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’Occupato’ il sito internet dell’ambasciata Siriana a Parigi

Le guerre e le guerriglie moderne si combattono anche sul web, e una disattenzione 'istituzionale' può offrire il fianco al nemico. E' capitato all'ambasciata siriana a Parigi la quale, a quanto riferito da Rami Nakhle, cyber attivista siriano tra i più noti, si è letteralmente “dimenticata” di rinnovare il dominio del proprio sito internet, permettendo a una frangia di cyber-rivoluzionari siriani di appropriarsi dello spazio.

All'inizio si era pensato a un vero e proprio hackeraggio del sito internet, ma contattando Rami Nakhle, fino a qualche tempo fa blogger operante con lo pseudonimo Malath Aumran, oggi riparato in Libano perché uno degli uomini più ricercati dal governo siriano, ci ha dato conferma della storia che ha quasi dell'incredibile: “Nessuno ha 'hackerato' il sito – dice in collegamento Skype – l'ambasciata ha dimenticato di rinnovare il dominio e i nostri ragazzi lo hanno preso”.

Nei giorni scorsi era stato un blitz di alcuni militanti di Reporters sans frontières proprio all'ambasciata siriana a Parigi a creare qualche problema. I militanti dell'associazione denunciavano il black-out informativo derivante dall'espulsione dei giornalisti e di gran parte dei media occidentali dalla Siria.



Al numero 20 di Rue Vaneau a Parigi, sede dell'ambasciata siriana, la dimenticanza potrebbe costare caro quando la notizia comincerà presumibilmente a fare il giro del mondo. La pagina contiene ora il nome dell'ambasciatore, quello di Assad e un video, che nomina le città che fino ad ora sono state scenario di resistenza da parte dei manifestanti siriani bersaglio dei proiettili della polizia del dittatore siriano che ha dimostrato di voler continuare la repressione nel sangue. Si legge nel testo della canzone che da sottofondo al video caricato da YouTube: “Migliaia di martiri andranno in paradiso pace e libertà gridano i figli di Dio”, poi ancora “Scuoti i pilastri dei tiranni, il popolo siriano non si umilia”. Il testo menziona tutti i luoghi della resistenza siriana da Daraa ad Aleppo, passando per Homs, dove due giorni fa, come riportato dall'attivista Wissam Tarif, sono morte 5 persone sotto il fuoco dei carri armati di Assad.

Secondo l'Onu infatti dall'inizio della protesta in Siria i morti sarebbero tra i 700 e gli 850, solo nella giornata di venerdì sono state uccise 6 persone e ferite altre 41. Il video si chiude con uno di quei messaggi che in questi giorni è stato sulla bocca di tutti i manifestanti siriani: “Una speranza sta per essere raggiunta: vivere in libertà”. Intanto nel corso dell'ultima giornata di contestazioni è stata arresta a Damasco l'avvocatessa e attivista dei diritti umani Catherine Al-Talli che è stata portata in un luogo sconosciuto

(Hanno collaborato Gasser Gus e Grace Azar)

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