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Muore Renato Dulbecco, ma per lui nessuna prima pagina

Per altri personaggi, per carità anche bravi, ma che hanno saputo distruggere la loro vita, i giornali e sui social network si sono scatenati. Per Renato Dulbecco, che ha passato la vita per sconfiggere il cancro, e quindi per fare in modo di migliorare la vita altrui, solo dei trafiletti. Quasi nessuno sui social network s'è scomodato.

Dico solo che Dulbecco ha scoperto il meccanismo d’azione dei virus tumorali nelle cellule animali, scoperta per cui ha meritato il Premio Nobel per la medicina. Dico solo che si è impegnato fino alla fine dei suoi 98 anni (che avrebbe festeggiato domani) per combattere il cancro. No dico: il cancro.

Ebbene ieri è morto, ma le prime pagine dei giornali l'hanno ignorato, invece di dedicare l'home page come accaduto per Michael Jackson, Amy Winehouse e Whitney Houston. Che saranno anche ottimi cantanti, ma non hanno né creato né rivoluzionato un bel niente. Ma hanno, piuttosto, saputo distruggere ottimamente la loro vita. Per costoro pianti disperati di massa che manco il funerale dei dittatori coreani. Fenomeni da baraccone da vivi e da morti che hanno saputo sfruttare manipoli di masse che come tantissimi pecoroni si disperavano e strillavano a comando salvo rientrare nei rispettivi posti assegnati quando il clamore è passato.

Visionario come Dulbecco, seppur in ambiti diversi, era Steve Jobs. A costui sono state giustamente dedicate le prime pagine dei giornali quando è morto. Ma per Dulbecco ogni giornale ha sì e no dedicato qualche trafiletto. Eppure Dulbecco ha fatto molto di più anche di Jobs.
 
Sui social network nessuna gara a condividere foto, citazioni, opere. Niente. Silenzio assordante salvo pochi che hanno deciso di ricordarlo. Mentre la farfalla di Belen suscita approfondite disquisizioni.
Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.121) 21 febbraio 2012 13:39

    Grazie,infinitamente,grazie. Un saluto alla famiglia e a tutte le persone che gli hanno voluto bene,prima come uomo poi come scienziato. Non saranno mai abbastanza i GRAZIE. Riposa in pace.

  • Di (---.---.---.199) 21 febbraio 2012 14:07

    Si discute spesso della crisi della "Ricerca" in Italia e di come i migliori talenti del paese siano costretti a migrare in paesi dove istituzioni più lungimiranti offrono strutture, risorse economiche e scientifiche per beneficiare poi dei risultati prodotti.
    Tuttavia in pochi hanno saputo sottolineare l’importanza della figura di Renato Dulbecco non solo come scienziato ma anche come esponente della scuola del Professor Levi che, in tempi ben peggiori di quelli odierni, in piena Seconda Guerra Mondiale, riusciva a coltivare talenti straordinari quali Dulbecco o la Rita Levi Montalcini che con la loro ricerca hanno portato progresso all’umanità e lustro al nostro paese, riuscendo ad ottenere riconoscimenti straordinari tra cui, per entrambi, in tempi successivi, il Nobel per la Medicina.
    Un paese che non protegge e valorizza i suoi talenti non riuscirà ad affermarsi facilmente in questa epoca di continua innovazione, dove la creatività andrebbe supportata e premiata quale garanzia di competitività futura.
    Questa è la lezione che nel perdere il Professor Renato Dulbecco, i nostri media avrebbero dovuto saper trasmettere.

     

  • Di (---.---.---.66) 21 febbraio 2012 15:08

    Purtroppo in Italia si apprezzano solo le stupidaggini, un po’ viene da credere che si sia fatta scuola sull’elogio dell’inutile, mentre la serietà e il rigore vengono osteggiati a spada tratta oppure, direi che è peggio, ignorate senza commento alcuno.
    E’ possibile che qualsiasi intellettuale nel nostro Paese sia costretto a sentirsi uno straniero in patria? Mi rattristo se, mentre rifletto, mi viene in mente che in un primo Ventennio la politica italiana si permise l’errore irrimediabile di cacciare Enrico Fermi, e in un successivo Ventennio un "governo delle apparenze" si permise di lasciare (o cacciare?) molti cervelli pieni di talento. Guardare alla vita di Dulbecco ci insegna che gli italiani di valore hanno sempre saputo dimostrare tutti i loro meriti ovunque nel mondo, e anzi sono certo che un uomo come Renato conosceva il significato del termine "meritocrazia" più di qualsiasi altra maestrina.

  • Di (---.---.---.159) 21 febbraio 2012 15:40

    Sono padre di un ragazzino di 13 anni..purtroppo mio figlio non si è neppure accorto della morte del prof. Dulbecco..forse l’ha sentito da lontano..come una notizia di poco conto, quasi inutile. Steve Jobs invece!!..quello sì!..si sono addoperati tutti per spiegare ai nostri ragazzini chi fosse costui, quanto fosse geniale e grande..un eroe, insomma!
    Purtroppo questa è la nostra realtà (senza denigrare Jobs)..e bisogna sottolineare che i burattinai di questo triste teatrino sono proprio i media, per una parte dei quali veniamo anche tassati.
    Stasera lo spiegherò a mio figlio..e lui capirà!

  • Di (---.---.---.104) 21 febbraio 2012 15:55

    Perchè scandalizzarsi quando viviamo in una società che ha fatto dell immagine e della superficialità,un modo di vita?Che propone un modello di pensiero alla Maria De Filippi???La nostra società è incentrata su modelli assolutamente banali,privi di qualsiasi intelligenza,ma che bucano lo schermo....Poteva pensare che una persona dotata di un così grande intelletto come il Prof Dulbecco potesse essere un modello da seguire in una civiltà che propone figure che a stento riescono ad esprimere un concetto sensato???Ho paura lei sia un inguaribile ottimista....

  • Di (---.---.---.254) 21 febbraio 2012 15:58

    ma qualcuno mi puo’ spiegare questo Jobs che c... ha fatto!!!???? Che cavaolo di rivoluzione avrebbe fatto...siamo alle solite, la realta’ e’ quella che ci raccontano i media altrimenti non esiste

  • Di (---.---.---.94) 21 febbraio 2012 16:06

    GRAZIE PROF. DULBECCO PER AVER DEDICATO LA SUA VITA ALLA RICERCA PER SCONFIGGERE IL CANCRO,GRAZIE PER AVER DATO LUSTRO A QUESTO INGRATO PESE CON IL PREMIO NOBEL GRAZIE

  • Di (---.---.---.201) 21 febbraio 2012 17:44

    Vorrei solo ricordare che lo stesso giorno in cui è morto Jobs è morto anche Wilson Greatbatch....
    l’inventore del pacemaker....lo spevate...?
    ...ecco appunto...!!!

  • Di Sandro (---.---.---.179) 21 febbraio 2012 17:57
    Sandro

    Veramente sei tu che non sai, visto che Steve Jobs è morto il 5 ottobre 2011 e Wilson Greatbatch il 27 settembre 2011. Mi sa che hai preso un granchio. E comunque tutti a prendervela con Steve Jobs. Evidentemente non hai letto l’articolo, se no capiresti che è esattamente il senso che cerco di trasmettere.

  • Di (---.---.---.220) 21 febbraio 2012 20:00

    Il prof .Dulbecco merita stima e fin qui sono d’accordo.

    Ma trovo irrispettoso parlare di Michael Jackson in questo modo.
    Michael non ha distrutto la sua vita,è la gente che ha distrutto la sua,e in quanto a creazioni e rivoluzioni,LUI ha creato un’epoca con i suoi balli e la sua musica,che se non lo sapete si chiama arte,e l’ha rivoluzionata abbattendo barriere del razzismo fino ad allora mai varcate.
    E neanche per lui ci sono mai stati titoloni quando ogni accusa risultava falsità,o quando donava milioni e milioni di dollari per salvare i bambini di tutto il mondo.
    Certo che questi articoli non mettono altro in risalto se non la perfetta disinformazione e ignoranza.
    Complimenti vivissimi.
    • Di Sandro (---.---.---.179) 21 febbraio 2012 20:55
      Sandro

      Molto interessante il tuo commento. Innanzitutto anonimo. Mettere una firma quando si critica non guasta mai. Io la mia ce l’ho messa. E vale anche per gli altri commenti di critica ovviamente, non solo per il tuo. Se a darmi del disinformato e dell’ignorante è un anonimo, non riesco certo ad offendermi. Vai a capire poi perché ignorante e disinformato. Forse perché ho toccato il tuo vip preferito?

      Penso che costui sia un enorme fan di Michael Jackson, data l’estrema confidenza che il citato anonimo ha con Michael Jackson. E’ Micheal. La qual cosa denota una profonda famigliarità che va ben oltre il fatto che si possa apprezzare le sue canzoni. L’immagine che ho dinanzi agli occhi, quindi, è di quei fan che piangono disperati come se avessero perduto un figlio.

      Comunque sia, circa l’essersi distrutto la vita, per Michael Jackson, il riferimento è più che evidente in relazione all’uso enorme di farmaci che utilizzava a seguito delle accuse di pedofilia nel 1993.

      Il capitolo è complesso, e lungi da me emettere una sentenza definitiva di colpevolezza, ma mi si consenta di essere perplesso sull’opportunità di pagare 22 milioni di euro chi ti accusa di pedofilia a tuo dire ingiustamente. Una sentenza di piena assoluzione certo avrebbe tolto ogni sospetto. E comunque, anche se, come penso, Michael Jackson sia innocente, s’è rovinato la vita abusando di farmaci. La qual cosa non l’ha aiutato.

      Che abbia fatto del bene, che sia un grande cantante e ballerino non è mai stato messo in dubbio. E questo lo si evince dall’articolo. E in ogni caso quando parlo dei titoloni faccio riferimento alla morte di Michael Jackson, non alle opere.

  • Di (---.---.---.106) 21 febbraio 2012 20:29

    Diciamo che questo disinteresse dei mass media costituisce un altro "piccolo" segnale del degrado complessivo di questo Paese...

    Saverio da CZ
  • Di (---.---.---.206) 21 febbraio 2012 23:51

    un uomo , italiano , che ha voluto cercare la verità in un mondo difficilissimo in cui primeggiano prostitute laureate , grassatori arrivisti.

    un mondo in cui le persone meritevoli sono considerati degli eroi come lo era Dulbecco.

    fino a che questo nostro Paese avrà bisogno di puttanelle e frosciastri , avremo bisogno del contraltare eroico .

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  • Di paolo (---.---.---.10) 24 febbraio 2012 19:20

    Ma guardate che la stessa cosa è capitata in occasione della morte di Cabibbo nel 2010 , fisico delle particelle che ha aperto la strada a diversi premi Nobel . La sua scomparsa avvenne in contemporanea con quella di Francesco Cossiga ,democristiano di lungo corso poi divenuto Presidente della repubblica . Su Cabibbo forse un trafiletto in ventesima pagina e ovviamente quasi nulla sui media televisivi , su Cossiga intere sagre televisive e giornali a piena pagina.

    Il primo lavorava in silenzio e i suoi studi sono stati preziosi per l’intera umanità , l’altro è stato al centro dell’attenzione pubblica per decenni e non solo non ha fatto del bene per l’umanità ma tanto meno per il suo paese .

    Nel paese alla rovescia non deve stupire ,la cultura dominante è l’apparire e non l’essere . Quindi se schiatta un premio Nobel per la medicina chi se ne frega , se muore un politico di grido inizia il panegirico a tutto volume.
    Gli italiani sono cosi’ e i "giornalisti " nostrani non sfuggono alla regola .

  • Di emmons avenue (---.---.---.166) 26 febbraio 2012 12:15
    emmons avenue

    Meglio così. Le persone notevoli amano l’intimità. A loro basta sapere di detenere la stima di qualcuno dall’indole genuina, soprattutto pulita; per tutto il resto è solo vanagloria.

    Ad esempio qualcuno si trova a surfare nel web grazie ad un grande personaggio come Albert Bruce Sabin; mentre l’icona è Steve Job.

  • Di (---.---.---.139) 26 febbraio 2012 19:50

    Però, però, però...
    questo articolo ha ricevuto una sessantina di voti, praticamente tutti positivi, e un lungo elenco di commenti. Come diceva un commentatore prima dei me: meglio la stima di pochi italiani intelligenti che dello sterminato popolo del grande fratello.

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