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 Home page > Tribuna Libera > Pacciani è stato un partigiano?

Pacciani è stato un partigiano?

Un capitolo poco conosciuto della parabola terrena di Pacciani è quello che riguarda la sua adesione alla lotta partigiana. 

Ricostruire le vicende che lo hanno visto impegnato in questo periodo storico è un' impresa che non sempre si presta a oggettivi riscontri, per questo cercherò di attenermi il più possibile ancorato al quadro storico, aggiungendo contenuti di un'intervista allo stesso Pacciani riportate sul Corriere della Sera del 18 agosto 1996.
 
Innanzitutto sgomberiamo il campo dall'ipotesi di una adesione ideologica. Nulla di più avulso, infatti è lo stesso diretto interessato che smentisce ogni sua possibile implicazione in questo senso: "non sono mai stato comunista. Ho sempre fatto come papa' che diceva: "Io sto con chi regna, perché se ha il potere, se e' riuscito a prendere i voti, vuol dire che e' il più furbo". Il principio è tanto rude quanto lapalissiano, tuttavia bisogna rilevare che quando Pacciani fece la sua scelta di campo si trovò contro chi regnava: infatti si trovò a combattere contro le autorità costituite, ovvero l'esercito del Fuehrer ed i repubblichini. La scelta fu dettata da quell'istinto di sopravvivenza che senza arte né parte il Pacciani poteva ben disporre: era infatti chiaro anche alle pietre che il III Reich stava ammainando anche le ultime bandiere.
 
C'è anche un altro fatto: Pacciani classe 1925 avrebbe in teoria dovuto aderire all' appello stilato dal maresciallo Graziani del 9 novembre 1943 in cui si chiedeva l'arruolamento di tutti i coscritti di quell'anno e dei precedenti. E' probabile che a causa dell'enorme disorganizzazione militare della Repubblica di Salò il Pacciani non sia entrato nelle schiere della RSI semplicemente non presentandosi. Pacciani quindi si trova nel mezzo della Linea Gotica senza il minimo addestramento. E' quindi improbabile che sia stato inserito come operativo armato tra i partigiani, che tra l'altro assoldavano prevalentemente ex militari. Tuttavia non si può escludere che, trattandosi di formazioni irregolari, abbia comunque partecipato ai combattimenti.
 
"Una volta . ricorda Pacciani nell' intervista . ci fu un assalto di tedeschi, eravamo 180 partigiani, rimanemmo vivi solo in sessanta."
 
Anche se mancano i riferimenti geografici e temporali l'episodio è credibile: nella zona alta del Mugello gli scontri a fuoco tra bande e regolari della Wehrmacht furono numerosi e sanguinosissimi. Pacciani passa poi sul piano personale quando racconta di un eroico episodio di salvataggio da lui compiuto:
"C' era uno di noi, che non conoscevo, che fu ferito ad una spalla: urlava, perdeva molto sangue. Allora io presi la camicia, ne strappai un pezzo e lo usai per tamponare la ferita. Poi me lo caricai sulle spalle e lo portai sulla strada dove arrivava l' ambulanza. E si salvo' . Era l' avvocato Dante Ricci. Quando fui arrestato nel 1951 per il delitto Bonini, mi consigliarono di nominare Ricci come avvocato. Io non lo riconobbi, fu lui a dirmi: "Sono il partigiano a cui hai salvato la vita".
 
Nell' intervista a "Epoca", Pacciani racconta anche di aver ricevuto dal Pci nell' 81 un attestato, con la scritta: "Oggi, nella continuita' di ieri, al compagno Pietro Pacciani". Pare però che l'associazione Pacciani-comunismo abbia infastidito più il primo che il secondo.
 
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