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Perché anche i finanziamenti pubblici?

In questo periodo di grave crisi economica il Governo Monti ha affrontato a modo suo i problemi irrisolti da molti anni. I risultati veri saranno evidenti nel lungo periodo, ma intanto, nell'immediato, i cittadini e le imprese sono stati tartassati da tasse e imposte di ogni genere. Che rischiano, in fondo, di portare il Paese al collasso ben prima che inizi l'auspicata e tanto discussa ripresa. I più colpiti sono naturalmente i meno abbienti che disperatamente cercano un posto di lavoro o, comunque, si inventano una qualsiasi fonte di sussistenza pur di ribaltare una situazione ormai insostenibile.

Alcuni economisti appoggiano il programma di Monti, altri però sostengono che avrebbe dovuto, come compito prioritario, affrontare il problema del debito pubblico con la cessione dell'ingente patrimonio immobiliare statale (parte del quale completamente improduttivo) e delle imprese ed enti "inutili" che costituiscono una vera e propria voragine di denaro pubblico. Altri economisti insistono sull'alleggerimento della macchina statale con la drastica riduzione degli organici, a qualunque livello, e l'introduzione, anche nel pubblico, della Cassa integrazione. Oltre la caccia all'evasione, già in atto, molto importante è anche il taglio dei costi della politica e l'introduzione dell'imposta patrimoniale per i miliardari, ritenuti indispensabili anche dal punto di vista morale e psicologico. Il numero, gli stipendi e le indennità dei parlamentari, dei consiglieri regionali, provinciali, comunali, ecc. dovrebbero essere dimezzati; gli sprechi di qualunque genere dovrebbero essere eliminati una volta per tutte. 

Ma tutto questo, purtroppo, non è stato fatto se non a parole o con piccoli e illusori tentativi, ed è anche per questo che cresce di nuovo la speculazione internazionale (in un primo tempo sembrava allentarsi), che non è ancora scomparso lo spettro dell'effetto "Grecia" e che il governo sta perdendo credibilità.

Sono di questi giorni le notizie dei vergognosi scandali riferiti ai finanziamenti pubblici ai partiti politici o meglio ai lauti rimborsi elettorali. In proposito, la disonestà, le speculazioni e le ruberie verificatesi in questi ultimi tempi sono molto preoccupanti e fanno riflettere sull'opportunità e l'utilità di certe leggi. Ma ancor più preoccupante è la palese ostilità di questa classe politica a voler riconsiderare il tutto. E' bastato far balenare una tale idea per provocare l'alzata di scudi di tutti, anche se qualcuno (bontà sua!) presenterà una legge per la regolamentazione della materia. Ma è cosa onesta e sostenibile che in piena crisi economica si pensi a far navigare nell'oro i partiti politici (con i nostri soldi e i devastanti risultati che sono sotto gli occhi di tutti) mentre una gran parte della popolazione non arriva a fine mese e vive con lo spauracchio della povertà più assoluta? 

E' auspicabile che il Governo Monti, se vuole essere ancora credibile, comprenda la situazione e non ceda ai ricatti. E' auspicabile, in proposito, non la regolamentazione o la riduzione, ma la completa abolizione di ogni genere di finanziamento pubblico. E' questo che si aspettano i cittadini. Solo così, oltre a tutto il resto, si potrà affrontare a testa alta, con equità e giustizia, questo difficile momento e pensare alla ripresa e ad un futuro migliore.

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