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Papa Francesco: "È in corso la Terza Guerra Mondiale"

Quando noi usiamo il termine globalizzazione, lo usiamo per nascondere le nostre incapacità, o mancanza di volontà/interesse, a comprendere ciò che sta accadendo al nostro intorno. 

L’altro giorno, 19 agosto, mentre passavo le notizie della mattina, un articolo mi ha attirato l’attenzione: Papa Francesco: “È in corso la Terza Guerra mondiale”. 

Ho pensato che la notizia è molto importante non perché la dichiarazione è stata fatta del Papa, ossia dal leader della seconda religione con più adepti al mondo, ma perché fatta da un Capo di Stato considerato tra le persone piú importanti e influenti al mondo.

“È una guerra non convenzionale, anche se fatta a pezzetti”: un po’ qua... un po’ lá... un po’ in altri cantoni. Tutto questo è la lotta tra le due maggiori organizzazioni politiche mondiali, allo scopo di favorire i propri sostenitori ad acquisire ulteriori fette di mercato in un mondo globalizzato.

Quando noi usiamo il termine globalizzazione, lo usiamo per nascondere le nostre incapacità, o mancanza di volontà/interesse, a comprendere ciò che sta accadendo al nostro intorno. Per stare in pace con la nostra coscienza cerchiamo il Colpevole e la Colpa: le Multinazionali e la Globalizzazione; dove la seconda serve ai primi per omogeneizzare i prodotti e cosí aumentare i margini di lucro atraverso economie di scala. Ma le “economie di scala” non servono per ridurre i costi e così contenere i prezzi? È per questo che si chiamano economie!

E questo ragionamento ci porterebbe ad una nuova caccia alle streghe, manovra di marketing abilmente introdotta per distogliere la visione dall’insieme e ridurla ad una inutile osservazione miope e fine a se stessa.

Noi tutti, al di lá della fede religiosa e politica, dobbiamo fare un passo indietro riconoscendo il nostro simile come nostro uguale. Nessuno è nemico di nessuno: il nemico è la nostra aviditá e il nostro interesse “super partes", che ci portano a rinunciare a quello di cui necessitiamo per desiderare quello che non è fondamentale a noi.

Rendendoci conto di questo, riusciremmo a tornare a usare le cose e non a consumarle, perché il consumismo consuma le nostre necessità, rendendole apparentemente innutili: è meglio un’auto (apparire) che una abbitazione (essere).

"Noi usiamo le cose" o "le cose ci consumano"? Il concetto esatto è dove “noi” siamo il soggetto e non le “cose”.

Riprendiamoci il bandolo della matassa che abbiamo delegato a lobbies, con interessi personali-privati e per nulla sociali, e che hanno trasformato la nostra Democrazia in una Disprezzocrazia.

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