PD, via le paure, fuori il coraggio!

Il Partito Democratico continua la sua marcia di avvicinamento alle Europee di giugno. Il nuovo segretario Dario Franceschini ha fornito una piccola svolta alla strategia politica usando maggiore aggressività verso il centrodestra, non risparmiando forti critiche al premier, ritirando fuori il "vecchio" problema del conflitto di interessi e soprattutto lanciando proposte programmatiche ad effetto, come l’assegno di disoccupazione o la tassazione dei redditi piu alti. Una linea politica improntata sul sociale, tutto questo finalizzato al recupero degli indecisi, dei delusi dal partito, degli elettori progressisti che tornano a guardare con interesse ai movimenti della Sinistra radicale o a quelli che hanno imboccato la strada del sostegno alla Italia dei valori.
Questa nuova strategia, che Veltroni aveva già iniziato ma senza piu avere la credibilità necessaria per poterlo fare, sembra mietere un qualche successo. Nelle settimane successive alla elezione di Franceschini c’è stato un minimo recupero del consenso che appare però tuttora insufficiente a riportare il PD ai "numeri" del 2008, con il partito piantato ben oltre il 30%.
Le insidie per il nuovo segretario poi non mancano affatto. Una ad esempio è rappresentata dalle candidature per le europee, ancora in fase di completamento ed i nomi che circolano sono imbarazzanti. Cofferati, il sindaco "cacciato" a furor di popolo da Bologna che decise, non si sa quanto spontaneamente, di non ricandidarsi per un secondo mandanto a causa della lontananza tra la città amministrata e Genova, dove vive la sua famiglia ora è "corteggiato" per un mandato europeo, il che è illogico. Lo stesso Cofferati aveva detto che non si sarebbe mai e poi mai candidato alle europee.
Per la circoscrizione Centro le cose non cambiano. Un nome di punta sembra essere quello dell’ex coordinatore del partito, Goffredo Bettini, uno dei maggiori responsabili della disastrata gestione veltroniana ed anche della perdita di Roma. La sua candidatura ha provocato le dimissioni di alcuni dirigenti locali, segno della totale disapprovazione della base rispetto alle decisioni dei vertici.
Oltre al nodo europeo ci sono pero problemi ben piu importanti. Uno di questi si è presentato proprio questo sabato, con la manifestazione della CGIL. Franceschini, per non urtare la parte moderata del partito, è stato "costretto" a partecipare solo in via personale, annunciando la sua presenza anche alle eventuali mobilitazioni di CISL e UIL. Il PD, al contrario di Sinistra e Libertà, Rifondazione e Di Pietro, non ha potuto mandare quindi una delegazione ufficiale alla manifestazione e questo è un sintomo grave. Anche per i temi sociali, come per quelli dei diritti civili, i Democratici sono costretti a "non schierarsi" per non scontentare nessuno. Sul testamento biologico infatti la commissione del partito, deputata ad esprimere una posizione ufficiale, decise di non votare limitandosi a prendere atto di una "posizione prevalente".
Con tutto il rispetto per chi, dopo anni di sacrifici e di impegno, ha contribuito fattivamente alla nascista di un nuovo soggetto politico, l’immagine che il PD dà di se stesso è desolante.
Cosa vuol dire "posizione prevalente"? Un partito è fatto di persone e le persone votano, su tutto. Siano temi di politica nazionale, internazionale, problemi etici o sociali. Su una questione cosi importantante come il testamento biologico il PD dovrebbe esprimere una linea CHIARA, anche se non unanime, anche con una minoranza che vota contro. Succede in tutti i grandi partiti europei e mondiali. Non è possibile non esprimere una linea chiara per paura di scontentare la minoranza. Perche il dramma è che nel PD c’è una maggioranza su tutti gli argomenti piu importanti, ma non la si palesa per evitare scontri interni. E questo è intollerabile come è intollerabile non mandare una delegazione ufficiale alla manifestazione CGIL che è scesa in piazza per gridare al paese l’inettitudine e l’inadeguatezza di questo governo. Non dovrebbe essere un problema del PD se CISL e UIL hanno scelto la "connivenza" con il potere mettendo da parte il loro dovere di tutela nei confronti dei lavoratori.
La dirigenza del partito deve capire che è il momento delle scelte, chiare, nette, senza esitazioni. Il partito deve scegliere se schierarsi con i lavoratori, come un grande partito progressista dovrebbe fare, o continuare a rimanere nel limbo anche per le questioni sociali, come se non bastassero le incertezze a livello etico.
Il Partito non deve aver paura di schierarsi con la CGIL, questo non vuol dire automaticamente abbandonare il "ceto medio" e gli imprenditori, lasciandoli nelle mani della destra. Il PD dovrebbe scegliere di seguire la strada del buonsenso che in alcuni casi porta a manifestare per la difesa dei lavoratori, dei ceti mediobassi, dei precari e delle classi piu deboli mentre in altre occasioni porta a discutere con le imprese, cercando incentivi, aiuti e proposte per ricerca ed innovazione che aumentino la competitività del comparto industriale. Le due cose non sono incompatibili, bisogna solo parlar chiaro e questo sarà possibile solo con un programma politico che rinunci alla "paura" di scontentare qualcuno ed abbracci il "coraggio" di usare il buonsenso come unica via.
L’unica cosa incompatibile con la credibilità è il comportamento mantenuto dal partito nei mesi passati, comportamento che sembra proseguire anche ora, con i suddetti tentennamenti e questo i dirigenti lo sanno molto bene. Debora Serracchiani, segretaria del PD di Udine, lo ha detto chiaramente a Franceschini in uno dei discorsi piu applauditi qualche settimana fa alla riunione di Circoli del partito. La Serracchiani sarà, aggiungo giustamente, candidata per un seggio a Strasburgo, grazie alla mobilitazione della base nata dopo il suo discorso e grazie anche alla intelligenza politica di Franceschini.
Io mi chiedo però come possa essere possibile che tuttora i vertici del partito non riescano a capire quanto male stanno facendo alla "loro" creatura. Ripeto, per il PD è arrivato il momento del coraggio, di prendere posizione ufficiali e non "prevalenti" sui piu grandi temi di questo paese, anche a costo di perdere qualcuno per strada. La posta in gioco è altissima, perche si rischia seriamente di perdere la credibilità che un partito che vuole essere di massa deve necessariamente avere. Se si continua cosi il discorso-sfogo di Debora Serracchiani rischia di rimanere una "goccia di buonsenso" in un mare di miopia politica ed il fallimento del progetto democratico sarà definitivo.
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