PdL, al congresso di Imperia eletto il nipote di Scajola senza nemmeno votare

Il 12 febbraio a Imperia si è svolto il congresso provinciale del Popolo delle Libertà che ha eletto coordinatore Marco Scajola. Ma è stato un congresso irregolare in violazione delle stesse regole dello statuto del partito. Ecco come è andata.
Come da regolamento, gli elettori indicano su una scheda la propria preferenza. E’ questa la procedura anche nel caso di lista unica, come ad Imperia. L’unico candidato, infatti, è stato Marco Scajola, nipote di Claudio, ex ministro del governo Berlusconi e uomo potentissimo di Imperia. Normale, quindi, che in quella terra diventi coordinatore un Scajola: evidentemente il PdL non aveva altri nomi.
Era tutto pronto. Le schede erano state stampate, il partito da Roma avava mandato il senatore Ghigo a fare da presidente: bisognava solo votare. Ma all’ultimo si decide di fare in un altro modo. Perché votare? Si è deciso, così, di procedere all’elezione per acclamazione. Tutti d’accordo? Così pare.
Una possibilità, questa, non prevista dallo statuto: come può il senatore Ghigo aver autorizzato una simile deroga?
Scajola jr è quindi il primo coordinatore d’Italia del PdL eletto per acclamazione, con delle regole e delle modalità non ammesse dallo Statuto. A Lettera43 ha dichiarato: “Avrei preferito che ci fosse un voto vero ma è stato deciso così all’ultimo“. E perché?
Ora dovrà nominare i componenti della segreteria, che secondo Statuto dovrebbero essere scelti tra i nomi inseriti nel listino e votati dai tesserati. Ma non essendoci stata votazione non c’è alcuna lista: Scajola potrà nominare chi vuole. Senza dare spiegazioni a nessuno.
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