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PD: le catilinarie

L’incontro tra il leader del massimo sindacato italiano e il leader del maggiore partito di opposizione, in odore di congresso, sembrava una occasione importante, da seguire. Tuttavia, se seguo la strada empirica dei fatti, mi sbagliavo. Un solo quotidiano nazionale ne parla e con un articolo che fa spavento (il secolo decimonono), un solo blog, il mio, descrive i contenuti dell’incontro. Non solo. Direte che non ne sapevate nulla, che non è stato abbastanza pubblicizzato come evento, il che forse è vero, ma non potete pararvi dietro un dito. Il mio articolo, come credo quello del secolo decimonono, è stato letto da due persone e da una coccinella che passava per caso, in vena di ottimismo.




E’ una constatazione che mi fa riflettere, e mi porta diretto ad una conclusione. Il mondo di internet si configurava come il più libero, come una piazza enorme dove si scambiavano le idee, nascevano discussioni, piattaforme, forum, gruppi di persone; era una realtà in movimento. Da un po’ di tempo i social network sono assediati dalle vicende berlusconiane e dalle vignette che provano ad ironizzare, lo avevo già detto, questo web italiano è un vignettificio, spesso irrorato da buffe e squallide elucubrazioni che non creano riflessioni, che non stimolano, che riescono solamente a far fare due risate, senza aggiungere nulla. Alcuni blog, si dovrebbe davvero non-leggerli...

E’, in pratica, una informazione arida, che concede un’ampissima vetrina ad un solo protagonista, nel bene e nel male. Continuando a camminare sullo stesso filo vediamo che se lo spazio è uno solo, alla opposizione, al suo leader, non resta altro da fare che parlare di quei temi e di quelle vicende. Risultato: gli viene detto che non ha programmi, che non ha idee, che riesce a fare politica solo buttando vangate di merda sull’avversario. Franceschini ha spesso fatto opposizione sulle vicende berlusconiane e non ha ottenuto grandi risultati, stando almeno alle ultime elezioni. Veltroni, invece, ha sempre e comunque cercato il dialogo, ha fatto una campagna mediatica molto forte, è stato il primo a provare in Italia ad usare i mezzi del web, e via dicendo, ed ha ottenuto di essere trattato come un prete, uno che non sa attaccare.




Scansando il fatto, purtroppo vero, che la sinistra non è riuscita a stare al passo coi tempi, che la sua macchina perde olio da tempo immemore, che non usa le nuove tecnologie, che non sa essere innovativa, che rende palesi i giochi di potere, che non riesce a parlare a questo immenso ceto medio, e tantomeno ai poveri di oggi, è anche vero che non gli viene concessa l’opportunità. I partiti piccoli ci provano, parlano, animano i dibattiti, raccolgono applausi, infiammano le platee, ma al momento del voto il cittadino di sinistra ha troppa paura di Berlusconi per votare Vendola o Ferrero. Auspicabile, infatti, ciò che chiede Bertinotti, che alla fine è lo stesso sogno Vendoliano, cioè una sinistra europea, unita.

A guardar bene in questo sembra credere anche Franceschini, si intravede tra le righe la possibilità di larghe intese nel suo discorso a Serravalle Pistoiese. Io... io cambio nome, e da oggi mi firmerò con generalità differenti, francesi: Charle De Gaulle. Quando nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, Hitler raggirò la Linea Maginot, fin troppo facilmente, e si diresse verso Parigi, successe questa cosa strana, che tutta la Francia meridionale scoppiò in un sussulto di gioia e proclamò la "Repubblica di Vichy", filonazista ovviamente. De Gaulle partì per Londra e da lì diresse tutta la resistenza, senza mai arrendersi. Vi chiederete cosa mai c’entri io, perchè macchi con il mio nome un personaggio storico di incredibile caratura.



Io c’entro poco o nulla con De Gaulle. Io me ne starò qui, nella mia Inghilterra libera che è questo blog, a continuare a diffondere idee, a commentare, a cercare di creare spazi, domande, informazioni realmente alternative, contro il vignettificio di Vichy, contro una stupida Linea Maginot fatta di sole prese per il culo del premier senza sostanza. Io sogno davvero una Italia differente. Riciard also called "Charles De Gaulle".

P.S. Nella mia infinita bontà vi lascio una seconda opportunità di non cadere nella mani irretite dei Vichyani e Maginotiani, regalandovi il video integrale del confronto Franceschini - Epifani:

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