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Nuovo modello di difesa. Esuberi, mobilità e specificità tradita

In questi giorni un gran numero di telefonate ed e-mail sono giunte al Cocer da parte di impauriti colleghi preoccupati del documento “bozza” sulla “Razionalizzazione e revisione dello strumento militare – il personale”, pubblicata sul Sito forzearmate.org.

La “bozza”, con tanto di sigillo della Repubblica e sottolineature tra le pagine, oltre a gettare il panico ha dato spazio ad una serie di riflessioni molto importanti. In primis, è stato certificato una volta per tutte che il Ruolo della Rappresentanza non solo non esiste, ma della stessa ci si può prendere gioco.

Si dice che “il diavolo faccia le pentole e non i coperchi”; una settimana prima della pubblicazione su internet del documento, il Cocer Interforze aveva incontrato direttamente il Ministro della Difesa per avere una parola di conforto e mitigare le paure del personale militare.

In quell'occasione il Ministro assicurò la piena partecipazione e trasparenza all'operazione di revisione del Nuovo Modello di difesa delle Rappresentanze, attraverso i canoni del dibattito istituzionale. L'Ammiraglio di Paola fu lapidario: "Sarete coinvolti nel processo, tutto sarà fatto alla luce del sole". Non dimentichiamo che quelle parole furono seguite da una e-mail del Ministro a tutto il personale.

Andiamo subito nel merito: finalmente abbiamo dati ufficiali sulla forza effettiva, suddivisa per ruoli e gradi, di tutto il Comparto Difesa, nonostante il Cocer da tempo avesse chiesto di conoscere certi dettagli per fare proposte in materia di Riordino delle Carriere, Avanzamenti, Straordinari. Prossimamente, quando avremo la certezza che la “bozza” è un documento reale, seguiranno altri articoli volti ad approfondire ed analizzare le proposte ivi contenute. In questa occasione ci preme sottolineare un piccolo passaggio, che potrebbe passare inosservato ai più.

Si legge a pagina 13 del Documento “galeotto”: “Ulteriori riduzioni di spesa potrebbero derivare dall’estensione al personale militare della recente disciplina intervenuta in materia di mobilità dei dipendenti pubblici (di cui all’art.33 del d.lgs.n.165/2001 novellato dalla Legge di Stabilità), ferma restando la necessità di salvaguardare la specificità delle FF.AA..AZZ".

 Menomale che la “cura e il benessere del personale” rientra pienamente nelle prerogative della linea di Comando! Facciamo mente locale: a differenza della altre Amministrazioni quella della Difesa oltre a perseguire gli obiettivi di efficienza e operatività ha quello preminente del benessere del personale, come sempre ci viene rammentato dagli Stati Maggiori.

L'Amministrazione non si dovrebbe pertanto preoccupare semplicemente di ottenere un risultato, ma cercare di coniugare le esigenze dell'organizzazione con quelle del proprio personale per farlo sentire come parte di una famiglia, senza distinzioni di ordine e grado, tutti parte di uno stesso nucleo e con valori condivisi.

Vediamo invece cosa propone la Difesa: estendere ai militari la norma sulla mobilità del personale civile. Si suggerisce una mobilità come avviene per i dipendenti pubblici.

Quindi, se qualcuno avesse ancora il dubbio che il d.lgs 165/2001 non si possa applicare anche a noi militari, può dormire sogni “tranquilli”: si applicherà (!?).

Il paradosso è che il suggeritore è proprio SMD, alla faccia della specificità e del diritto-dovere della linea di comando di curare il benessere del personale!

Per meglio capire di cosa parliamo occorrere incastrare l'attività normativa successiva al 2001, passando per la Riforma Brunetta (L.150/2009), fino al Patto per la Stabilità (L.183/2011).

In sintesi la Riforma Brunetta ha individuato nuove modalità di mobilità collettiva che si distinguono da quelle individuali. Nell'ambito della Mobilità Intercompartimentale, può essere utile dare un'occhiata agli artt.33, 48, 49 e 50 del D.lgs. n.150, ottobre 2009.

Il Decreto in se è molto criptico ed occorre contestualizzarlo con il 165/2001 laddove inserisce importanti distinzioni. Praticamente, tutti i Dirigenti dovranno comunicare le disponibilità di Esubero pena la diretta responsabilità per danno erariale. In mancanza di richiesta dell‟interessato le Amministrazioni procederanno in modo autonomo, utilizzando finanche il collocamento in disponibilità, cioè l’80% dello stipendio per 24 mesi e il successivo congedo.

Peraltro, nel caso di passaggio presso altra Amministrazione, il Patto di Stabilità ha chiarito che si percepirà il trattamento economico dell'amministrazione ricevente. Non manca nulla, un pacchetto completo di norme, passate inosservate, che ricadrebbero tutte senza paracadute sulla pelle del personale. Evidente il tradimento dell'Amministrazione.

Ecco perché alle Rappresentanze la “Bozza di Revisione del Modello di difesa” è stata tenuta nascosta. Norma troppo malefica per avere il coraggio di uscire allo scoperto. Contro chi gioca con la pelle del personale occorre prendere iniziativa con coraggio e determinazione. Toccherà uscire allo scoperto, fondare un Sindacato/Associazione o iscriversi a quelli esistenti aspettando le conseguenze. Purtroppo, i cambiamenti a costo zero, il dialogo e il buon senso non sono perseguibili di fronte a chi si comporta come una divinità, in questo caso Giano Bifronte.

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