• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Pagamenti elettronici - cosa si nasconde dietro alla proposta di incentivo (...)

Pagamenti elettronici - cosa si nasconde dietro alla proposta di incentivo ad utilizzarli?

Qualcosa non è del tutto chiaro sulla previsione di aumento del gettito d’iva e conseguente contrasto al sommerso, agevolando i pagamenti elettronici con incentivi economici. La Corea del Sud, dopo una serie di flop da parte della governance, ha introdotto la possibilità di dedurre dal reddito da lavoro una percentuale delle spese, pagate con mezzi elettronici.

Da statistiche pubblicate e soprattutto dall’interessante rapporto del World Bank Group del 2017 "Can Tax Incentives for Electronic Payments Reduce the Shadow Economy?”, emerge di fatto che la Corea del Sud abbia introdotto nel 1999 (parliamo di vent’anni fa) un’agevolazione sui pagamenti con carte di credito e di debito per contrastare l'evasione fiscale tramite misure deterrenti. Precedentemente lo stesso Paese, utilizzava un sistema di obblighi fiscali molto simile a quello adottato in Italia, con l'obbligo di installare registratori di cassa e di rilasciare ricevute e scontrini. Tuttavia, queste misure deterrenti furono ritenute inefficaci e quindi abbandonate dal governo coreano, il quale le sostituì con la possibilità di cui sopra. In sintesi queste spese, per l'importo compreso entro una soglia minima e una soglia massima, possono essere in parte dedotte sul reddito (nel corso degli anni la percentuale è variata dal 10% al 20%, arrivando anche al 30% per le carte di debito) riportando i relativi dati nella dichiarazione dei redditi annuale.

Va considerato il fatto che l’Italia ingloba in sé delle realtà uniche al mondo che non possiamo fingere di non vedere, con particolare riferimento alla più ampia rosa di crimine organizzato come mafia, camorra, ‘ndrangheta e ‘ndrine varie, sacra corona unita, mafie africane e nigeriana in particolare e tutto il resto. Non dimentichiamo che dal Piano Marshall in poi il Paese è stato ricostruito ha trovato il suo boom economico che è fiorito sul sommerso, non certo sul fatturato e conseguente IGE, oggi IVA. Questo per evidenziare che il nostro pregresso è stato pesantissimo ed ha fatto comodo a tutti senza distinzione alcuna. I ricchi sono diventati più ricchi e potenti, i poveri sono passati alla classe media, permettendosi cose prima impensabili. Tutti sapevano che funzionava in questo modo ma nessuno a quel tempo ha fatto nulla per tentare almeno di contenere il problema.

In una società moderna dove esistono leggi dedicate alla privacy con garanti preposti e dove la riservatezza del dato pretende un rispetto religioso, la proposta di tracciare i pagamenti suona decisamente male. Perchè queste registrazioni capillare in un contesto già ampiamente controllato elettronicamente, da telecamere, da smartphone, reti, badge, telepass, carte di credito, carte fedeltà eccetera? Dove vogliono portarci queste scelte travestite da soluzioni che in realtà hanno fini differenti e sicuramente poco convincenti soprattutto in un Paese come il nostro dove i veri evasori non sono rappresentati dal droghiere che forse ti frega 50 contesimi di euro o dal calzolaio che ti chiede ti non farti lo scontrino altrimenti non ce la fa a vivere. Oggi facciamo la spesa nei centri commerciali dove paghi con la carta di credito o con il bancomat e quindi sei già tracciato, con i tagli apicali in euro è una difficoltà enorme perché nonostante siano moneta corrente, il segmento da 200 e 500 euro non te lo cambia più nessuno. La BCE ha anche avuto la geniale idea di non stampare più il taglio maggiore per contrastare l’antiriciclaggio ma ho l’impressione che si sia complicata la vita: mentre prima la movimentazione con banconote da 500 euro era molto probabilmente da verificare per qualche plausibile sospetto, adesso questo parametro non esiste più e questo non significa che il problema non esista ma solamente che avranno abbassato la grandezza del taglio per i pagamenti in nero, o che abbiano pensato di utilizzare sistemi di pagamenti differenti: ad esempio i dollari il cui taglio apicale è da 100$. Non credo si tratti di scelte poco sensate, piuttosto mirate ad altri obiettivi di cui non siamo stati messi al corrente.

Il mondo delle cripto valute mi fa pensare ad un altro sistema poco cripto e molto valuta; sono sistemi che sono sconosciuti alla gente comune, quella abituata ad alzarsi alle 5 del mattino per mandare avanti il sistema Paese mentre è ben sfruttata da personaggi e faccendieri senza troppi scrupoli. Faccio anche fatica ad attribuire un giudizio razionale ad una moneta “nascosta o coperta - come da definizione di cripto” quotata in borsa di cui non vi sia la possibilità di risalire al tracciamento e a noi popolo bue, ci obbligheranno ad utilizzare tassativamente la tracciatura. Qualcosa non mi torna! E’ come se un farmacista ti vendesse i preservativi forati, non ce la raccontano giusta. La BCE spende milioni di euro l’anno per la stampa, la gestione, la distribuzione delle banconote, la gestione ed il pagamento del personale e questo è un pozzo sfondato. Oltretutto i dipendenti di Banca d’Italia hanno fior di stipendi e per la comunità è un macigno pesantissimo. Non sarà che l’eliminazione del contante aiuterà ad arginare il salasso della BCE? Le Filiali di Banca d’Italia negli ultimi anni sono state ridotte numericamente in modo importante. 

Sul sito della Banca d’Italia si legge quanto segue: “La rete territoriale è articolata in 39 Filiali: 20, insediate nei capoluoghi regionali, svolgono l’intera gamma delle attività; 13 svolgono in modo differenziato una parte rilevante di queste attività; 6 sono specializzate nel trattamento del contante per la distribuzione e la raccolta di banconote nei confronti di banche e Poste e non offrono servizi al pubblico. Questo assetto è il risultato della riforma della rete territoriale, avviata dalla Banca d’Italia nel 2015, che prevede un più ampio coinvolgimento delle Filiali di maggiori dimensioni in diversi versanti istituzionali e che ha comportato la chiusura di 22 strutture con operatività ridotta”.

L’euro è entrato in circolazione il primo gennaio 2002 e la riforma avviata da Banca d’Italia viene posta in essere 13 anni dopo l’insediamento del nuovo segno europeo e guarda caso, dopo il primo restyling del biglietto da 5€ della serie Europa. Quindi la perplessità resta ancora del tutto aperta: tracciare i nostri pagamenti ha davvero il significato di aumentare il gettito dell’iva? Ha davvero il senso di contrastare la lotta all’evasione fiscale? Oppure serve a rientrare con l’enorme quantità di danari utilizzati dalla BCE per l’ambizione dell’euro? Oppure il progetto è un altro ancora e la tracciatura dei nostri movimenti serve ad un controllo più capillare della popolazione?

Foto: Pixabay

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità