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Napolitano: "Non mi convinceranno a restare. Sarebbe ridicolo!"

Lo diceva il "nuovo Presidente della Repubblica italiana" Giorgio Napolitano, esattamente una settimana fa, al direttore de "La Stampa" Mario Calabresi. Ma è solo l'ultima di una serie di dichiarazioni di questo tipo. Le abbiamo raccolte.

Giorgio Napolitano, La Stampa, 14 aprile 2013:
«Non mi convinceranno a restare. Ora ci vuole il coraggio di fare delle scelte, di guardare avanti, sarebbe sbagliato fare marcia indietro, restare sarebbe una non-soluzione. Tutto quello che avevo da dare ho dato, non attribuitemi scelte salviche. Sono contrario a soluzioni pasticciate, all'estero la definirebbero una "soluzione all'italiana". Tornare indietro sarebbe ai limiti del ridicolo».
Giorgio Napolitano, da Sant'Anna, 24 marzo 2013:
«A 88 anni gli straordinari non sono ammessi. Sto per concludere il mio mandato questo».
Giorgio Napolitano, da Berlino, 1 marzo 2013:

«L’ho già detto tante volte. Non credo che sarebbe onesto dire “state tranquilli io posso fare il capo dello Stato fino a 95 anni”. Sia perché sono convinto che i padri costituenti concepirono il ruolo del presidente della Repubblica sulla misura dei sette anni, infatti non è un caso che nessun presidente della Repubblica abbia fatto un secondo man- dato, e sia perché ci sono fattori di età e limitazioni dal punto di vista funzionale crescent».
Giorgio Napolitano, Pubblico, 28 settembre 2012:
«Caro direttore, le scrivo per sgomberare – spero definitivamente – il campo da ogni ipotesi di ‘Napolitano bis’. Non è solo un problema di indisponibilità personale, facilmente intuibile, da me ribadita più volte pubblicamente. La mia è soprattutto una ferma e insuperabile contrarietà che deriva dal profondo convincimento istituzionale che il mandato (già di lunga durata) di Presidente della Repubblica, proprio per il suo carattere di massima garanzia costituzionale, non si presti a un rinnovo comunque motivato. Né tantomeno a una qualche anomala proroga».
 
 

 

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Commenti all'articolo

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.182) 22 aprile 2013 18:27

    E allora? Quando in Italia si trova una persona che responsabilmente torna sui suoi passi, si tenta di ridicolizzarlo e di tacciarlo d’essere uno spudorato mentitore. Meno male, dico io, che esiste ancora quella rarissima merce rara fatta di individui animati da spirito di servizio verso il proprio Paese, spirito che li porta a mettere in gioco perfino la propria stessa capacità di sopportazione del dolore che certe scelte impongono. Perché sicuramente dolorosa è stata per il Presidente Napolitano la decisione di dovere perfino esporsi a facili critiche ed a commenti malevoli, oltre che all’idea di dovere reggere ancora, per non sia sa quanto, un fardello così oneroso. Si dice " beato il paese che non ha bisogno di eroi ". Io dico felice il Paese che riesce a scovare, non si sa in quale remoto anfratto, qualcuno che, anche se eroe non si sente, offre tutto se stesso alla causa comune. Beh, chiamatelo come volete, ma per me Giorgio Napolitano è quel che resta di quella ormai sparuta schiera di persone che antepongono l’interesse comune alla loro personalissima integrità. Oggi come oggi, io lo definisco un autentico " eroe " civile.

  • Di (---.---.---.66) 23 aprile 2013 11:04

    Così si è autocertificato ridicolo. Ora è ridicolo DOC!

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