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Olimpiadi: un po’ di numeri, aspettando Rio 2016

di Giulia Annovi 

I più fortunati avranno già prenotato volo e albergo per poter assistere dal vivo, mentre gli altri si saranno segnati tutti gli appuntamenti trasmessi in TV tra il 5 e il 21 di agosto. Sì, perché quest’anno lo spettacolo dei giochi olimpici si arricchisce di nuove discipline che hanno fatto arrivare il numero degli eventi sportivi a 39, un record finora mai raggiunto nei precedenti giochi olimpici. Anche gli eventi attesi si sono moltiplicati: tra le gare (169) e le medaglie gli appuntamenti da segnare sul calendario sono più di 330.

Per la settima volta dal 1896 a oggi, i giochi olimpici si terranno nel continente americano, a pari merito con l’Asia che li ha ospitati altrettante volte. È però la prima volta che si spostano asud, dopo aver toccato in più occasioni il Nord America o il Centro.
Le nazioni partecipanti saranno più di 200, secondo la tradizione degli ultimi quattro appuntamenti olimpici, quelli del nuovo millennio. E gli atleti saranno più di 10 mila: il record da battere, in questo caso, sarebbe quello dell’edizione cinese che è stata quella in cui più grande è stata la partecipazione, con 10 mila e 900 atleti.

Anche la partecipazione delle donne è in costante crescita: se il numero degli uomini in 100 anni è aumentato con un indice pari a 1,5, le donne hanno registrato un tasso di crescita pari a 86,8. I primi segnali di cambiamento nella partecipazione femminile sono evidenti a partire dal1980, sintomo di un mutamento della visione del ruolo femminile all’interno della società.
Durante le ultime olimpiadi di Londra del 2012, il numero tra uomini e donne differiva di 1200 partecipanti. La speranza è dunque che quest’anno venga ulteriormente ristretto l’intervallo che separa gli uomini dalle donne.

Ma quali saranno le nazioni che ci daranno maggiormente del filo da torcere? Sovrani assoluti per numero di medaglie sono gli Stati Uniti, seguiti dalla Russia e poi dalla Germania. L’Italia non si difende male: facendo la somma del numero di medaglie che ha vinto finora, si colloca al quarto posto in classifica. Il nostro medagliere è composto per il 36% da oro, 30% da argento e 33% da bronzo.

Il medagliere mostra come siano soprattutto paesi molto vasti, o comunque appartenenti allaparte ricca del mondo, a fare più paura nella sfida delle olimpiadi. Tuttavia occorre considerare che non tutti i paesi hanno potuto partecipare fin dal 1896 ai giochi.
Solo il 5,3% degli stati che gareggia oggi, partecipava già nel momento in cui i giochi sono stati riaperti, alla fine dell’800. L’8,4% si è unito nell’edizione successiva, quella del 1900. Ma è soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, nel 1964, che hanno cominciato ad esserci adesioni superiori (+7%). Un vero boom c’è stato nel 1996, quando un altro 11,5% di stati si sono uniti alla competizione. Sono quindi tante le nazioni che hanno iniziato a partecipare piuttosto recentemente, anche in seguito a mutamenti geopolitici che hanno creato nuovi equilibri e nuovo confini.
Sul numero delle medaglie incide anche il numero di partecipanti per ciascuno stato: non c’è infatti un numero fisso di atleti da inviare in gara. E non è nemmeno scontato che tutte le discipline siano coperte da ciascuna nazione.

Ecco perché bisogna vivere questi giochi come una festa in cui si incontrano tutte le nazioni del mondo. Non tanto come una gara, che molto spesso è impari, quanto piuttosto con la felicità di veder presente la rappresentanza del proprio paese, come simbolo di pace e di voglia di condividere un momento di gioco in un tempo che purtroppo è fatto ancora di guerre e disuguaglianze.

@AnnoviGiulia

Leggi anche: Zika, la situazione aspettando le Olimpiadi di Rio

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia

 

Crediti immagine Unsplash, Pixabay

 
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