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Parigi. Lavoratori di colore cacciati dalla Gare du Nord per l’arrivo del presidente israeliano

L'8 marzo il presidente israeliano Shimon Peres è in visita ufficiale in Francia. Arriva alla Gare du Nord con il treno ad alta velocità, il Thalys proveniente dal Belgio, alle 10 e 35 del mattino. Ad accoglierlo, il Presidente della Repubblica François Hollande insieme ad una folta schiera di ministri.

Il 13 aprile il sindacato dei lavoratori ferroviari SUD-Rail denuncia con un comunicato le "discriminazioni avvenute alla Gare du Nord di Parigi" in vista dell'arrivo del capo di Stato israeliano.

Per il suo arrivo [di Peres, ndr] alla Gare du Nord, la SNCF ha richiesto 3 scaricatori alla sua filiale ITIREMIA per occuparsi dei bagagli della delegazione israeliana. Il giorno prima, il responsabile del sito si era lanciato in una strana "selezione" in seno al personale, escludendo "i neri e gli arabi", perché non si potevano impiegare "dei lavoratori musulmani per accogliere il capo di Stato israeliano"!
 
Indignati, i lavoratori/trici hanno chiesto spiegazioni al loro responsabile il quale ha risposto che la misura era stata presa per "ragioni di sicurezza". Alla domanda su chi avesse trasmesso tali istruzioni, il responsabile del sito ha, in prima battuta, risposto ai lavoratori che si trattava del protocollo della Gare du Nord, poi che provenivano dell'Ambasciata d'Israele, quindi del Ministero dell'Interno di concerto con l'Ambasciata d'Israele... Pare proprio che sia stata la SNCF [l'azienda ferroviaria francese, ndr] ad aver trasmesso, tramite corriere, delle istruzioni al responsabile del sito ITIREMIA, che quest'ultimo intende nascondere. 
 
Un portavoce della SNCF ha dichiarato che verrà fatta "piena luce sulla vicenda". Intanto, il 25 marzo scorso, il direttore dell'azienda ITIREMIA, Sébastien Budillon, che è anche - paradossalmente - presidente del CHSCT, il Comitato d'igiene, sicurezza e delle condizioni di lavoro, ha confermato che "i criteri di scelta per accogliere Peres siano stati effettuati in funzione dell'aspetto dei lavoratori". In parole povere, in base al colore della loro pelle
 
La notizia della discriminazione è stata rilanciata dal Telegraph. Il quotidiano britannico sottolinea proprio quest'ultimo aspetto, quello dell'esclusione di nordafricani e lavoratori di colore basandosi sul presupposto (evidentemente razzista) che, "in quanto neri", debbano necessariamente essere di religione musulmana, quindi "naturalmente" invisi alla delegazione israeliana in visita.
 
Budillon stesso ha tentato di giustificare l'operato della sua agenzia invocando un presunto "principio di precauzione", applicato al fine di "proteggere i lavoratori dalle vessazioni che questi ultimi avrebbero potuto subire dal Servizio di Protezione delle Alte Personalità e/o dal Corpo Diplomatico". Come a dire che un razzismo (quello presunto della delegazione diplomatica israeliana) ne giustifica un altro (quello dell'azienda ferroviaria francese). Affermazioni che, purtroppo, si commentano da sole. 
 

 

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