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Oxford: la cerimonia

 

Do Fidem (Io giuro). Con questa formula in latino gli studenti della università di Oxford ottengono l'atteso riconoscimento dei loro Bachelor (Laurea base), Master (Magistrale/specialistica) e PhD (Dottorato). Non una semplice stretta di mano, ma una vera e toccante cerimonia. I partecipanti indossano un particolare abito accademico, dai diversi colori in base al titolo.

I candidati sono seduti in ordine di presentazione su entrambi i lati del Sheldonian Theatre, secondo progetto di Sir Christopher Wren nel 1648, definito nel 1994 dalla commissione europea “uno dei gioielli architettonici di Oxford”. Di fronte a loro, i professori e i direttori dei college che compongono l'università, i quali presenteranno gli studenti. All'inizio della cerimonia, il Vice rettore, preceduto dagli usceri, insieme al consigliere e al cancelliere, recita un discorso di presentazione in inglese, proseguendo poi con la formula classica in latino.

Una volta ricevuto il benestare dei loro tutor e del consigliere, i laureati si allontanano dall'aula, e ritornano con un nuovo abito, simbolo del cambiamento, del raggiungimento di una meta, non considerato come ultimo step della loro vita, sociale e accademica nella più prestigiosa, insieme a Cambridge, università britannica, ma come segno di rispetto e ringraziamento da parte dell'università, e non viceversa.

Infatti, a prescindere dalla gerarchia universitaria, tutti si tolgono il cappello per salutarsi. Alla fine del cerimoniale, studenti, professori, familiari e amici, si spostano in un altro salone per un soft drink e poi, in base al college di appartenenza, nella mensa per il prelibato pranzo (antipasto di fichi, tartina al formaggio di pecore e cipolle caramellate, tiramisù, sherry, vino, caffé, acqua). Circa 10 sterline, un po' di più di quello della bouvet del parlamento italiano.

Sfogliando la brochure preparativa alla cerimonia, due punti balzano ai miei occhi:

1. L'origine del vestito indossato dai laureandi si perde nella notte dei tempi, addirittura si ispira alla più antica università del Portogallo, situata a Coimbra e, escludendo il copricapo, all' Italia.

2. Nell'elenco degli studenti ci sono ben due italiani: Nicola Ielpo (Master in ingegneria), Alessandro Di Nicola (Dottorato).

Due punti curiosi, messi assieme.

Ovviamente Oxford non è una università qualunque, vi sono studenti da tutto il mondo, e i criteri di ammissione sono molto severi.

Perché ciò non avviene nel Bel Paese? Perché lo studente viene continuamente vessato dalla presunta superiorità, tramutata in arroganza, di un numero importante di professori universitari?

Non dovrebbero essere questi ultimi a ringraziare i laureandi, di volere seguire i loro corsi, di avere ancora voglia di studiare, anche se del sistema scolastico italiano vi è rimasto solo lo scheletro?

Cambierà? Cambierà. Gridiamolo insieme: Do Fidem.

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