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Nietzsche e Darwin

 
Se analizziamo lo sviluppo delle teorie socialdarwiniste nel periodo del tardo ottocento, per arrivare alle soglie del periodo del Terzo Reich, tra i filosofi più apprezzati in ambito socialdarwinista, e successivamente tra gli eugenisti del primo dopoguerra, troviamo Nietzsche.
 
Il darwinista tedesco Alexander Tille è tra gli epigoni del filosofo tedesco. Secondo D. Gasman:
"...un libro influente e molto letto che ricevette anche l'approvazione di Haeckel è quello di Tille, intitolato: ' Da Darwin a Nietzsche (1895).' Tille, che riconosce il suo debito a Haeckel, spiega l'impatto che la scoperta dell'evoluzione biologica ha avuto sull'etica [...] Tille afferma che solo le libere leggi della natura possono essere fonte di moralità. (D. Gasman 'The scientific origin of national socialism' , 1971, p. 150). Alcuni storici della scienza hanno esaminato il legame tra la filosofia nietzschiana e la concezione darwiniana della natura. Geymonat affronta la questione tracciando un' analisi in questi termini:
"Liberatosi dal "romanticismo" schopenhaueriano (e wagneriano), Nietzsche può esaltare la volontà di vivere come volontà di affermarsi dell'individuo proprio in quanto individuo: volontà di espandersi, di infrangere ostacoli [...] Lo scienziato che predilige è Darwin, in quanto ritiene di poter utilizzare ai propri fini l'idea, da lui sostenuta, di lotta per l'esistenza." ( Storia del pensiero filosofico e scientifico, a cura di L. Geymonat,1970-72, Pag. 164 Vol. 4).
 
Curiosamente, e forse paradossalmente, si nota come venga celebrata la forza creatrice dell’ individuo e non come abbiamo visto finora gli elementi “collettivi” della razza. Abbiamo però notato un importante nesso tra etica e biologia. Proseguiamo nell’analisi per vedere se queste due istanze possono convergere in una dialettica unitaria. Gli storici della scienza hanno individuato un nesso tra la "filogenesi haeckeliana" ed "eterno ritorno", tra il "superuomo" e "l'uomo come più alto prodotto della selezione naturale" teorizzato da Darwin. Geymonat riporta questo estratto nietzschiano: 
"Noi odierni ricercatori della verità, noi atei ed antimetafisici, anche noi prendiamo ancora il nostro fuoco dall'incendio che fu appiccato da una fede millenaria, da quella fede cristiana che fu anche la fede di Platone, e cioè che dio è la verità, che la verità è divina... Ma come, ma come, se questo diventa sempre più inverosimile, se nulla più si palesa divino, fuorchè l'errore, la cecità, la menzogna, e se dio stesso si rivela il nostro più lungo errore?" ( Ibid., Pag. 165 ).
E ancora, prosegue Geymonat:
"Il superuomo viene infatti concepito come il frutto più alto dell'evoluzione, l'esponente più elevato della specie umana, formatosi attraverso la lotta per l'esistenza: lotta che porta necessariamente alla vittoria del più forte contro gli inetti, contro i deboli e gli impotenti [...] Il mondo in cui ci troviamo innanzi a noi non è razionale, nè bello, nè nobile; la sua condizione generale è il caos, la mancanza di qualsiasi ordine, l'assenza di qualsiasi finalità. Proprio per ciò esso ritorna eternamente su sè medesimo... Il superuomo comprende questa intima necessità del cosmo e non tenta di mascherarla con menzogne di verun genere; ma neanche si lascia intimidire da essa e prosegue nella propria missione, che è quella di elevare il destino della nostra specie, di insegnarci a superare la natura umana." (Idem)
 
Come si potrebbe accostare ad una qualsivoglia teoria scientifica questa visione idealizzata, ermetica ed ascientifica del Superuomo nietzschiano? Non saremo noi a dare la risposta definitiva a questa domanda: quello che possiamo affermare è l’emergere di una visione del mondo in cui la forza creatrice è quella della natura che opera attraverso la selezione. E’ la visione di un mondo senza metafisica, né dogmi, né morale. Un mondo dove “la guerra è la madre di tutte le cose”, dove il forte si afferma sul debole, dove la natura dalle fauci insanguinate si regola su proprie immutabili leggi.
Si tratta di visioni del mondo, e in quanto tali allargabili dall’ individuale al sociale, dalla teoria del Superuomo alle teorie razziali.
 
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