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Nucleare!!! Dove???

In questi giorni tutti parlano di nucleare. Ma i siti dove sorgeranno?

Ritorna il nucleare e toccherà – forse – al salento ospitare una centrale atomica. Nardò, in provincia di Lecce, Manduria-Avetrana, in provincia di Taranto, Carovigno, in provincia di Brindisi: eccoli i siti che, stando alle indiscrezioni nazionali, potrebbero tornare in auge.

A dare nuova spinta ad un vecchio studio di oltre trent’anni fa, la relazione Cotecchia che individuava soprattutto l’area tra Nardò e Manduria-Avetrana come ideale per la sua vicinanza al mare, il terreno stabile e l’assenza di rischi sismici, è il patto siglato tra Italia e Francia, tra Berlusconi e Sarkozy per quattro nuove centrali nucleari da costruire nel bel paese. Entro il 2020 il primo impianto, ma dove sorgeranno le nuove centrali? Quel vecchio studio allora torna in auge, stando ai bene informati. La stragrande maggioranza della stampa nazionale rispolvera la relazione Cotecchia e indica l’area tra Manduria e Nardò come papabile, ma in più si parla di Mola di Bari e Repubblica indica anche il centro brindisino di Carovigno come possibile sito.

Giusto per tenere tutti informati è giusto sapere che e fine ottobre (18/10/2008), si è tenuto a Manduria una tavola rotonda in cui si è approvato un documento d’intesa che esprime il NO convinto nei confronti del progetto del governo di realizzare una centrale nucleare in zona. A questa tavola rotonda hanno partecipato oltre al sindaco di Manduria, tutti i sindaci dei comuni limitrofi, consiglieri regionali, presidenti delle province, sindacati ecc... Forse non tutti sanno che il luogo più papabile, cioè la costa jonica tra Nardò e Manduria, risulta tra le più belle e pulite d’Italia, tanto che sulla guida blu 2008 stilata da Legambiente, risulta che proprio queste due località sono le prime due pugliesi e sono rispettivamente 5° e16° assoluta a livello nazionale. Il che significa far spofondare tutta la zona salentina che punta sul turismo e sulle bellezze naturali nel baratro più profondo. Inoltre è bene sapere che la Puglia è energeticamente autosufficiente, anzi dell’energia prodotta in loco, ne esporta ben più dell’80% !!!



In più la Puglia ha puntato quasi tutto sul rinnovabile e sull’idrogeno (anche se questo progetto, ormai in stato avanzato, è stato bloccato giorni fa da questo governo), tant’è vero che le più grandi industrie mondiali stanno investendo in Puglia sul solare e principalmente sull’eolico tanto da non poter riuscire a soddisfare l’intera domanda. E tutto questo, naturalmente, ha ripercussioni vantaggiosi anche sull’indotto, infatti la danese Vestas ha aperto uno stabilimento produttivo nel tarantino, e altre grandi compagnie dovrebbero seguire a ruota.

 

Ma ecco l’altra domanda importantissima: dove si andranno a mettere le scorie nucleari?

 

Ai posteri l’ardua sentenza.

Commenti all'articolo

  • Di checco (---.---.---.69) 2 marzo 2009 11:03

    io sono contrarissimo al ritorno al nucleare, specialmente se di terza generazione (è una tecnologia già vecchia).
    In ogni caso se proprio un colpo di mano sarà fatto, allora si mettano le centrali nei luoghi a maggior consumo di elettricità, ossia lombardia e veneto; senza storie. Non si inizino a cercare siti che ne so in basilicata o in puglia solo per motivi di opportunismo politico

  • Di andrea (---.---.---.244) 2 marzo 2009 18:43

    ricordiamoci cosa è successo a Policoro (MT) qualche anno fa, quando sempre il governo Berlusconi, lo aveva scelto come sito per lo smaltimento delle scorie.
    Le scorie sono un problema grandissimo, nessuno sa cosa farci, e in più nessuno ha trovato una soluzione per lo stoccaggio, nemmeno i cugini francesi. Solo negli Stati Uniti hanno trovato una soluzione "temporanea" in mqzzo a non ricordo quale deserto. Ma qui gli immensi spazi americani non ce ne sono!!!

    In più con il nucleare non diventeremo autosufficienti, bensì sposteremo la nostra dipendenza dal petrolio all’uranio, presente solo in Canada e in qulache stato africano,e che sempre più va diminuendo.

    Altra cosa che va contro la scelta nucleare, è che si spenderebbero una montagna di quattrini, per avere energia tra 20/25 anni, mentre se spendessimo quei soldi in altre fonti avremo subito energia da consumare.
     

  • Di marta (---.---.---.31) 2 marzo 2009 20:34

    bell’articolo, veramente ben fatto, dove si capisce che l’idea del nucleare è solo "politica", in quanto non si sa dove mettere le centrali e si riesuma una relazione vecchissima e fatta con tecnologie e strumenti dell’epoca che non sono senz’altro all’avanguardia! E in più si cerca di rovinare paesaggi veramnete belli (questo riguarda la puglia, ma anche gli altri sfortunati luoghi che dovrebbero ospitare le centrali)

  • Di Renzo Riva (---.---.---.35) 8 marzo 2009 20:02

    http://www.agoravox.it/I-nuovi-siti-nucleari.html

    Scrive
    di checco , 3 gennaio 20:04 I nuovi siti nucleari
    Mi sembra ingiusto che solo campania, emilia romagna, lazio e piemonte, tra le grandi regioni debbano ospitarne.

    Il tuo dire è parzialmente corretto.
    Posso dire che la carta dei siti redatta alla fine degli anni ’70 dallo CNEN (Comitato Nazionale per l’ Energia Nucleare) e che certo l’ENEA originario (Ente Nazionale Energia Atomica) conosceva, tant’è vero che i siti dove l’ENEL costruì le centrali in Italia ne teneva conto, includeva pure Lombardia (parte più a Sud-Est), Veneto (zona Eraclea e estuario del Polesine), Friuli (asta del tagliamento da Dignano fino al mare e fascia litorale da Caorle fino a Monfalcone) ecc.

    Le regioni escluse sono: Aosta, Trentino Alto Agige, Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo.

    Chi desidera ricevere il seguente documento solamente accennato nel titolo scriva o telefoni a:

    Renzo Riva
    Via Avilla, 12/2
    33030 Buja - UD

    [email protected]

    349.3464656
     

    Doc. DISP (79) 7 COMITATO NAZIONALE PER L’ENERGIA NUCLEARE

    DIREZIONE SICUREZZA NUCLEARE E PROTEZIONE SANITARIA
     

    CARTA DEI SITI

    (art. 23, legge 2 agosto 1975, n. 393)
     

    Relazione

    Roma, settembre 1979

    Edito dall’ENEA, Direzione Centrale Relazioni,

    Viale Regina Margherita 25, Roma, Stampa Arti Grafiche S. Marcello, Roma

  • Di gigi (---.---.---.82) 7 maggio 2009 11:42

    Io abito al nord e sono anni che vado in salento x le vacanze: spero che le popolazioni locali non si facciano ingannare e si oppongano con tutti i mezzi a quello che sarebbe solo un gioco politico e distruzione ambientale irreversibile. Le alternative per produrre energia elettrica in modo pulito ed economicamente più conveniente ci sono già.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.105) 14 giugno 2009 23:46

    Il Sole è gratis? Allora dico anche la Terra!
    Scoprirete al seguente collegamento, dove potete scaricare
    VERDI FUORI, ROSSI DENTRO - L’inganno ambientalista
    questo sì "gratis,
    che le cosiddette "energie alternative" non hanno neanche il pregio di essere integrative

    http://www.freefoundation.it/libri/Verdi_fuori_Rossi_dentro.pdf

    Ecco il testo di un mio scritto pubblicato sul Messagero Veneto nel fascicolo "Messaggero di Udine", sabato 13 Giugno 2009 nella rubrica "In Primo Piano" alla pagina della posta dei lettori.
     

    Mercoledì 10 Giugno 2009, ho assistito alla conferenza, indetta al Castello di Udine, di Mr. Mark Hopkins presentato come esperto in efficienza energetica, accompagnato dal console Usa in Italia per gli affari politici e economici Mr. Benjamin Wohlaurer.

    Devo riportare quanto scritto dal prof. Franco Battaglia per dire quando una fonte energetica è utile agli usi che l’uomo ne fa per la produzione di beni e servizi che generano la cosiddetta società del benessere.

    Una qualsiasi fonte che possiede anche solo uno dei seguenti requisiti:

    1) Diluita nel tempo

    2) Diluita nella spazio

    3) Intermittente

    4) Inaffidabile


    è inutilizzabile per le esigenze umane.

    Caso forse unico la fonte fotovoltaica le possiede contemporaneamente tutte e pertanto è squalificato il suo utilizzo per gli usi comuni; ciò non vuol dire che possa trovare applicazioni marginali nei mercati di nicchia cioè dove non arriva la cablatura elettrica.

    Caso strano invece la legna da ardere che fra le fonti è quella che dà una potenza specifica di solo 0,1 W/mq che insieme all’idroelettrico sono le uniche fonti che corrispondono alle necessità umane.

    Elenco la potenza specifica di ciascuna altra fonte rinnovabile in W/mq: solare termico 80, solare fotovoltaico 20, solare termoelettrico 10, eolico 2, idroelettrico 1, biocarburanti 0,05.

    Purtroppo per le anime belle Verdastre l’energia del sole è l’energia del passato quando sulla terra esistevano gli schiavi come fonte di energia meccanica; oggi nel Mondo le fonti rinnovabili danno lo 8% del totale dell’energia consumata dall’intera umanità ed è destinata ridursi sempre più; il consumo di legna da ardere è la seconda parte rilevante della fonte solare utilizzata, la prima è l’idroelettrico.

    Dopo aver installato 13 GW di FV al costo stratosferico di circa 600÷700 miliardi di Euri, sa il lettore quanta potenza di impianti di produzione tradizionali oggi operanti si potranno chiudere?


    Al massimo 2÷3 GW perché gli impianti tradizionali devono essere tenuti in caldo come riserva per quando il Sole non brilla ed il Vento non soffia.

    Per quanto riguarda la regione Friùli-VG, ammesso e non concesso che possa raggiungere il 25% del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili sapete dirmi il restante 75% con cosa lo produrremo?

    Va sé: tutti gli asini cascano su queste due domande di cui dò le relative risposte.

    Che poi si approfitti dei rivoli di spesa improduttiva dirottati dal livello centrale alla nostra Regione, per far fare affari alle banche, liberi professionisti, commercianti, installatori e altri (una forma di CIG alle libere professioni) non mi straccerei le vesti, l’importante è essere consapevoli che anche noi stiamo seguendo la scia delle regioni additate al ludibrio nazionale dalla nuova politica leghista federale.

    Anzi, ho invitato gli imprenditori presenti ieri al convegno ad intercettare tutti i finanziamenti improduttivi detti sopra che possono mantenere in vita ancora qualche posto di lavoro senza porsi problemi di sconvenienza sociale che a loro non competono bensì competono solo al personale politico che se ne rende responsabile.

    Penso che dietro a tutto questo ci siano le lobby del petrolio e del fotovoltaico.

    Alla fine, e nonostante tutti gli sforzi per migliorare l’efficienza dei sistemi ed eliminare gli sprechi, non potremo fare altro che i consumi d’energia inesorabilmente aumenteranno pena altrimenti la stessa democrazia per come la conosciamo oggi: homo homini lupus.

    Altrimenti bisogna che 6 miliardi d’individui presenti oggi sulla Terra tolgano il disturbo per permettere agli altri di vivere con la sola energia solare come fu dalla notte dei tempi e fino all’inizio dell’era industriale scordandosi al contempo la società odierna del benessere.

    Mandi,
    Renzo Riva
    Via Avilla, 12/2
    33030 Buja - UD

    349.3464656
    [email protected]

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