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Parte dalle Alpi Marittime la riscossa neo-gollista. Il deputato Lionel Luca critica apertamente il Presidente

Già silurato il Ministro del Lavoro Xavier Darcos, giudicato inadeguato: Sarkozy preannuncia un profondo rimpasto ministeriale dopo la disfatta ma Fillon non si tocca.

Parte dalle Alpi Marittime la riscossa neo-gollista. Il deputato Lionel Luca critica apertamente il Presidente

E’ stato il deputato delle Alpi Marittime, terra da sempre baluardo del gollismo più tradizionale che tre anni fa comunque si è rapidamente adattata al nuovo corso indicato da Nicolas Sarkozy, Lionel Luca il primo ad attaccare apertamente il Presidente francese dopo la disfatta elettorale al secondo turno delle regionali di Domenica scorsa che ha visto la sinistra raggiungere un risultato positivo storico ed attestarsi al 54,3% dei voti.
 
“La colpa è tutta di Sarkozy, della sua strategia che ha inserito in un governo di centro- destra troppi elementi una volta appartenenti alla sinistra socialista, inaugurando una stagione trasformistica che ai nostri tradizionali elettori non è affatto piaciuta” ha esplicitamente attaccato Luca, eletto a Nizza metropoli del sud- est francese conosciuta in tutto il mondo per essere la capitale della Costa Azzurra. Il sindaco del capoluogo delle Alpi Marittime poi, non bisogna dimenticare, è quel Claude Estrosi, gollista ortodosso ed attuale ministro del governo Sarkozy, da sempre contrario al disegno presidenziale di coinvolgere, pur dopo una schiacciante vittoria alle Presidenziali del 2007, notabili della sinistra socialista nella nuova classe di governo del paese d’oltralpe.
 
A Nizza si sussurra che Estrosi abbia lanciato il sasso nello stagno, lasciando a Luca l’onere e l’onore di affrontare la stampa, ed abbia nascosto la mano. Che comunque questa estemporanea miscellanea ideologica non sia piaciuta affatto all’elettorato tradizionale di destra e sia stata considerata dai francesi come una delle cause dell’inazione governativa di fronte ai gravi problemi, disoccupazione, recessione economica, alto debito pubblico pro- capite, nati dalla profonda crisi economica globale si evince comunque dal fatto che anche al secondo turno ha votato solamente un francese su due e fra questi ben il 54% ha considerato la “Sinistre plurielle”, Socialisti più Verdi, come la parte politica più indicata per mantenere in vita il celebrato stato sociale, concezione una volta patrimonio pure della destra gollista, che dal dopoguerra ad oggi ha garantito ai cittadini dell’Esagono un alto tenore di vita.
 
In pratica, dunque, a partire da Domenica si può ben dire che un francese su quattro si sia dichiaratamente espresso a favore della “gouche”. Martine Aubry, segretario socialista nonché primo cittadino di Lille, che quasi come in un contrappasso dantesco è la città natale del Generale De Gaulle, ovviamente ringrazia e promette un serio programma di rilancio economico e sociale della Francia in vista delle elezioni presidenziali del 2012. La Aubry però per poter sperare in una vittoria tra due anni dovrà continuare a garantire non solo l’unità interna del suo partito, negli ultimi dieci anni particolarmente litigioso, ma anche un’alleanza strategica con gli ecologisti di Daniel Cohn- Bendit, il celebre leader sessantottino di Nanterre, che a loro volta dovranno trasformarsi in un vero e proprio partito con un’organizzazione seria e stabile.
 
Intanto Sarkozy ieri, nel disperato tentativo di riconquistare la fiducia dei propri elettori, d’intesa con il fedele premier Francois Fillon - “non si tocca” ha ammonito il Presidente - ha licenziato il ministro del Lavoro Xavier Darcos, neo-gollista a lui molto vicino. In lui ha individuato il capro espiatorio ma lentamente il primo cittadino di Francia sta subendo un inesorabile assedio da parte dei gollisti chiracchiani, il nuovo Ministro del Budget proviene da quella corrente, o, peggio, dei fedeli all’ex primo ministro De Villepin che Sarkozy continua a vedere come il fumo negli occhi. Piano piano i vecchi notabili dell’Ump, per interposta persona e lanciando i giovani, stanno riprendendosi in mano le briglie dello storico movimento di centro- destra. Ai francesi d’altronde forse piace così: una sinistra che faccia la sinistra e che si dimostri unita al fine di risolvere i problemi dei più poveri ed una destra gollista che, senza contaminazioni, ritorni a fare il proprio mestiere nel solco della sua tradizione protezionistica che economicamente vede un forte intervento dello Stato.
 
Altrimenti le vie obbligate da prendere sono altre: l’astensione innanzitutto, come si è osservato in queste regionali, ed il suffragio a favore del vecchio leone della destra xenofoba d’oltralpe Jean Marie Le Pen che domenica scorsa dove si è presentato, in Alsazia e nel Languedoc- Roussillon, ha accarezzato percentuali pari al 20% a fronte di un non esaltante 8,7% nazionale. Ora a Sarkozy ed all’Ump, che Domenica si sono dovuto accontentare solamente di quella Vandea del terzo millennio che è l’Alsazia e della sperduta Ile de Reunion, non resta altro che serrare i ranghi in vista delle presidenziali del 2012 giacché l’avanzata della sinistra unita, come concepita da Martine Aubry, sicuramente li induce a preoccuparsi.  

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