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Ottanta anni dall’armistizio di Cassibile

Il generale Pietro Badoglio capo del governo in carica trasmise il giorno otto settembre del 1943 questo messaggio alla radio. "Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. 

La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza." Si dice chiaramente di non combattere più le forze angloamericane e di difendersi dagli altri attacchi. In Italia c'erano circa un milione di soldati con a disposizione centinaia di carri più di mille cannoni e tantissime mitragliatrici. Sul territorio inoltre c'erano ottocento aerei da combattimento e una flotta di circa duecento sessanta navi militari Purtroppo dal 25 luglio ai primi di settembre pur tra mille proteste si era permesso ai tedeschi di occupare i passi alpini ai confini con Francia, Austria e Slovenia. Si era concesso di fare entrare almeno una decina di divisioni che avevano puntato subito a stazionare vicino ai nostri porti e aereoporti, pronti ad assumere il controllo. Le unità militari italiane riuscirono a liberare diversi territori dai tedeschi. La Sardegna, la Corsica che allora era sotto il nostro controllo e parte del sud Italia. Le Puglie, la Basilicata, la Calabria Nelle altre regioni mancò completamente un coordinamento. Si tentò la difesa di Roma, in parte quella di Napoli. si combatté nel Friuli, dove stavano entrando i partigiani sloveni, pronti a vendicarsi sui civili. I numerosi generali cercarono soprattutto di trattare con l'ex alleato, dimenticando che in guerra una volta che ci si fa disarmate si è già perso. Forse ottennero che i tedeschi non perseguitasse i civili Si riuscì a far decollare circa un terzo degli aerei per trasferirli nel sud Italia. Gli angloamericani diedero disposizioni solo sulla flotta, che doveva recarsi a Malta e arrendersi. Le unità migliori lo fecero. In gran parte ci furono restituite alla fine del conflitto. Di un milione di militari circa la metà furono fatti prigionieri e trasferiti in Germania. Rientrarono in gran parte alla fine del conflitto. Molti altri si dispersero. Una parte circa centomila, forse di più , soldati diventeranno cobelligeranti. Alcuni battaglioni decisero di collaborare con i tedeschi e altri diedero vita alla resistenza. Non abbiamo trovato stime del numero delle truppe tedesche in Italia, sicuramente molto meno degli italiani Inoltre va precisato che già dallo sbarco in Sicilia i tedeschi avevano messo in campo dei piani in caso di resa degli italiani. Mussolini prima di dimettersi ebbe un incontro con Hitler. I generali gli avevano suggerito di comunicare a Hitler una intenzione di resa. Mussolini non lo fece e chiese aiuti. Hitler monopolizzò l'incontro con una lunga filippica sul non arrendersi. Il governo Badoglio preferì trattare di nascosto con gli americani, sperando di ottenere condizioni migliori, ma alla fine si dovette accettare una resa incondizionata. Sembra che a fine agosto delle disposizioni all'esercito italiano fossero state date dai comandi, ma erano confuse e difficilmente applicabili. Dopo l'armistizio nel 1944 gli Americani gradualmente assunsero un atteggiamento più benevolo nei confronti del governo italiano anche grazie all'appoggio elettorale che gli italoamericani diedero a Truman in occasione della tornata elettorale:. Riuscimmo a salvare nel complesso l'integrità territoriale. I francesi volevano la Val d'Aosta, gli austriaci il Tirolo e i titini tutto il Friuli - oltre l'Istria che si presero.

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