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 Home page > Tribuna Libera > Perché nessuno chiede le dimissioni di Salvini?

Perché nessuno chiede le dimissioni di Salvini?

 

Non può il ministro degli interni di un paese civile, di una Repubblica antifascista nata dalla Resistenza, fare atti, iniziative in cui vengono programmaticamente diffusi, messaggi incostituzionali razzisti e xenofobi.

Non può questa repubblica “senza colpo ferire”, accettare che chiudano i porti agli immigrati,alle O.N.G. e ora alle navi delle missioni internazionali, che si istituzionalizzi l’omissione di soccorso.

Non può, il ministro degli interni chiedere la schedatura dei rom, e al Presidente della repubblica, di schierarsi contro la magistratura e provocare uno scontro istituzionale. Non può fare tutto questo e restare al suo posto.

C’è un silenzio che spaventa, nessuno osa chiedere le sue dimissioni, ed ora viene ricevuto anche dal il presidente della repubblica. Perché?

Certo i voti, la sovranità popolare. Ma essa si esercita nei limiti previsti dalle leggi. Non ci può essere una sovranità popolare fascio-razzista.

La nostra costituzione non lo consente.

C'è nell'aria una strana indolenza, una voglia di soprassedere, di abituarsi a queste patologie della democrazia e della civiltà, nessuno che voglia rompere il cordone sanitario che circonda questo governo e il suo ministro più rappresentativo.

Non si sa ancora, che cosa altro deve succedere, percheépolitici e giornalisti recuperino la dignità del loro mestiere e chiedano le dimissioni del ministro degli interni.

Vuole ancora tacere il Presidente della Repubblica?

I grillini vogliono ancora tenere in piedi questo governo, mentre la legalità viene colpita, e sprofondano le ragioni della loro esistenza politica?

I media, stampa tv, i giornalisti i conduttori, per qualche punto di share, vogliono ancora calpestare la dignità del loro lavoro?

Gli editori, per il loro business pubblicitario, vogliono ancora fare da cassa di risonanza alle bravate di un signore che ha dimenticato l’umanità e la costituzione?

E tutti noi vogliamo normalizzare atti eversivi oppure chiedere le dimissioni del responsabile?

No! no!

Salvini si deve dimettere perché in Italia esiste ancora la divisione dei poteri, perché in Italia esiste ancora la decenza e la dignità di un popolo, delle forze politiche e delle sue istituzioni.

 

Commenti all'articolo

  • Di Arrigo (---.---.---.248) 10 luglio 2018 02:44

    Quello che spaventa le proprie tasche è razzista e fascista, come sempre nelle solite aule pseudo per bene.

    Per quanto mi riguarda Salvini è l’unico grande e vero statista Italiano, avuto da 10 anni a questa parte. Perciò mi dispiace che faccia male questa realtà, ma la stessa non si può evitare.

    Saluti...

  • Di paolo (---.---.---.49) 10 luglio 2018 19:25
    Definire Salvini "statista" mi sembra eccessivo, ma messo a confronto con la porcheria che lo ha preceduto può anche suscitare simpatia.
    Certo il suo protagonismo è un pò casereccio, ma basta pensare a Berlusca o al Matteo di Rignano che ogni riserva su Salvini di botto scompare.
    Salvini non si deve assolutamente dimettere. Non lo deve fare perché mancano i presupposti per farlo e non deve farlo soprattutto per non esaudire gli auspici di tutti i rosiconi d’Italia.
    Potrei anche sbagliarmi ma credo che Camillo, che pure leggo spesso e volentieri, non mi sembra abbia mai chiesto le dimissioni del Matteo di Rignano che pure ne ha combinate di cotte e di crude.
  • Di pv21 (---.---.---.55) 10 luglio 2018 19:46

    COERENZA >

    Dall’incontro al Quirinale M Salvini ha tratto “solenne” attestazione del suo prestigio di leader “incontaminato” ed avulso dalle beghe giudiziarie della “vecchia” Lega.

    Nel contempo Sergio MATTARELLA, ricevendolo da Capo dello Stato, ha tolto a Salvini qualsiasi appiglio per cercare di rivalersi sulla continuità dell’attuale governo e raccogliere (a breve) nelle urne i consensi di quanti plaudono alle sue “ferree” posizioni su immigrati e sicurezza.

    Ciò premesso.


    Ben altri sono i rischi che incombono sulla tenuta economica e sociale del Paese.

    E su questo terreno, entro novembre, si varrà la sostanziale efficacia del “cambiamento” promesso. Magari nei “tempi” e con i “modi” dovuti.


    Per ora di innegabile c’è la “coerenza” di azione del Presidente Mattarella.

    Governare non è spettacolo da Pantomima e Rimpiattino

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