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“Nozze di sangue”, felice incontro di passioni mediterranee

Successo al teatro Verdi di Sassari per l’opera di Garcia Lorca. Lia Careddu nella traduzione di Marcello Fois 

 

Il pugnale luccicante all'esordio, intriso nel sangue dell'epilogo, è strumento irrinunciabile di identità, logo inconfondibile di appartenenza, unità di misura di una onorabilità che non ammette appelli. Intorno l'arma primordiale, strumento di lavoro, appendice o estensione innaturale della pelle, altri elementi non secondari trasportano nelle viscere dell'isola, passioni e pulsioni non meno forti del cuore iberico e mediterraneo del vecchio continente. Il clan circolare, disegnato da sedie impagliate e veli neri delle anziane di Barbagia, l'agape comune, ristorata dai dolci tipici e dal Cannonanu deciso e sincero, il lavoro incessante nel ricamo matriarcale della Madre.
 
Sullo sfondo, la vicenda passionale che fonde in un incontro emozionale e teatrale unico, la lingua spagnola, italiana e sarda. Rivive nella traduzione di Marcello Fois con la regia di Serena Sinigaglia, il “Bodas de Sangre”, Le nozze di sangue, scritta nel 1932 da Federico Garcia Lorca.
 
 
La tragedia ispirata ad una storia vera di un omicidio, avvenuto a Nijar in Spagna nel giugno del 1928, è ambientata nella Barbagia di primo Novecento, con un esemplare allestimento del Teatro Stabile della Sardegna associato alla compagnia Atir di Milano. Reduce da tre bellissime settimane di repliche al teatro Ringhiera di Milano e da due tappe nel perugino, approda a Sassari nel doppio turno (12 e 13 gennaio) della rassegna di prosa Cedac Sardegna. Un lavoro immane per i protagonisti sul palco, pronti al dialogo nel sardo barbaricino senza perdere il filone principale in italiano. Ricorda la fatica, gratificata dalla soddisfazione del tutto esaurito in platea e dalle ovazioni di applausi, Maria Grazia Bodio. L'attrice cagliaritana (sul palco nel duplice ruolo di domestica e vicina, fonte di informazioni vitali) stretta nel saluto di tanti amici in camerino, racconta di essersi buttata a capofitto in questo lavoro linguistico arduo, duro soprattutto per i giovani attori del “continente” che hanno studiato e recitato con una passione indicibile.
 
 
Lia Careddu, è ugualmente contenta. La sua interpretazione è magistrale insieme con Cesare Saliu, il padre della sposa, Sandra Zoccolan. Le visioni autoctone proiettate nella recitazione: i sapori campestri, le fughe a cavallo, l'ebbrezza e la debolezza degli amanti fedifraghi,si ricongiungono ad un valore antropologico che assume connotati drammaticamente contemporanei. “..Si putroppoquesti temi, sono sempre contemporanei..”ammette l'attrice, con il sorriso sempre luminoso.
 
Dopo le due repliche al teatro Verdi, e la chiusura in Sardegna ad Oristano questa sera, la ribalta si riapre in provincia di Perugia per continuare ancora nel nuovo anno.
 
A Sassari, il prossimo appuntamento con la prosa è il venti gennaio, la prima delle due serate con il ritorno di Goldoni. Sul palco “La Locandiera”. Altra opera da non perdere: in scena la coppia Elena Bucci Marco Sgrosso.
 

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