), passiamo alle dichiarazioni dei due capigruppo al Senato e alla Camera.

Crimi ha chiesto l’incarico di formare il Governo per i grillini e, alla esterrefatta domanda di un giornalista su chi avrebbe dato loro la fiducia, se ne è uscito, ad invocare l’obbligo di responsabilità che gli altri partiti devono avere. Quella responsabilità che lui non ha. Ma, dice lui, loro hanno qualcosa che manca agli altri: la credibilità.

Perché loro hanno credibilità? Chi lo dice, chi la riconosce? Su che base si attribuisce credibilità?
Perché non hanno mai rubato, perché non si sono corrotti? O perché non hanno ancora rubato, non si sono ancora corrotti? Ma li hanno eletti solo una trentina di giorni fa. Mi sembra poco per attribuirsi credibilità, troppo poco.

Inoltre la sua pretesa credibilità il 75% dei votanti non l’ha vista, tanto che hanno votato altri ritenuti più credibili. È impressionante l’arrogante presunzione di Crimi.

Comunque la Lombardi ha fatto peggio, lei ha dichiarato che loro non hanno bisogno di sentire le parti sociali, perché il popolo, i precari, i disoccupati sono loro: proprio quello che si diceva ai tempi dei partiti-Stato, al tempo di fascismo, franchismo, nazismo e comunismo: che non servivano altri partiti, non serviva stampa libera (ovviamente venduta) perché il Partito “era” il popolo, era l’autentico e unico vero interprete della volontà popolare.

Questa gente tra un “vaffa” del loro “Conducator” e l’altro si è montata la testa, solo che, prima di loro e come loro, è successo a tanti: Cola di Rienzo, Masaniello, Robespierre, Mussolini, Hitler, Stalin, G. Giannini e, più di recente, Berlusconi e Bossi.

Penso sia bene che lo ricordino perché, se promettere tutto quello che si sente dire in giro assicura quasi sempre un rapido successo, porta poi di sicuro al fallimento. Per questo dico che dobbiamo cercare un Papa Francesco, perché i problemi di spreco, di lusso per la classe dirigente, di lotte a coltello per il potere, di ingordigia finanziaria che affliggono la Chiesa sono le gli stessi contro cui dovrà poter lottare questo presidente e deve arrivarci senza programmi avventurosi e avventuristi, senza violenza neppure verbale, ma con iniziative immediate e concrete fatte con calma, educazione, cortesia e rispetto verso tutti. 

Politica con spirito di servizio. E servizio rispettoso.

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