• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Operai sulla torre a Marghera: “Vogliamo qui il ministro Zanonato”

Operai sulla torre a Marghera: “Vogliamo qui il ministro Zanonato”

Stamattina, verso le 9.30, un gruppo di operai Vinyls dello stabilimento di Porto Marghera ha occupato la torcia della fabbrica, quella fiaccola alta 150 metri dal suolo già occupata più volte in passato durante la lunga battaglia della Vinyls. Sono gli stessi operai che lo scorso ottobre avevano occupato il campanile di San Marco a Venezia. Questa volta si cerca di scongiurare il fallimento dell’azienda - includendo quindi il polo chimico di Porto Torres – che dovrebbe arrivare nella giornata di domani dal Tribunale di Venezia. Le trattative di vendita, sia nello stabilimento sardo che in quello veneto, non sono mai andate in porto, tra tante cantonate del Ministero allo Sviluppo: come quando si caldeggiava la vendita alla croata Dioki poche settimane prima che il proprietario venisse arrestato per corruzione a Zagabria, o i vari passaggi poco chiari che hanno coronato la vertenza.
 

A Marghera, in particolare, il polo doveva essere rilevato dall’Oleificio Medio Piave, che a fine luglio aveva anche rassicurato: “Ci faremo carico dei lavoratori”. In realtà nei mesi successivi l’azienda si è tirata in disparte, e nonostante gli annunci e i tavoli convocati dal sindaco di Venezia Orsoni, la firma tanto attesa ancora non è arrivata. E non rimangono altre strade da percorrere. Ci spiega Nicoletta dalla torcia: “Una vertenza angosciosa che dura da quattro anni non puo’ essere chiusa dal Tribunale di Venezia con il fallimento, che comporta il licenziamento dei lavoratori. Il Ministero allo Sviluppo Economico deve assumersi la responsabilità di questa vertenza, dopo la sofferenza e gli anni di illusioni, depistaggi, spezzettamento dei siti e dei lavoratori. Il Ministero deve richiamare Eni, che praticamente ha chiuso la chimica a Marghera e in Italia, ad assumersi la responsabilità e la tutela dei lavoratori con fatti concreti. Non solo su carta”.

Continua: “L’Eni governa il Governo e non possiamo essere noi le uniche vittime! Chi ha responsabilità, o le ha avute, deve pagare e trovare una soluzione dignitosa per i lavoratori. Siamo stati spremuti fin troppo. Non vogliamo assistenza ma lavoro e dignità. Vogliamo il ministro Zanonato qui, non abbiamo più nulla da perdere. Siamo saliti sulla torcia dove abbiamo iniziato la protesta e qui la vogliamo finire. Siamo saliti con le nostre gambe. Non so come scenderemo ora da qui, siamo stanchi e delusi. Il cuore della Vinyls è stato smantellato ma non quello dei suoi lavoratori”. Due destinatari di questo messaggio, dunque: L’Eni e il ministro Zanonato. Il primo come controparte alle trattative per cedere le aree ai compratori Oleificio medio Piave e Mossi & Ghisolfi. E, a giudicare delle trattative passate, vigilare è indispensabile. In secondo luogo il neo Ministro dello Sviluppo Economico, il super veneto ex sindaco di Padova. Deciderà di interessarsi alla più veneta delle vertenze industriali?”

Vi aggiorneremo nelle prossime ore. Sotto la video inchiesta che abbiamo girato a Porto Marghera, con gli stessi operai ora sulla torcia.

di Michele Azzu | @micheleazzu
Foto di Nicoletta Zago @nikizag7

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares