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 Home page > Tribuna Libera > Niki Aprile Gatti: un martire inconsapevole

Niki Aprile Gatti: un martire inconsapevole

Care teste di capra, vi invito a leggere questa struggente lettera che Ornella rivolge direttamente al figlio che non c’è più. Allora ho voluto commentarla in questa maniera.

Cara Ornella,

dopo aver letto questa tua lettera per Niki, sinceramente non trovo una sola parola di conforto.

Forse non serve, forse è inutile.

Ma sarà lo stesso Niki che ti conforterà, che ti darà di nuovo quella forza che inevitabilmente nei periodo più bui la perderai. Ti aiuta a rialzarti ogni qual volta incontri le sconfitte, inevitabili per noi che non conosciamo e mai provato l’insidia del Potere.

Niki come vedi si manifesta attraverso i ricordi, come il Quelo di Guzzanti che io ricordo molto bene. Niki lo fece girare in classe e tutti si divertirono.

Sono ricordi, ma sono anche cose che tocchi con mano, quindi qualcosa di reale, di tangibile.

Niki non era un eroe e nemmeno penso che volesse diventarlo. Era un ragazzo, però, che non si fermava alle cose, aveva la passione di approfondire e conoscere ogni suo meccanismo.

Io credo però che definirlo un martire non sia esagerato. Ci sono martiri consapevoli come quelli che si opponevano ai regimi di qualsiasi colore e venivano imprigionati e uccisi. Allora mi viene in mente il fratello di Ignazio Silone, detenuto e poi ucciso dalle guardie fasciste. Ma succede anche ora che c’è la "democrazia". Oppure persone come Falcone e Borsellino, oppure ancora tutti quei sindacalisti o giornalisti ormai rari che conducevano inchieste per la semplice ricerca della Verità!


Tutti martiri consapevoli.

Ma poi ci sono i martiri inconsapevoli. E allora il mio pensiero va quella ragazzina di nome Graziella Campagna, uccisa solo perchè per caso aveva scoperto un documento non corrispondente alla vera identità del cliente. E se avesse riferito, probabilmente avrebbe rovinato un meccanismo. Quindi fu uccisa.

Oppure quei tanti altri ragazzi uccisi dalla mafia perché loro malgrado si sono ritrovati testimoni di qualcosa che non dovevano vedere.

Così anche Niki che suo malgrado è diventato un martire. Se avesse parlato, magari inceppava un meccanismo fin troppo "raffinato" e allora lo hanno ammazzato "suicidandolo" in quel carcere maledetto di Sollicciano. Magari, e ne sono convinto, per mano della ’ndrangheta che ha il controllo assoluto di molte carceri.

Noi non smetteremo mai di continuare a lottare, addirittura rischiando anche. Ma Niki se lo merita, non può e non deve essere morto per nulla! E non lo sarà!

L’incarcerato.

AGGIORNAMENTO:

C’è un articolo del Manifesto uscito il 18 di questo mese e parla nuovamente di Niki Aprile Gatti! Leggete qui!

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