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Natale al verde

Quest’anno si preannuncia un dicembre incerto per gli acquisti di Natale, bisognerà vedere se alla fine prevarrà il senso di risparmio a cui spinge una situazione difficile come l’attuale o la voglia di esorcizzare la crisi economica con festeggiamenti suntuosi e regali costosi. Staremo a vedere se anche quest’anno, nonostante tutto, verranno polverizzare le agognate tredicesime in men che non si dica o si preferirà accantonare qualche soldino per il 2009.

 

Riuscirà l’incertezza economica a frenare la deriva consumistica che ha visto il Natale degli ultimi anni trasformarsi da una festa religiosa, la più importante festa della Crisitianità, in una festa essenzialmente pagana basata sullo spreco e l’eccesso? Di certo non sarà possibile negare doni ai più piccoli che associano, purtroppo, il Natale a Babbo Natale più che alla nascita del Cristo ma noi adulti riusciremo a ritrovare quei valori fondanti come il senso della famiglia, il rispetto reciproco e la ricerca della felicità negli affetti e nelle azioni e non nei beni materiali? 

Il mondo Occidentale ha basato per almeno un trentennio la sua economia sull’apparenza e sul consumo per il consumo “Comprate e sarete felici!” Ora questo castello di sabbia inizia a incrinarsi e forse è il momento di prendere coscienza e meditare attentamente su che cosa sia la felicità. Purtroppo si scoprirà che non è un’auto, una borsa di coccodrillo, una pelliccia, un cellulare da mille euro ma gli affetti e le relazioni che ognuno di noi ha saputo instaurare. 

Una volta riordinata la giusta scala di valori che dovrebbe guidare l’incedere di ogni essere umano sarà possibile guardare al presente ed al contingente con un certo distacco senza sentirsi oppressi o costretti a rispettare i dettami del consumismo a tutti i costi e riscoprire il senso profondo dell’essere.

A questo punto ben venga che un dono sia un segno d’affetto, d’amicizia e di gratitudine ma non sia il solo simbolo del Natale e non s’incorra nell’assurdo errore di mercificare i sentimenti.

 

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