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Papua Nuova Guinea, la caccia alle streghe di Pasqua

 

Ne avevamo già parlato qui, meno di due mesi fa, sperando di non dover raccontare ulteriori capitoli di una orribile, letterale caccia alle streghe in corso da tempo in Papua Nuova Guinea.

Invece, dopo la morte, bruciata vita, di Kepari Leniata, 20 anni, e dopo altri tentativi di rogo, c’è una nuova terribile storia. È accaduta il 28 marzo, quando sei donne e un uomo, Komape Lap, sono stati catturati da una folla di torturatori seriali. I sette sono stati spogliati e gli aggressori si sono accaniti contro di loro, inserendo bastoni roventi nei loro organi genitali.

Komape Lap ha denunciato l’accaduto e la polizia locale ha confermato di aver avviato un’indagine. Delle sei donne, al momento in cui scriviamo, non si sa nulla. Forse, si sono rifugiate in una delle cliniche gestite da suore e laici europei nel paese.

La “giustizia fai da te” della moderna Inquisizione papuana contro le persone sospettate di stregoneria (che, in quest’ultimo caso, ha coinvolto anche un uomo) affonda le radici in una profonda misoginia radicata nella cultura del paese e dalla credenza secondo la quale quando muore un uomo, la colpa è sempre di qualcuno, meglio di qualcuna. È favorita, però, anche da una legge, l’Atto sulla stregoneria del 1971, che esalta la “stregoneria innocente” e punisce le forme “vietate” di stregoneria.

Sono decenni che le organizzazioni per i diritti umani chiedono l’abolizione di quella legge e sono anni che chiedono alle autorità di prevenire, e sanzionare duramente quando si verifichino, le cacce alle streghe. Lo hanno chiesto, di recente, anche le Nazioni Unite.

A marzo, si è mossa anche la Commissione per le riforme legislative e costituzionali, che ha sollecitato l’abrogazione dell’Atto sulla stregoneria.

Della caccia alle streghe in Papua Nuova Guinea si è occupata anche la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, che ha fatto notare quanto le donne vedove e sole siano le più colpite.

Dopo il rogo di Kepari Leniata, il primo ministro paupano Peter O’Neill, ha preso finalmente la parola: “spregevole e barbarico”, lo ha definito. Se le autorità del paese si renderanno conto che la giustizia dev’essere amministrata da un tribunale istituito per legge anziché dalla superstizione, forse la caccia alle streghe finirà una volta per tutte.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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