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“No alla guerra”: poeta e attivista russo denuncia pestaggio e stupro

Il 26 settembre agenti di polizia hanno fatto irruzione nell’abitazione di Artyom Kamardin, poeta e attivista di Mosca. Con lui c’erano la fidanzata Aleksandra Popova e un amico comune, Aleksandr Menyukov.

 

Secondo Popova, Kamardin è stato picchiato e stuprato con un manubrio da palestra. Poi l’hanno costretto a inginocchiarsi e a registrare un video in cui si scusava per aver recitato versi di una poesia durante una manifestazione contro la guerra.

Nel video (di cui sopra è riportato un fermo-immagine), immediatamente diffuso sui social media pro-Cremlino, Kamardin appare provato e ferito.

Popova ha dichiarato di aver subito a sua volta un trattamento orribile: le hanno tirato i capelli, l’hanno minacciata di stupro di gruppo e le hanno incollato degli adesivi sul volto. Ha riportato ferite alla testa e bruciatore. Kamardin, nonostante di ferite ne avesse riportare parecchie, non è stato portato in ospedale.

Amnesty International ha chiesto alle autorità russe di avviare un’inchiesta rapida e imparziale su questa denuncia.

Kamardin è indagato per “incitamento all’odio o all’inimicizia con la minaccia della violenza”, secondo l’articolo 282 del codice penale, insieme ad altri due attivisti, Nikolai Dayneko e Yegor Shtovba. Se giudicati colpevoli, rischiano fino a sei anni di carcere.

 

 

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