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Parlamento confuso e il governo riesce a salvare Equitalia

La Camera ha votato la fiducia sul decreto Sviluppo con 317 sì, 293 no e 2 astenuti; ancora una volta il traghettatore Tremonti supera la prova e conferma la sua insofferenza verso la giustizia sociale. Questo il primo commento a caldo della Federcontribuenti: "Hanno volutamente snobbato le richieste dei contribuenti italiani, ancora una volta si è votato non nel nome del popolo bensì, come espressione dei poteri forti".

Ma come è possibile se solo pochi giorni fa la Camera, all'unanimità, approvò il documento della Federcontribuenti contro Equitalia? Mozioni poi bocciate nella Commissione Finanza, è vero, ma, quella di oggi non era la stessa aula parlamentare dell'approvazione unanime? Misteriosi meccanismi parlamentari che prima fanno gridare alla meraviglia e poi urlare allo sconforto e alla denuncia. Un blocco politico o qualsivoglia centralizzazione: pronti a difendere i diritti degli italiani davanti ad una telecamera e a difendere potenti imprenditori e finanza privata durante il voto. Se è vero che in 293 hanno votato contro è pur vero che, guarda caso, l'equazione matematica ha ancora una volta appoggiato non tanto il governo ma, la politica, economica, tremontiana.

Questo decreto oltraggia le vittime del fisco, non risana l'economia nazionale, non risolve la prepotenza di Equitalia e soprattutto, non si schiera a difesa dei cittadini italiani. Per i debiti fiscali fino a 2.000 euro Equitalia non puo' far ricorso alle ganasce fiscali se prima non ha inviato due solleciti di pagamento a distanza di sei mesi uno dall'altro, questo soltanto per i nuovi debitori. Non si puo' iscrivere ipoteca per i debiti fiscali fino a 20.000 euro qualora l'immobile in questione sia l'abitazione del nuovo debitore. Per gli altri casi resta confermato il limite di 8.000 euro. Sono escluse dal cosiddetto 'spesometro' (comunicazione telematica all'Amministrazione finanziaria delle spese sopra i 3.000 euro) gli acquisti effettuati con bancomat o carte di credito spingendo i cittadini verso la moneta elettronica e quindi verso una politica di speculazione bella e buona. Nell'accertamento coattivo e' prevista la sospensione dei pagamenti per 180 giorni (contro i 60 attuali), vale a dire che prima paghi e poi, semmai, puoi chiedere, come è nel diritto di ogni cittadino, giustizia: come la mettiamo con gli evidenti problemi italiani di giustizia tributaria? I giudici tributari hanno già dato l'allarme: «Tanti ricorsi con richieste di sospensione che provocheranno un pericoloso ingolfamento nel lavoro in questo settore.» I giudici tributari sono pochi, 3.600 mentre l'organico ne prevede 4.668, e lavorano part time perchè non esiste una figura professionale a tempo pieno.

Conclude Finocchiaro: "E' una vergogna che i cittadini non possano contribuire al sistema fiscale, dopotutto son proprio i cittadini a subire le scelte scellerate della classe politica. Questo crea tensioni sociali. Possibile che questo governo non prenda in esame le proposte popolari e delle organizzazioni come la nostra che ogni giorno sono a contatto con questi cittadini e che quindi potrebbero contribuire al bene della Nazione? Basta con il fisco oscuro che minaccia cittadini e imprese". Anche la riforma della giustizia tributaria è tramontata.

Servirebbero magistrati tributari a tempo pieno e bisognerebbe rendere questi indipendenti dal controllo del ministero dell'Economia e delle Finanze, un chiaro conflitto di interesse che rende difficile il lavoro dei giudici chiamati a giudicare cause tra cittadino ed enti pubblici.

Il meccanismo anatocistico per il calcolo degli interessi non si applica a partire dai ruoli consegnati a decorrere dalla data di conversione del decreto, per quelli che fino ad oggi sono falliti anche grazie alla pratica anatocistica non c'è e non ci sarà né salvezza, né giustizia.

Il presidente della Federcontribuenti, Carmelo Finocchiaro, sulla base di quanto deciso dal governo, annuncia e minaccia provvedimenti plateali; è già stata programmata una riunione di urgenza del direttivo dell'organizzazione nazionale.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.251) 23 giugno 2011 08:09

    vorrei pagare tutto ,ma non c’è la possibilità matematica e finanziaria , ho tolto la macchina ,le sigarette , ora il telefono cos’altro fare , ora sposa mio figlio gli farò solo gli auguri. Intanto equitalia continua a martellare , probabilmente dopo 40 anni di lavoro si prenderanno pure la liquidazione,allora io e mia moglie andremo a fare i barboni. Grazie equitalia , grazie governo che DIO vi benedica

  • Di illupodeicieli (---.---.---.232) 24 giugno 2011 16:34

    Alcune considerazioni veloci: considera che ora si va in vacanza...chi può ovviamente, per cui sono quasi certo, per esperienza, che tutto verrà rimandato a data da destinarsi. E se ne riparlerà soltanto se ci sarà qualche caso ,disperato, che richiamerà l’attenzione dei media. Si intende che ne parleranno solo se la notizia sfugge ai filtri dei burattinai, diversamente non si parlerà di suicidi, di persone che rapinano banche o uffici postali per pagare debiti, dipendenti o fornitori. E così come la lotta sindacale, se di lotta si può parlare, fatta da persone superstipendiate, ripartirà in autunno, così vale per la lotta a Equitalia. Dicevo in altri commenti che occorrono associazioni che mettano a disposizione uno stuolo di avvocati e commercialisti per tutelare i propri soci e non solo chi paga per associarsi: nello stesso tempo si deve trovare una banca estera o comunque disponibile a prestare denaro a costo irrisorio. Denaro garantito dagli associati che, potendo almeno tamponare il debito, possono dormire sonni tranquilli. Pensavo a qualcosa del genere come prima soluzione.Mi fermo perchè si sta scaricando la batteria.

  • Di pv21 (---.---.---.254) 26 giugno 2011 12:09

    Masquerade >

    Enfatizzare il “rigore” di Tremonti può servire solo a smorzare gli “appetiti” della speculazione internazionale. Tremonti è Ministro di Economia e Finanze.

    Con la crisi la sua “creatività” ha partorito prima lo “scudo” fiscale, poi il condono delle case “fantasma” e poi le “ganasce” di Equitalia. Sue sono le sentenze del tipo “sono i numeri a dettare la politica” oppure “tenere i conti in ordine non è ragioneria”.
    Sua è stata la politica dei tagli “lineari”.

    Dal 2008 il nostro Debito pubblico è aumentato di quasi 290 miliardi mentre il tasso di crescita della nostra economia non arriva a metà della media europea. La Borsa sta regredendo ai minimi del 2009.
    Ancora nel 2010 l’evasione fiscale è salita dell’11%.
    Dopo i 24 mld di tagli decisi nel 2010 vedremo “aggiustamenti” da 3-5 mld e la Bce insiste per un’ulteriore “cura” da 40 mld.
    Tremonti chiede di “trovargli 80 miliardi” per fare la “vera” riforma fiscale.

    In gioco non c’è solo il riequilibrio del bilancio.
    Dove e come trovare le risorse è fare “equità sociale”.
    Dove e come tagliare è “dare il passo” all’economia.
    Non è più tempo per le ‘performances’ da teatrino di Pantomima e Rimpiattino

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