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Non finiscono mai i guai per il basket italiano

E’ lo sport nazionale delle tre super-potenze mondiali (Usa, Russia e Cina) eppure da noi non si fa niente per fermare una crisi che sembra irreversibile.

Non si può certamente affermare che il basket italiano stia attraversando un momento felice. Anzi, potremmo essere di fronte alla fase più critica della sua non breve esistenza. Tutto depone sfavorevolmente e nel tunnel che si è imboccato non si intravede la luce. La nazionale italiana che dovrebbe essere lo specchio del movimento cestistico ha inanellato in questo biennio soltanto cocenti delusioni. Non si è qualificata alle Olimpiadi di Pechino e rischia di non essere presente nemmeno agli Europei del 2009.

In un girone obiettivamente modesto con Finlandia, Bulgaria, Ungheria e Jugoslavia, non è riuscita ad andare al di là di un mediocre terzo posto, con sconfitte imbarazzanti e vittorie risicate. In molti sono stati quelli che hanno tuonato contro gli "assi" NBA (Belinelli e Bargnani) rei di aver declinato l’invito ad unirsi alla squadra, a differenza dei colleghi delle altre nazionali. Non è poi così certo che con loro avremmo avuto risultati migliori, ma sicuramente la controprova ci sarà il prossimo anno quando parteciperemo al girone di consolazione che qualificherà agli europei soltanto una squadra. Quel giorno potrebbe non esserci più il coach Recalcati, sopraffatto dai risultati negativi che dopo il 2004 gli sono piovuti addosso. Potremmo comunque rivederlo a capo di una Federazione che ha praticamente e ufficiosamente sfiduciato il presidente Maifredi.

Non bastasse questa situazione di stallo e di forte criticità, si è aperta improvvisamente una nuova falla nell’edificio pericolante del basket italiano. La Comtec (la commissione che analizza i bilanci) ha escluso dal campionato 2008-2009 le squadre di Napoli e Capo D’Orlando, per gravi irregolarità amministrative. Sembra addirittura che la squadra partenopea abbia falsificato una parte della documentazione per l’iscrizione al campionato dello scorso anno, oltre all’evasione dei contributi Enpals.

C’è dunque il rischio che il torneo di pallacanestro, già impoverito dalla perdita di alcuni giocatori importanti (uno per tutti, Danilo Gallinari), inizi con due squadre in meno rispetto all’anno precedente. E c’è sempre da fare i conti con la protesta dei giocatori italiani che pretendono un minutaggio maggiore, nelle loro squadre di appartenenza. Se si sommano tutti questi problemi alla improvvisa difficoltà di reperire giovani giocatori italiani di talento, si capisce come i guai del basket italiano necessiterebbero di una pesante e severa cura che al momento nessuno è in grado o ha la volontà di fornire.

 

 

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