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Nigeria, otto anni fa l’inizio degli attacchi di Boko haram alle scuole

Il 14 aprile 2014, 276 alunne di una scuola di Chibok, nella Nigeria nordorientale, vennero rapite dal gruppo armato islamista Boko haram.

Alcune di loro riuscirono a mettersi in salvo per conto loro, altre vennero rilasciate a seguito di una campagna della società civile nigeriana e internazionale che spinse il governo nigeriano a negoziare coi sequestratori. Sedici morirono dopo il rapimento e 109 risultano ancora scomparse.

Le sopravvissute che hanno partorito dopo essere state stuprate durante la prigionia, tornate nei villaggi di origine, sono traumatizzate, isolate e stigmatizzate: le chiamano “le spose di Boko haram” e i loro figli non possono giocare coi loro coetanei.

Dopo l’attacco di Chibok, Boko haram ha fatto ulteriori razzie nelle scuole dei villaggi del nord-est della Nigeria: solo tra dicembre 2020 e ottobre 2021, sono stati rapiti 1436 studenti e 17 insegnanti.

Di almeno 120 studentesse, che vanno ad aggiungersi alle 109 di Chibok, non si sa più nulla.

La recrudescenza dei rapimenti costringe le scuole a prolungati periodi di chiusura; le iscrizioni ai nuovi anni scolastici sono in costante riduzione mentre aumentano i matrimoni e le gravidanze precoci.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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