Ostuni, 2 consiglieri espulsi dall’UDC: hanno votato per la rimozione del crocifisso dall’aula
Due consiglieri comunali di Ostuni (Br), Fabrizio Putignano e Angela Matarrese, sono stati espulsi dal loro partito, l’Udc. Il motivo? Hanno votato, scrive Brindisi Oggi, “per togliere il crocefisso dall’aula consigliare”.
Secondo il segretario provinciale del partito, Ciro Argese, la loro scelta ha suscitato “incredulità e sgomento”. In effetti, scoprire che in un partito clericale vi sono anche dei laici desta quantomeno sorpresa. L’anomalia, come prevedibile, è stata immediatamente sanata. E tutto sommato è giusto così: ogni partito è libero di caratterizzarsi come preferisce.
E come si caratterizza l’Udc è ben chiaro anche in Europa: quando Rocco Buttiglione fu proposto dal governo italiano per l’incarico di commissario europeo, alla prima dichiarazione da fondamentalista religioso (in pratica appena aprì bocca) fu impallinato senza pietà. In Europa, essere cattolici è di certo accettabile. Non lo è essere clericali estremisti.
Certo, l’Udc ha mostrato per l’ennesima volta qual è la sua scala di priorità: i pregiudicati in lista van bene, i laici tra gli iscritti no. Si sa, nel mondo cattolico il valore dell’onestà, in politica, viene ben dopo i valori negoziabili e il simbolo della ditta.
Il vero problema, però, è che con questa bella gente c’è chi, laico o sedicente tale, un’alleanza la vuol proprio fare. La vittoria di Rosario Crocetta in Sicilia, a capo di un’alleanza Pd-Udc, per qualcuno ha già indicato una strada da ripercorrere. Dimenticando però che ha raccolto soltanto il consenso del 14% degli aventi diritto al voto. Ma Casini già rilancia: se Sel accetterà di correre nel listone Pd, l’alleanza la si potrà fare anche con lui. Pd e Sel hanno qualcosa da dire?
La vicenda si presta dunque a ricordare ai leader del centrosinistra che l’ultimo governo Prodi cadde in seguito a una votazione del Senato in cui a negare la fiducia furono ben sette senatori eletti nelle loro fila: di essi, uno solo apparteneva alla sinistra radicale, mentre gli altri sei erano tutti centristi e clericali. Un nome per tutti: Clemente Mastella. L’aver accantonato i Dico per rabbonire le gerarchie ecclesiastiche e i portaborse di cui dispongono in parlamento non bastò al professore.
Tra i politici che si dichiarano laici storia e memoria fanno notoriamente difetto. Sta anche agli elettori laici, e ad associazioni come la nostra, ricordarglielo frequentemente. E di far capire che di alleati quali Paola Binetti non è proprio il caso di parlare.
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