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Oltre i partiti, il ritorno di Goffredo Bettini

A Sassari l’ideologo romano del PD ha presentato il suo ultimo saggio. A Napoli mi colpisce con una puntualità inevitabile la gigantografia affissa lungo la parete della stazione metropolitana (la linea 2, l’unica di moderna concezione attualmente in funzione) che collega quella antica di Piazza Cavour alla più recente “Museo” presso Piazza Dante.

La foto riproduce la prima pagina de “Il Mattino” del 26 novembre 1980 diretto da Roberto Ciuni. Quel “Fate Presto” riferito ai tardivi soccorsi, divenne icona del terremoto più grave della nostra storia repubblicana. Ripenso (purtroppo spesso) a quella immagine accompagnata dal ruvido sonoro di Edoardo ( “Fuitivenne” ), constatando la presa totale sull’intero Paese di questa solfa sgradevole, un tempo tenuta evidentemente ben circoscritta a sud del Tevere. Questi pensieri peraltro inespressi sono riapparsi con maggiore sgomento al termine di una particolare presentazione letteraria.

Rientrata meglio nel novero delle iniziative politiche (non di partito sembrerebbe) e promossa dalla segreteria sassarese del PD.Oltre i partiti, 144 pagine, edito da Marsilio, è l'ultimo saggio di Goffredo Bettini. Ideologo e coordinatore nella fase costituente nel primo esecutivo PD, l'uomo struttura nella sinistra di governo al Campidoglio (con Rutelli e Veltroni), ha presentato il testo presso l'aula umanistica della Facoltà di Lettere dell'ateneo cittadino. Al tavolo di presidenza hanno accompagnato l'autore una autorevole selezione di esponenti locali di area dem. Il pamphlet che per Vindice Lecis, moderatore degli interventi, “si legge in una serata”, è una riflessione sulla evidente crisi dei partiti nazionali.

Con lo scopo non celato di riunire e fare sintesi nel magma liquido del PD. Il sottotitolo del libro, Un nuovo campo dei democratici per cambiare l'Italia, sintetizza il ragionamento dell'autore. Anticipato dall'introduzione di Lecis che richiama i focus essenziali del testo, sviluppatisi dalla fine del PCI sino alla nascita del PD, un percorso lungo dalle varie e complesse tappe. La narrazione di questo percorso non può prescindere da vicende e protagonisti dai risvolti complessi: Pietro Ingrao, Achille Occhetto e la svolta della Bolognina, lo spartiacque dell'89. Bettini, per raccogliere queste riflessioni, ricorda essersi distaccato dai ruoli operativi di comando del partito, all'indomani delle dimissioni (non condivise) di Veltroni, succedanee alla sconfitta delle elezioni politiche 2008. Se Lecis è piuttosto critico rispetto alla strategia fiabesca del Valter candidato anti-Berlusconi che non lo nomina mai durante la campagna elettorale, si chiede come furono fatte le liste dei candidati che portarono comunque il PD al 34%. Il giornalista dell'Espresso contesta il “riformismo dall'alto”, i finti problemi di mescolanza non compiuta e l'attuale dirigenza PD, puntuale solo nella equidistanza, priva di chiare prese di posizioni.

 E' chiaro Gianfranco Ganau, sindaco di Sassari. Per lui sono due le serate necessarie alla lettura del Bettini pensiero ma la conclusione non lascia dubbi: “il progetto originario del PD è fallito”. Graziano Milia, presidente PD della provincia di Cagliari, dall'alto delle sue frequentazioni europee ci informa che “l'Italia è davvero messa male”. Ma la notizia ancora più inattesa è che l'esperienza di tanti direttivi romani di partito, sia servita spesso a scoprire posizioni nuove e opposte (va da sé) nella dirigenza nazionale. L'analisi del recente voto amministrativo che ha punito chiaramente la destra e ha naturalmente provocato di rimbalzo il compattarsi delle opposizioni è la parte davvero originale della discussione. L'esercizio delle primarie per Milia, non sono una condanna verso qualcuno, si è aperto un nuovo campo a Milano come a Cagliari mentre a Napoli è successo “qualcosa di strano”. Bettini vorrebbe portarsi in giro come l'icona della nuova politica il giovane Zedda neo sindaco di Cagliari. Magari in una teca miracolosa se a Napoli è avanzata la “soluzione più eccentrica”. Tocca a Nicola Comerci, ultimo segretario DS di Gallura, attuale quadro PD nel territorio, più giovane fra i relatori, dare voce alla dissidenza interna. Rivolta soprattutto al maanchismo veltroniano fautore degli originali imbarchi a bordo dei: Caleari, Binetti, Sbarbati, senza dimenticare l'inclusione determinante dei Radicali. Un partito liquido intasato dalle correnti. Una relazione senza sconti sull'uso dei “giovani” nella formazione delle candidature alle politiche 2008 e la ricostruzione di un progetto comunque importante. Una esperienza, quella di Veltroni, della quale “fare tesoro per non ripeterla”.

Il PD nasce come soggetto nuovo che ha bisogno di regole. Probabilmente il giovane accademico tocca il nervo scoperto: un assemblea di presunti leader ognuno dei quali stabilisce posizioni, regole e modalità diverse, senza la capacità di fare sintesi. Il problema non è Berlusconi, ma lo sradicamento del buon senso, costruito nel berlusconismo. Volano così, oltre i partiti, i ragionamenti e i campi aperti, due ore abbondanti di orazioni. Le poche decine di intervenuti, già potenziali lettori non hanno possibilità di domande e interventi. Avrei voluto chiedere a Bettini, che abiura giustamente incarichi plurimi e come tutti auspica il rinnovamento, come mai non si è riusciti a perseverare la discontinuità nella conduzione politica degli enti, anche quelli di recente e innovativa istituzione. Il “suo” Festival Internazionale Film di Roma, presieduto oggi dal trino e maturo Gian Luigi Rondi (90 anni il prossimo dicembre, già presidente del David di Donatello nonché Commissario straordinario Siae. Avrei voluto anche sapere se nel suo nuovo tentativo di aggregazione riformista avesse avuto il tempo di visionare il programma televisivo più visto nella serata precedente (la diaspora dei giovani e meno giovani, non solo “cervelli” italiani verso quella Spagna, data fallita già da un paio di anni e ripresa dai reporter precari di Presa Diretta). Non so chi potrà rispondermi, la richiesta più urgente rimane ancora in quel titolo di 31 anni fa “Fate presto”.

 


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