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Padellaro e Telese: a Sassari un grande Fatto

Il direttore e l’inviato del quotidiano romano, in trasferta sull’isola.

Lavoro, informazione e bagno di folla con i lettori.

La piccola maratona sull’isola, mostra da subito l’impervia vita insulare. L’aereo (..Alitalia che funziona..) proveniente da Roma, accumula ad Alghero ritardo per "soli" 50 minuti. Inezia per i tanti pendolari di rientro al sabato ed abituati a ben altri disservizi, insperato imprevisto da alterare l’agenda di appuntamenti, per chi ha gente che aspetta. Non è gente comune o forse lo è, molto più dei semplici comuni. Così la prima tappa del tour isolano (Porto Torres) viene differita al pomeriggio per Antonio Padellaro e Luca Telese. Il direttore del Fatto Quotidiano ed il suo inviato speciale, conduttore televisivo del Tetris su La7, puntano direttamente su Stintino. Li attende una motobarca charter per l’Asinara. Insieme a loro, Cinzia Monteverde (azionista fra la proprietà del giornale) e l’abituale chauffeur che ha organizzato in loco gli appuntamenti: Elias Vacca, responsabile nazionale giustizia PDCI, ex deputato alla Camera nella scorsa legislatura.

Dopo l’intensa mattinata sull’isola dei cassa integrati (d’obbligo la lettura dello stesso Telese alla pagina 10 del Fatto di domenica 14 marzo) Vinlys ed il transito al presidio operaio, simbolo della dura vertenza (la torre saracena di Porto Torres), in serata l’incontro nel capoluogo Sassari.

L’appuntamento iniziale, presso la libreria internazionale Koinè, è trasferito necessariamente ai vicini giardini pubblici di piazza Colonna. Impossibile poter accogliere nel negozio di Aldo Addis, le oltre duecento persone, letteralmente assiepate, ad una panchina tramutatasi in un mini palco con due diffusori sonori, prontamente rimediati in libreria. Lo scroscio d’applausi saluta l’arrivo dei giornalisti e Luca Telese è l’anchorman nell’agorà. Due, i punti chiave che guidano l’intervento del giornalista romano, nato a Cagliari. Il primo fissa le visioni forti del mattino. "L’estetica del reality", la solitudine, distribuita ad arte dal pensiero unico della tv commerciale, foriera di estetica guardona, concetto ripreso da Carlo Freccero - "..Quando tutti diventiamo guardoni, diventiamo tutti impotenti..." - Ma l’altra metafora, reale, è questa isola dei cassaintegrati, efficace parodia all’inverso dei due ragazzi sardi emigrati (Michele Azzu e Marco Nurra) che hanno avviato il tam tam on line su f.b. Raccontando l’incontro vero della mattina, con gli operai Vinlys, giovani e vecchi, alla torre di Portotorres, Telese estrae una vena ironica, segnale di flebile perdurante ottimismo: Il "Circolo Filantropico La Torre" è la didascalia letta nella stanzetta in cima alla torre, apposta dai dimostranti e il ricordo di esserci. "..Sono contenti perchè hanno trovato un frammento di dignità.." chiosa Telese. Sono contenti, molto, i duecento (almeno) sassaresi che hanno atteso oltre mezz’ora, il ritardo accumulato, dal "clan eversivo". Scherza con la goliardia telegenica, Telese, cercando il colore viola fra I presenti per censurarlo. Ricorda l’opera prima dell’altro giovane web fenomeno: Federico Mello, ispiratore del movimento omonimo, nato con l’apicale No B. Day dello scorso dicembre.

Inevitabile non fermarsi sull’altro fronte della cronaca, aperto guarda caso proprio dallo scoop fatto in casa (Il Fatto di venerdì 12 marzo) e rilanciato da tutti i media italiani, riguardanti le intercettazioni sulle pressioni esercitate ai massimi organi istituzionali dell’informazione per silenziare AnnoZero.

Quando al termine del primo giro, evoca la complicata estate scorsa, trascorsa nel realizzare l’azzardato trasloco in una piccola, quasi "fantasma" redazione, piena di vuoti e incertezze, trova il "viola" più vicino, il pullover di Antonio Padellaro, pronto a raccogliere il microfono.

Partendo da questa fatidica estate, il direttore confida le molte notti insonni pagate ad un progetto che nelle fasi iniziali somigliava più ad un sogno proibito o peggio ad una pazzia con molti scrupoli, considerato il futuro (messo in gioco) di diverse professionalità e delle relative famiglie coinvolte. "..Senza quel briciolo di follia non saremmo qui a parlare del giornale e dei suoi lettori..."

L’editoriale a cielo aperto del direttore chiarisce lo scopo del Fatto Quotidiano. - "...Noi siamo il giornale dei lettori.." l’ho sentita tante volte ma l’ho vista poco" – attacca l’ex direttore de L’Unità. Che rifacendosi a tante e decisive esperienze di direzione, nel corso della navigata carriera, cerca nei lettori, la componente primaria del giornale. Un rapporto duplice: commerciale dato dalla bontà della fattura ogni giorno in edicola; di relazione e contatto con i lettori. Un parlare con I cittadini che non si limiti solo alle rubriche di posta o al forum elettronico, già presenti nei media tradizionali. Per questo un giornalista degno di questo nome "..non passa la giornata al telefono con il Premier o con il leader di partito di riferimento.. ( scrosciano applausi ndr) ma con i lettori". Questo, il senso di andare incontro alla gente, agli operai deimenticati dell’isola, alla grande industria che non può essere abbandonata a se stessa, alimentando "un’ingiuria al Paese tutto" .

Ancora sulla Giustizia: "..il giornale non è la voce delle procure ma meglio essere la voce delle procure che la voce dei delinquenti.."

La conclusione è un abbraccio fra la possibilità di un giornalismo fatto in modo diverso che dia la felicità a chi possa ritrovare questo mestiere e la reazione di tanta gente per bene che sta reagendo, gradualmente a situazioni non più tollerabili.

Due interventi di sassaresi in ascolto, incoraggiano questo cambio di mentalità che esula dalla mera contrapposizione fra diversi colori politici.

Ci vorrà il tempo necessario, Il Fatto vuole raccontarlo e prosegue la spedizione: Alghero, Nuoro e Cagliari. Da lunedì in redazione, prima di un altro viaggio.

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