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Oltre Marie Curie

"oltre marie" (in minuscolo nel titolo), è il saggio che prende in esame le principali prospettive di genere nella scienza degli ultimi decenni (Nastassja Cipriani, Edwige Pezzulli, www.lepluralieditrice.net, 2023, 160 pagine, euro 18).

Sicuramente uno dei motivi per cui non conosciamo il nome e le biografie di molte scienziate riguarda il "processo di "invisibilizzazione", un complesso sistema di dinamiche storico-sociali, sia interne che esterne alle comunità scientifiche, che ha impedito di fatto il riconoscimento e la valorizzazione del loro contributo" (p. 19). In genere ogni gruppo tende a difendere le caratteristiche principali degli appartenenti a quel determinato gruppo umano.

Tra le varie narrazioni risulta molto interessante la storia che riguarda Margaret Thatcher: "è andata da un vocal coach per rendere più grave il tono della sua voce al fine di essere percepita come più autorevole dai suoi ascoltatori" (la ricercatrice Patrizia Caraveo nella prefazione).

Una scienziata fortunatamente molto conosciuta è stata Maria Sklodowska, meglio conosciuta come la fisica Marie Curie, vincitrice di due premi Nobel. Ma ancora oggi le donne medico hanno più di una difficoltà nella professione, quindi "Non c'è da stupirsi allora se le chirurghe, a parità di compentenze ed esperienza rispetto ai colleghi, vengano fatte intervenire come prime operatrici molto raramente e per lo più in casi medici di bassa complessità come riscontrato in uno studio pubblicato nel 2020" (p. 30).

Probabilmente nei campi più scientifici un certo grossolano pregiudizio sessuale rimane. Nelle ricerche che riguardavano alcune commissioni di valutazione, "Le donne, anche se ugualmente meritevoli, erano valutate dal 20 al 40 per cento meno competenti dei colleghi. In pratica, se si assegnava a un uomo un punteggio di 8 su 10, una donna con lo stesso profilo riceveva 5 su 10" (p. 54).

Tuttavia prendersi CURA dell'impresa scientifica è sicuramente un'attività sia maschile, sia femminile, ma con una predisposizione più femminile. Probabilmente "La scienza è un processo in divenire, umano, in relazione profonda con il contesto sociale, culturale, storico e geografico in cui si sviluppa... e la sua evoluzione riflette l'interazione con il mondo in cui è immersa... siamo noi a decidere cosa prendere in considerazione e cosa trascurare nell'indagine scientifica, come utilizzare i risultati della ricerca" (p. 143). Dopotutto "siamo noi a determinare i valori, gli obiettivi e le applicazioni della scienza che creiamo tanto da esserne, di fatto, responsabili".

Per fortuna, "Prendendo in considerazione tutti i ventimila disegni realizzati dal 1966 al 2016", fatti dai bambini e dalle bambine dai sei ai quattordici anni, emerge "un trend positivo: la percentuale di scienziate è passata dallo 0,6 al 28 per cento nel periodo che va dal 1985 al 2016" (p. 17). Qualcosa di questo mondo sta cambiando in meglio.

Dobbiamo ricordare sempre che "Il sapere scientifico è un bene comune e la proprietà intellettuale è perciò condivisa tra tutte e tutti... le scoperte nascono spesso all'interno di collaborazioni tra più persone e sono quindi, per loro natura, patrimonio dell'intera comunità scientifica" o "del genere umano" (p. 105). La conoscenza non può dipendere dallo status dello scienziato o dagli interessi economici in gioco. Esiste solo l'etica dello "scetticismo organizzato": si dubita delle cose e dei fenomeni che non sono provati.

Così, "tra le formule e i teoremi si nasconde anche il valore politico della ricerca, che lo si voglia o no" (p. 144). L'impresa scientifica è sempre multidimensionale, e va curata, dentro e fuori l'ambiente scientifico, "per evitare che marcisca in racconti superficiali e collassi su un'unica dimensione narrativa". Noi siamo quello che approfondiamo. E perché le donne sono "solo il 20 per cento del campione nei trial clinici per la sperimentazione farmacologica"? (p. 132).

 

Nastassja Cipriani ha fondato WeSTEAM, fa la ricercatrice all'Università degli Studi di Torino, e fa la matematica che ssi occupa di parità di genere nella scienza.

Edwige Pezzulli ha fondato WeSTEAM, fa la ricercatrice all'Istituto Nazionale di Astrofisica, è autrice di laboratori e conferenze su vari temi umanistici e scientifici. Collabora con la RAI come autrice e conduttrice (Superquark+, Scienziate).

 

Nota aforistica . "Non bisogna far violenza alla natura, ma persuaderla" (Epicuro); "La realtà è il frutto del linguaggio che usiamo per descriverla" (Ludwig Wittgenstein); "Prima di convincere l'intelletto occorre toccare e predisporre il cuore" (Blaise Pascal); "Il più grande talento, più che da elementi intellettuali e di raffinatezza sociale superiore a quella degli altri, proviene dalla facoltà di trasformarli e di trasporli" (Marcel Proust); "I filosofi hanno interpretato in maniera differente il mondo invece che trasformarlo" (Karl Marx); "L'arte è il culto dell'errore" (Francis Picabia, pittore).

Nota sul DNA - Grazie alla biochimica Rosalind Franklin, "fu possibile fotografare per la prima volta la struttura del Dna, immagine sulla quale si basarano James Watson e Francis Crick per i loro studi. I due biologi vinsero il Nobel nel 1962, senza nemmeno citare il contributo di Rosalind Franklin" (p. 19).

Nota finale - Margaret Thatcher strutturò il suo tono di voce in un modo più deciso e più maschile. In effetti gli ambienti dei circuiti del potere sono "codificati come maschili"; esiste un "modello dominante" con determinate caratteristiche "associate agli uomini: la voce forte e grave, appunto, il distacco, la freddezza, la durezza, così come una forte razionalità e la capacità di non essere influenzate dalle emozioni" (Mary Beard, p. 94 e p. 95). Quindi "non sarà forse il concetto di potere che dobbiamo ridefinire piuttosto che le donne?".

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