• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Perché in Egitto ed in Tunisia essere giovani non è un errore

Perché in Egitto ed in Tunisia essere giovani non è un errore

Da una parte il regime quasi trentennale di Hosni Mubarak, dall'altra la ventitrennale dittatura di Zine El-Abidine Ben Ali. Dall'altro il popolo, anzi i GIOVANI.

Lo stampatello maiuscolo, mai come questa volta, è a dir poco d'obbligo, perché è dai giovani, prima tunisini e poi egiziani, che è nata la protesta che ha portato prima alla fuga di Ben Ali dalla Tunisia, e poi alla rinuncia alla ricandidatura alle prossime elezioni (per ora) di Mubarak.

In Tunisia sembra che la goccia che abbia fatto traboccare il vaso sia stata la triste sorte di Mohamed Bouazizi, giovane venditore ambulante di frutta e verdura di 26 anni, che si è dato fuoco il 17 dicembre 2010 (per poi morire il 4 gennaio del 2011), per protestare contro la confisca della sua merce e contro l'umiliazione subita da un'ufficiale donna.
 
La morte di Bouazizi non fa altro che da catalizzatore alle proteste sociali e politiche, che si intensificano fino al punto di indurre la fuga di Ben Ali, che scapperà dalla Tunisia il 14 gennaio con 45 milioni di euro in lingotti d'oro.
 
Le proteste egiziane nascono invece in occasione del 25 gennaio, festa della Polizia Nazionale Egiziana (il 25/1/1952 cinquanta poliziotti egiziani furono uccisi perché si rifiutarono di consegnare le armi e la stazione di Polizia di Ismailia all'Esercito Britannico), ed in occasione di una straordinaria manifestazione di piazza, organizzata per lo stesso giorno, tramite il gruppo di Facebook "Noi siamo Khaled Sahid", un gruppo (che fino ad oggi conta 440.000 aderenti) creato da El Shaheed, blogger che comesottolineato da Newsweek, risulta essere ancora anonimo.

Analogamente al caso di Moamed Bouazizi per la Tunisia, sembra che anche in Egitto l'ispiratore morale delle proteste sia appunto questo giovane, Khaled Saeed, 28enne egiziano ucciso in circostanze poco chiare dalla polizia il 6 giugno del 2010: secondo alcuni testimoni sembra che Khaled sia stato pestato a morte, secondo la polizia invece sembra che il giovane sia morto soffocato nell'ingerire un pacchetto di hashish; quest'ultima tesi è stata contrastata anche dai familiari del giovane egiziano, che hanno dichiarato che il proprio figlio è stato torturato a morte, in quanto era in possesso di un video che incastrava alcuni membri della polizia in merito ad un affare di droga.
 
Nelle proteste anti-governative egiziane sembra che ci sia stata anche una massiccia e notevole presenza femminile: il 20% secondo Ghada Shahbandar, un'attivista di un Organizzazione Egiziana per i diritti umani, almeno il 50% secondo altre stime.
 
Sta facendo il giro della Rete questo video dal titolo "Bravest girl in Egypt", in cui una giovane ragazza incita e guida dei cori contro Mubarak e contro i militari egiziani: "Siete la peggior feccia!" urla la giovane eroina egiziana, a pochi centrimetri di distanza dalle impassibili forze di sicurezza.



Infine vorrei sottolineare un'ultima cosa che credo sia degna di nota: un paio di giorni fa sembra che alcuni saccheggiatori, durante le manifestazioni di protesta, siano entrati nel Museo Egizio de Il Cairo, e abbiano distrutto due mummie; il giorno dopo Ismail Serageldin, il Direttore della Biblioteca di Alessandria d'Egitto, in un comunicato ufficiale ha dichiarato che la Biblioteca è al sicuro proprio grazie ai giovani, siano essi il personale della biblioteca o i rappresentanti dei giovani manifestanti, che proteggono l'edificio dai vandali e dai saccheggiatori.
 
Una grande lezione di democrazia partecipativa e di cittadinanza attiva dovrebbe arrivare dall' al di là del Mediterraneo: i giovani tunisini ed egiziani, disoccupati, senza sussidi, senza soldi, sommersi dalla corruzione, non hanno nulla ma soprattutto stanno dimostrando di non aver nulla da perdere.
 
In Italia la disoccupazione giovanile è salita al 29%.
 
A che ora fa il Grande Fratello?

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox




Palmares