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L’importanza della lettura: partiamo dai classici

I nostri giovani non leggono. Partendo da questo dato di fatto (certo statistico, per cui alcuni leggono molto, ma la maggior parte non legge affatto) dobbiamo cercare di ridar loro una motivazione per avvicinarsi alla meravigliosa pratica della lettura di un libro.

Leggere significa appropriarsi delle esperienze di migliaia di personaggi immaginari e farne tesoro; le esperienze acquisite saranno utilissime per affrontare le vicissitudini della vita. Le mille asperità che ogni adolescente si trova ad affrontare sono le stesse che i protagonisti dei grandi romanzi di formazione si trovano ad affrontare. L'amore perduto, l'odio, la vendetta, la rabbia e il senso d'impotenza possono piegare un giovane ancora fragile, per questo avere interiorizzato decine, centinaia di esperienze simili, certo di personaggi immaginari ma questo non inficia la loro utilità, può fare la differenza.

Cari ragazzi, sottraete qualche decina di minuti al giorno al vostro girovagare senza meta sui media sociali e dedicate quel tempo a leggere un libro. Certo bisognerà pur scegliere un libro, soprattutto quando si è alle prime armi, per questo potere tranquillamente affidarvi ai sapienti consigli dei librai con anni d'esperienza. Sapranno consigliarvi sapientemente. In alternativa le biblioteche sono un luogo meraviglioso, senza tempo, dove poter essere "coccolati" dalle amorevoli attenzioni dei bibliotecari più esperti.

L'importante è che si abbia la forza di iniziare a leggere, di non arrendersi alla prima delusione, e di continuare imperterriti fino a raggiungere il piacere, puro assoluto, per la lettura.

Il cammino potrebbe essere facilitato partendo dai classici, ovvero quei libri senza tempo che hanno caratterizzato e caratterizzano la letteratura mondiale. Anche qui c'è l'imbarazzo della scelta, ma una volta iniziato il cammino si capirà presto quale autore sia il più adatto a stimolare la fantasia del lettore. C'è un classico per ogni adolescente, purtroppo ognuno dovrà trovare il suo, amarlo, leggerlo e rileggerlo. Proprio come ci insegna Calvino nel saggio "Perché leggere i classici" 'il "tuo" classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui'.

I grandi autori del passato come i grandi romanzieri di tutta Europa “attendono” con ansia di essere sfogliati da nuovi, giovani e inesperti lettori, fatelo perché come spiega Umberto Eco "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito... perché la lettura è un’immortalità all’indietro". 

 

Foto logo: Jain Bais Aliyas/Flick

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.40) 13 luglio 2013 16:25

    totalmente d’accordo sull’importanza della lettura, però un pò meno sui classici e ancor meno sulla predilezione per i romanzi: fra videogiochi, mondi virtuali, fictions, cartoons... io penso invece che i giovani debbano conoscere e capire la realtà.

    Faccio un esempio, un libro che non è un classico, non è un romanzo ma che è fondamentale per capire il mondo: Armi, acciaio e malattie di Jared Diamond.
    Forse oggi si può dire che Il diario di Anna Frank è diventato un classico, ma certo non è un romanzo, e non lo è neanche Se questo è un uomo di Primo Levi.
    Pasolini ha scritto romanzi, ma il suo IO SO e le sue analisi, più o meno "corsare" valgono ben di più e fanno pensare.
    Alce nero parla ci racconta una storia vera di un popolo sconfitto e di un mondo perduto e Il Papalagi ci aiuta vederci con occhi "altri", mentre La scimmia nuda di D. Morris fa capire che siamo animali e non anime nei corpi. I dialoghi sui massimi sistemi di Galileo hanno la struttura di una favola ma sono una tappa della nostra storia, come il discorso sul metodo di Descartes che non è affatto una favola o come Il manifesto del partito comunista. Sono esempi sparsi di migliaia di scritti fondamentali ma che non sono romanzi e non sono classici, perlomeno nel senso che non fanno parte della "letteratura".
    Senza queste conoscenze la lettura di romanzi invece che aprire la mente aggiunge ignoranza ad ignoranza ed evasiona dalla realtà. Se invece ci sono le conoscenze i romanzi servono ad "assaporare" certi rapporti con i fatti e i personaggi della vita, a valutarli e, se del caso, ad introiettarli.
    GeriSteve

    • Di (---.---.---.9) 13 luglio 2013 19:01

      Tutte le letture consigliate sono di altissimo livello e molto formative. Commento molto prezioso. 

    • Di (---.---.---.103) 16 luglio 2013 10:49

      Sono d’accordo in parte, perché per capire la realtà è necessario capire perché la realtà è come la si vive. Il giovane, come tutte le creature giovani della terra, hanno necessità di essere guidati con oggettività e non incanalati in subculture nichiliste o disfattiste. Il problema di fondo, secondo me, è che anche sui classici ci sarebbe da fare alcuni distinguo. Non tutti sono realmente preziosi, ma molti aiutano, ma quello che il giovane ha realmente bisdogno è la capacità di critica, l’oggettiva visione dei problemi senza cadere nelle maglie di chi vuole plagiarli. Purtroppo la scuola in questo senso non insegna nulla se non a formare degli automi le cui radici affondano nella menzogna e nel tradimento.

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