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Nuova esecuzione shock in Texas: giustiziato malato di mente

Mentre in molti stati si parla d'abolizione, un nuovo caso fa discutere sull'applicazione della pena capitale nella regione dei cowboy.

Il Texas è lo stato americano dove vengono praticate più esecuzioni, tra i 37 stati che prevedono la pena di morte; si aggiudica questo infausto record con 26 esecuzioni nel solo 2007, su un totale di 42 in tutti gli USA. Ma l'ultima avvenuta (attraverso iniezione letale, metodo adottato dal 1977), rischia di divenire un caso internazionale. A nulla è servito l'appello dell'Onu, che si era mosso di fronte all'evento, alzando dubbi circa l'incostituzionalità e la violazione delle tutele previste per chi ha handicap mentali

Yokamon Hearn è stato ucciso mercoledì scorso. Aveva 19 anni quando assassinò un ragazzo bianco di 23 anni con dieci colpi di pistola. Dalla nascita soffriva di sindrome da alcoolismo fetale, che gli aveva procurato gravi danni a livello psicofisico.

La Corte Suprema, nel 2002, si era già espressa su un caso simile, affermando che va contro la legge giustiziare chiunque abbia disabilità mentali, lasciando però margine discrezionale ai singoli stati sulla definizione e sui confini di questo termine.

La grazia richiesta al Governatore (che è l'estrema ratio usata in questi casi) gli è stata negata solo tre ore prima dell'iniezione. Per la prima volta si è usata una singola dose di pentobarbital, invece delle tre usate in precedenza, l'agonia dell'uomo è durata circa 25 minuti e alla scena hanno assistito i genitori della sua vittima. Dall'inizio dell'anno a oggi sono 24 i detenuti giustiziati, di cui 6 nel Texas.

Il caso farà discutere l'opinione pubblica, anche se recenti sondaggi della Pew hanno ribadito che il 62% degli adulti negli Usa è ancora favorevole alla pena capitale.

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